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Apps, un “affair” a portata d’Italia

Start up, telco, sviluppatori: il boom del mobile fa bene a tutti. Con oltre 25 milioni di smartphone il nostro Paese è pronto a trarre vantaggi dal nuovo business. Anche sul fronte occupazionale

Pubblicato il 04 Giu 2012

Luigi Ferro

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Il boom è in atto e le opportunità sono per tutti. È questo il messaggio che arriva dal Politecnico di Milano che nei prossimi giorni renderà noti in un convegno i dati dell’osservatorio Mobile Internet, Content & Apps. I numeri non li anticipano, ma Andrea Rangone, docente della School of management e responsabile degli osservatori, sprizza entusiasmo: “Il mobile Internet è in forte crescita e non stiamo parlando dell’utilizzo delle chiavette, ma della navigazione tramite smartphone. E le app quasi raddoppiano di valore complessivamente nelle varie categorie”. Al di là dei numeri c’è un concetto che sta a cuore a Rangone e che viene ampiamente sottolineato nel titolo del convegno. L’esplosione del mondo mobile fa bene a tutti, grandi e piccole imprese, start up e semplici sviluppatori. “Chi riesce a interpretare il mercato nel modo corretto – aggiunge – porta a casa risultati quali che siano le condizioni di partenza”. Così cita Electronic Arts, il colosso dei videogiochi, ma anche la nuova imprenditorialità degli sviluppatori che se riescono a posizionare in modo corretto i loro prodotti negli app store possono giocarsi le loro possibilità. E poi sono gli over the top e telco che possono giovarsi dell’allargamento della torta. Le cifre del mobile sono ormai diventate importanti. In Italia ci sono già oltre 25 milioni di smartphone (che si stima arriveranno a oltre 32 a fine 2012) ed entro fine anno dovrebbero essere in circolazione anche 2,5 milioni di tablet. Inoltre le app scaricate in Italia erano intorno ai 500 milioni a fine 2011. L’acquisto tramite gli app store permette di riequilibrare il mercato con condizioni paritarie fra i vari produttori, sottoposti ai giudizi spietati degli utenti, che possono mettere in risalto i prodotti dei piccoli a scapito dei colossi.

Forse anche per questo le app hanno un risvolto importante anche sul fronte occupazionale. Secondo una stima conservativa elaborata da Technet, negli Usa sono circa 466mila i posti di lavoro creati negli Stati Uniti dal nuovo mercato delle app. E anche qui il Politecnico di Milano vuole dire la sua, anzi l’ha già detta con Start up Boosting che ha esaminato circa 200 progetti per arrivare a selezionarne 7 che saranno supportati dal team degli osservatori per la messa a punto del progetto imprenditoriale.

Poi c’è lo Start up Program, altra iniziativa che Rangone definisce di “action learning” un imparare sul campo che per tre giorni al mese articolati in cinque sessioni ha visto gli aspiranti imprenditori, 43 sono stati gli iscritti, ascoltare le lezioni di venture capital e imprenditori ed essere aiutati nel loro percorso da azioni di tutoring e mentorship. Il tutto si concluderà a luglio con un classico elevator pitch dove in tre minuti si giocheranno la possibilità di colpire l’immaginazione di qualche investitore.

L’edizione primaverile dello Start up program è seguita da una nuova release che si svolgerà in luglio che è invece più concentrata. Per tutto il mese, full time, in un summer camp riservato solo agli sviluppatori, da venti a trenta persone seguiranno le lezioni dei docenti dell’ateneo milanese che si svolgono all’insegna del pay off “From developer to startupper”. L’incitamento è chiaro: il lupo solitario deve imparare a fare squadra e soprattutto guardare lontano e sempre più in alto. Per questo Rangone e il suo team stanno selezionando lungo la Penisola i candidati interessati a fare il salto di qualità e ad avere una visone più ampia del loro business.

Contribuire allo sviluppo e al potenziamento delle competenze e attitudini imprenditoriali dei partecipanti (visione, innovazione, leadership, capacità di comunicazione, empowerment, ecc.); sviluppare specifiche competenze di management (strategia, marketing, organizzazione, economics, ecc.) che consentano ai partecipanti di comprendere le implicazioni di business dei loro progetti tecnologici; supportare i partecipanti nello sviluppo di un proprio progetto imprenditoriale ambizioso e nel reperimento delle risorse finanziarie necessarie sono gli obiettivi del Summer camp che costa 6mila euro (più Iva) e prevede anche 15 borse di studio e mille euro per i partecipanti che risiedono fuori Milano e devono trovarsi una sistemazione nel capoluogo lombardo.

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