RAPPORTO DELOITTE

Musica, il 33% del mercato è digitale

Secondo dati Deloitte per Fimi nei primi sei mesi 2012 tocca il 43% l’aumento di download e streaming

Pubblicato il 31 Lug 2012

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Secondo i dati raccolti da Deloitte per Fimi, nei primi sei mesi del 2012, la musica digitale, tra download e streaming, é cresciuta del 43%, e rappresenta oggi il 33% dell’intero mercato discografico italiano. Il download ha raggiunto il 61% del fatturato digitale, raggiungendo così i 10,9 milioni di euro in sei mesi. I singoli digital download sono cresciuti del 48%, gli album del 31%.

In forte aumento anche i ricavi dal video streaming, prevalentemente YouTube, che ha raddoppiato il valore rispetto al 2011. Complessivamente il mercato italiano é rimasto ancora di segno negativo, nonostante il buon andamento del digitale arrivato a 17,8 milioni di euro. Il segmento cd è calato del 23% raggiungendo poco più di 35,7 milioni di euro.

Il grande balzo del mercato digitale musicale italiano era già stato registrato nel primo trimestre del 2012 con un +44% raggiungendo il 30% del mercato totale. A fine 2011 il fatturato era pari a 27,5 milioni di euro tra download, streaming e abbonamenti contro i 22,5 dell’anno precedente (e rappresentava il 21% del mercato discografico: l’anno precedente era il 16%). Una performance che lo avvicina alla media globale che è del 32%. Nel corso dell’ultimo anno lo streaming video e il download di album digitali sono cresciuti del 22% (oltre il doppio rispetto al 2010 sul 2009), molto al di sopra della media globale dell’8%. Gli album digitali infatti sono saliti addirittura del 37% (più che triplicati rispetto al 2009) contro una crescita dei singoli del 25%. In forte espansione anche lo streaming da YouTube, salito del 64% arrivando a sfiorare i 4,5 milioni di euro contro 2,7 milioni del 2010.


A livello mondiale i ricavi derivanti dalla musica digitale per le case discografiche sono aumentate dell’8% nel 2011, facendo registrare un fatturato pari a circa 5,2 miliardi di dollari. La Ifpi (la federazione internazionale dell’industria discografica) stima che siano 3,6 miliardi le tracce acquistate a livello mondiale nel 2011, con un incremento del 17% (singoli e download di album). I canali digitali rappresentano ora circa il 32% dei ricavi per una casa discografica a livello mondiale, contro il 29% del 2010. Ciò a fronte di 5% per i giornali, 4% per i libri e l’1% per i film.


Per quanto riguarda gli abbonamenti a servizi il numero globale è cresciuto del 65% rispetto al 2010 raggiungendo i 13,4 milioni contro gli 8,2 milioni del 2010. I servizi in abbonamento hanno avuto un grande sviluppo, soprattutto nei paesi scandinavi: in Svezia la sottoscrizione di abbonamenti a servizi di musica online nei primi 10 mesi del 2011 ha rappresentato l’84% dei ricavi digitali globali, grazie soprattutto al servizio di Spotify. Altri mercati hanno visto una crescita forte dei servizi in abbonamento, come la Francia con una crescita di oltre il 90% nei primi 11 mesi del 2011.


In Italia, secondo stime Fimi che ha elaborato i dati sulla base delle ricerche del Politecnico di Milano, dell’osservatorio di Between, Nielsen e ComScore, le prospettive sono sempre più interessanti grazie ad un mix di connessioni mobili, nuovi device ed e-payment. Da una recente ricerca di Ofcomm, l’autorità britannica per le comunicazioni, sull’ascolto di musica tramite device mobili, risulta che gli italiani sono al 54%, ben al di sopra dell’Uk con il 45% e degli Usa con il 40%. Il servizio di streaming musicale Deezer già oggi segnala che il 60% di nuovi abbonati arriva da uno smartphone. Considerando anche la crescita dello streaming musicale, che si prevede supererà il download nel 2014, e la velocità di 20 Mbps su banda mobile a disposizione degli utenti italiani nei prossimi anni, è molto evidente che le prospettive del mercato digitale italiano sono sicuramente interessanti. Secondo Nielsen, gli utilizzatori italiani di tablet risultano essere al secondo posto, dopo quelli americani, nell’acquisto di musica (20%).

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