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Kim Dotcom, il suo Mega è già sotto assedio

A pochi giorni dal debutto il servizio di cloud storage nato dalle ceneri di Megaupload è preda dei cybercriminali. Ma è anche nel mirino di PayPal, Microsoft e YouTube

Pubblicato il 28 Gen 2013

Luciana Maci

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Tutti contro Dotcom. Mega (mega.co.nz), il nuovo sito lanciato il 20 gennaio da Kim Dotcom, alias Kim Schmitz (fondatore di Megaupload) è finito sotto attacco da parte dei cybercriminali ed è stato preso di mira anche da PayPal, Microsoft e YouTube.

Secondo Gfi Software, società specializzata in sicurezza informatica, il sito, che offre un servizio di salvataggio file sul cloud e conta già un milione di visitatori, “è stato usato come esca per truffare gli utenti alla ricerca di download gratuiti”.

Una delle truffe riguarda un video caricato su YouTube, che prometteva di poter “cercare e scaricare file da Mega gratuitamente”, come il Mega Search che spopola sul web. Il video reindirizzava l’utente a una pagina pubblicitaria e, cliccando l’opzione per ignorare lo spot, portava a “una pagina in tutto e per tutto simile a un blog di Mega, contenente un tasto per accedere ai file in modo gratuito. Una volta entrato in questa sala degli specchi – spiega Gfi Software – l’utente era in trappola e gli unici a trarne vantaggio erano i cybercriminali che, ricordiamo, guadagnano da ciascun reindirizzo. Naturalmente, non esisteva alcuna possibilità di scaricare materiale gratuito come promesso”.

Ma non sono stati solo i malviventi del web a scatenarsi contro Dotcom, arrestato e poi rilasciato su cauzione a gennaio 2012 in Nuova Zelanda per aver creato Megaupload, il network chiuso dall’Fbi per distribuzione illegale di film e musica.

Un ulteriore attacco a Mega l’ha lanciato StopFileLockers, nella persona del fondatore Robert King. Il sito impegnato nella lotta alla condivisione di file illegali e “piratati” ha segnalato che, dopo solo pochi giorni di vita, Mega “sta già diventando un posto dove i cyberpirati vanno a condividere contenuti che violano il copyright”. In particolare King avrebbe già individuato molti casi in cui Mega è stato usato per diffondere musica, film e software “crackati”. Perciò ha segnalato le presunte violazioni di copyright su Mega a PayPal, che si è visto quindi costretto a sospendere il servizio di pagamento verso i rivenditori del sito di cloud storage.

Anche la Gema, omologo tedesco della Siae, ha creato problemi a Dotcom. Il video della presentazione di Mega, avvenuta durante un megaparty nella sua villa di Auckland, era stato caricato su Youtube, salvo essere poi rimosso su richiesta della Gema per violazione dei diritti d’autore relativi alla musica suonata durante l’evento. Il 38enne cittadino tedesco ha replicato che tutte le canzoni utilizzate nel corso della presentazione appartengono a lui e che l’artista chiamato a cantarle dal vivo ha concesso la propria autorizzazione alla pubblicazione. YouTube ha quindi ripristinato il video.

Ma nel frattempo sono sorti i problemi di registrazione su Mega con account Hotmail o Outlook.com. Sembra che i servizi anti-spam di Microsoft non permettano di ricevere le e-mail di conferma dell’avvenuta iscrizione. Dotcom ha consigliato su Twitter di non utilizzare i servizi di Redmond per la registrazione e ha anche promesso che presto il problema sarà risolto.

Già all’indomani del debutto di Mega, il sito era stato vittima di bug e problemi al server, dovuti però, in questo caso, all’enorme afflusso di utenti.

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