STRATEGIE

Visalli (TiMedia): “New media, più piattaforme per valorizzare il prodotto”

L’Head of Multimedia & Content Distribution dell’azienda: “Stiamo lavorando per distribuire contenuti anche su smartphone e tablet”

Pubblicato il 19 Lug 2012

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Un approccio ecumenico ai nuovi media, per distribuire in più luoghi e modi possibili i propri contenuti. È questa la strategia di La7, che in questi giorni sta sperimentando un po’ tutte le nuove piattaforme. Ce ne parla Gianluca Visalli, Head of Multimedia & Content Distribution presso Telecom Italia Media.
Come punta La7 sui nuovi media?
Vogliamo distribuire il prodotto su quante più piattaforme possibili, per portarlo quanto più vicino allo spettatore. Così saremo in grado di valorizzarlo al meglio dal punto di vista pubblicitario.
E quindi che cosa fate?
Dal 2009 abbiamo sul sito le repliche dei programmi, la catch up tv. Grazie ai set top box con bollino gold è possibile rivedere in tv i nostri programmi, come sul web. Questi sono disponibili anche in altri luoghi, grazie a Cubovision. Cioè sia sull’app mobile di Cubovision, sia sulle tv che la supportano e sull’omonimo set top box di Telecom Italia. Lavoriamo per aggiungere altre piattaforme, aumentando le occasioni di contatto. Tutti i prime time sono in streaming sul web, inoltre; permettiamo di commentare in diretta e quindi di avere una visione condivisa e collettiva. Abbiamo infine un accordo molto forte con Youtube. Qui mettiamo solo clip ma anche – aspetto originale per il mercato italiano – le nostro trasmissioni integrali.
La vostra è una strategia ecumenica…
Sì, molto. Non siamo impegnati in una nessuna guerra di religione: collaboriamo con tutte le piattaforme che ci permettano di raggiungere gli obiettivi, di valorizzare il prodotto in tutti i modi e luoghi possibili.
Futuri sviluppi?
Da un lato aumentare le piattaforme di distribuzione, come dicevo, e quindi lavoriamo per lanciare applicazioni con il nostro marchio e i nostri programmi. Che così saranno raggiungibili su smartphone e tablet anche senza Cubovision. Un’altra direttrice di sviluppo è la creazione di programmi originali per il web. Stiamo cominciando a farlo. Abbiamo alcuni esperimenti: già trasmettiamo una mini serie su un piccolo Lemure nato nel bio parco di Roma; 15 puntate, ogni lunedì, e siamo partiti il 3 giugno. È uno spin off di Missione Natura, il nostro programma storico dedicato agli animali, ogni domenica. È il primo esperimento e pensiamo di sviluppare un’offerta di contenuti originali nella seconda metà dell’anno. Riconosciamo così la specificità delle piattaforme new media. Pensiamo di seguire la logica dello spin off e quindi faremo sinergie con i nostri programmi tradizionali. Infine stiamo puntando sui social network, rafforzando il rapporto con il pubblico e l’interazione sui nostri programmi.
In che modo il mezzo influisce sul contenuto?
Per ora ci stiamo concentrando su programmi brevi, ma non c’è incompatibilità tra nuovi mezzi e contenuti lunghi. La specificità è più nella scelta degli argomenti, nella modalità di produzione del contenuto e nel linguaggio. Inevitabilmente ci si rivolge a un pubblico più giovane, abituato a un ritmo più veloce. E con una maggiore apertura verso produzioni a basso costo.
Come sta andando?
I numeri sono assolutamente soddisfacenti. Sul sito, in tre mesi sui primi cinque del 2012 abbiamo battuto il record di utenti mensili; a maggio, abbiamo avuto 1,6 milioni di utenti. Stiamo crescendo del 140% ogni anno. Sul mobile siamo un po’ più indietro. L’applicazione del tg di La7 ha avuto 150mila download dal lancio (maggio 2011) a giugno 2012. Ma fino a febbraio era a pagamento: abbiamo capito che non è la piattaforma a fare il modello di business, è il contenuto. Se questo è nativamente gratuito è difficile farlo pagare su un’altra piattaforma.
Qual è l’impatto dei nuovi media sulla pubblicità?
Piccolo ma in crescita esponenziale. Poiché intendiamo i nuovi media come nuove occasioni di contatto, non riproponiamo la pubblicità televisiva; la sostituiamo, secondo i formati Internet: con spot di 15-30 secondi.
Qual è la vostra posizione sulle piattaforme web aperte?
È una grande opportunità ed è il posto dove siamo più contenti di stare. Non prevede nessun pedaggio o affitto da pagare al proprietario del giardino, cioè a quello delle piattaforme chiuse. Ma il nostro obiettivo è raggiungere il numero più alto di spettatori, quindi non possiamo rinunciare a un giardino, per quanto chiuso e a pagamento, se ci permette di sviluppare il nostro modello di business.

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