LA POLEMICA

Anica, Siae e Agis: “Un danno rimandare decisione su copyright”

Le tre associazioni puntano il dito contro la mancata adozione da parte dell’Agcom della delibera sulla difesa del diritto d’autore e il mancato contrasto del governo alla pirateria

Pubblicato il 03 Mag 2012

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"Come tutto lasciava supporre l’Agcom non ha adottato la delibera sulla difesa del diritto d’autore, adducendo la mancanza di un intervento legislativo, anche in forma di decreto, a suo supporto. L’effetto della pirateria, già fatale a musica e stampa, si sta dispiegando in questi mesi sul cinema devastandolo in tutta la filiera, a cominciare dalla sala. Un’industria che aveva saputo risorgere è messa in ginocchio dall’inerzia di gran parte della politica, che per cinque anni ha millantato un intervento parlamentare di cui non si vede traccia". E’ la protesta di Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica, l’associazione delle industrie cinematografiche.

"La pirateria – sottolinea ancora Tozzi in una nota – è illegalità, evasione, arretratezza, ignoranza, ostilità all’industria. Come può un governo composto di tecnici di così alto livello permettere che un tale fenomeno degenerativo possa mettere in ginocchio l’industria culturale del Paese? L’industria di produzione cinematografica in Europa e’ presente solo in Francia e in Italia (le sole in cui i film nazionali hanno una importante quota di mercato). La Francia ha difeso il suo cinema: e i risultati si sono visti. L’Italia no".

Protti (Agis): "Gravissima mancata adozione delibera diritto d’autore"

"E’ gravissimo che l’Agcom non abbia adottato la delibera in materia di diritto d’autore su Internet. Questa decisione colpisce duramente un’industria come quella audiovisiva che e’ strategica per il paese, sia dal punto di vista culturale che economico’. Lo afferma Paolo Protti, presidente dell’Agis (Associazione Generale Italiana Spettacolo), in merito alle dichiarazioni riguardanti il regolamento sul diritto d’autore rese al Senato dal presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò nel corso della presentazione della relazione di fine mandato.

"L’Agcom – continua Protti – per lungo tempo aveva lavorato ad un regolamento che avrebbe potuto avere effetti fondamentali sia per la tutela delle opere su Internet, sia per lo sviluppo di una sana industria culturale, ed è assurdo che, malgrado gli impegni pubblici presi dal presidente Calabrò, non sia stato adottato".

"Per evitare il protrarsi degli effetti devastanti della pirateria sull’industria culturale è fondamentale che l’attuale governo si impegni, insieme al prossimo Consiglio dell’Agcom, affincheé in Italia – conclude il presidente dell’Agis – si riesca finalmente ad avere un provvedimento che tuteli la proprietà intellettuale in modo efficace".

Siae: Nulla di fatto su pirateria danno grave per l’Italia

"La decisione di Agcom di astenersi dall’adozione dell’annunciato Regolamento arreca di per sé un danno all’efficacia del sistema ordinamentale italiano di contrasto alla pirateria delle opere dell’ingegno". Lo sostiene, in una nota, la Siae per la quale "ecco spiegato perché, ad esempio, il Governo Usa con il Report 301 conferma l’inserimento del nostro Paese nella watch list degli Stati a piu’ alto tasso di pirateria e contraffazione".

"E’ come se nel settore fiscale si comunicasse che lo Stato avesse deciso di astenersi dal perfezionare la lotta all’evasione fiscale rinunciando all’utilizzo di nuovi e più mirati sistemi – esemplifica la Siae – Non importano le asserite motivazioni tecnico-giuridiche che ne sono la base: il messaggio che passa è ‘in internet resta tutto così com’è ed oggi l’utilizzo abusivo di opere dell’ingegno nelle reti di comunicazione elettronica in assoluto disprezzo dei diritti dei rispettivi titolari è un dato di fatto riconosciuto da tutti".

"Già è apparso singolare, qualche tempo fa, l’annuncio dell’adozione del provvedimento allo scadere della consiliatura dell’Autorità: il messaggio era ‘si butta il sasso in piccionaia e le conseguenze verranno gestite dai nostri successori’". La Siae ricorda poiche "fin dalle origini della manifestata volontà di Agcom di adottare un provvedimento in materia, aveva offerto tutte le possibili forme di collaborazione tecnica ed operativa alle strutture dell’Agcom, secondo le linee di coordinamento fra le due Istituzioni stabilite già dalla legge n. 248/2000 che, si ricorda, fin da allora è designata come ‘legge antipirateria’".

"Sia in vista dell’adozione della prima delibera Agcom del dicembre 2010, che con l’adozione di quella successiva, del luglio 2011, la Siae ha costantemente illustrato all’Agcom il proprio avviso sui progetti intorno ai quali ruotava l’istruttoria e ciò sia dal punto di vista tecnico-giuridico che da quello socio-economico sostenendo, al riguardo, e dimostrando con i fatti – sottolinea la Siae – come la lotta all’abusivo utilizzo delle opere dell’ingegno nella Rete dovesse partire dalla enucleazione ed adozione di un’ampia offerta legale di contenuti, che costituisse la base per evidenziare marcatamente le condotte di veri utilizzatori abusivi".

"La Siae infatti ha proseguito nella propria opera di elaborazione e pratica di schemi di licenza semplici, economici e trasparenti, che dessero in definitiva all’utente onesto la possibilità di ‘restare onesto’. Occorreva quindi passare ad un sistema sanzionatorio che non toccasse l’utente ma i siti dove possono verificarsi certe condotte, sistema sanzionatorio efficace, senza se e senza ma, avendo sempre di mira l’equilibrio tra la massima libertà di espressione e la massima tutela possibile dei titolari di prodotti creativi e culturali. Se questi soggetti non fossero protetti e sostenuti nel loro lavoro, occorre sempre tenere ben chiaro, la cultura e la creatività stesse non avrebbero spazi di sopravvivenza", ha concluso la Siae.

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