LA PROPOSTA

Fedoweb: Agenda digitale, abbassare Iva su e-book e e-commerce

La federazione degli operatori web lancia la proposta al governo che verrà. Il presidente Elserino Piol: “Servono modelli di business che garantiscano ai publisher ritorni sugli investimenti”

Pubblicato il 26 Feb 2013

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Riduzione dell’Iva gli e-book e un ribasso dal 21% al 10% per quella sulle transazioni di e-commerce. Sono due dei punti chiave della proposta che Fedoweb e Confindustria Intellect intendono sottoporre al futuro Governo. Le associazioni puntano i riflettori anche sulla tutela per chi investe nell’informazione e nei contenuti sul web. “Gli editori e gli operatori web continuano a effettuare importanti investimenti per garantire la qualità dell’informazione fattore di grande rilievo per la crescita culturale, sociale e democratica dei Paesi come la qualità di musica, film, video – spiegano le associazioni che si sono confrontate oggi all’evento Digital Frontrunners – Secondo stime Ue questi contenuti hanno generato 6,7 milioni di posti di lavoro in Europa da parte di grandi aziende globali europee ma anche di molte piccole e medie imprese”. Importante anche la questione dei ritorno degli investimenti. “Internet offre pertanto nuove opportunità per chi crea e investe nei contenuti che devono però essere ripagati per gli investimenti effettuati spiegano – Occorre dunque individuare nuovi accordi, contrattuali e legislativi, per nuovi modelli di uso e distribuzione dei contenuti che riguardano piattaforme distributive quali Google, iTunes, Youtube, o Spotify”.

Secondo Elserino Piol, presidente Fedoweb, “i publisher e gli operatori web non possono più oggi operare in uno scenario inerziale”. “Scelte con forti impatti sui modelli di business, destinate a modificare profondamente l’attuale industry, stanno diventando sempre più pressanti per tutti gli operatori della filiera. Le sfide oggi aperte sono enormi – sottolinea Piol – dalla disintermediazione con spostamenti di valore e di ricavi verso altri player alle nuove piattaforme distributive, dai servizi di informazione free a quelli a pagamento, dalla broadcast alla broadband tv, sino all’imporsi di nuovi modelli di business per operatori nazionali e grandi player internazionali entrati a gamba tesa nel mercato della pubblicità online, settore che sta crescendo ma non così velocemente e che non può più sostenere tutta l’industria dell’informazione digitale. Uno scenario di forte discontinuità dove ci saranno vincitori e vinti ma anche nuove grandi opportunità per chi si muoverà velocemente e coraggiosamente purché si affermi un sistema di regole non asimmetrico come quello attuale che penalizza gli operatori Ue rispetto a quelli extra Ue.

In questo senso fondamentale diventa il lavoro delle autorità Come spiega Giangiacomo Olivi, Partner Dla Piper, questo lavoro deve essere “da stimolo alla crescita nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali degli utenti di Internet e che il diritto non si frapponga irragionevolmente allo sviluppo, alla crescita ed alla modernità”. “Se si opera in modo troppo restrittivo in un determinato mercato si finisce per alimentare un’incentivazione avversa. Questo è senz’altro avvenuto nel mondo della pubblicità, per cui determinate iniziative promozionali vengono comunque svolte, anche se da altri paesi – puntualizza – Per questo ci vuole coraggio. Innanzitutto occorre superare il dibattito piuttosto strumentale, con una contrapposizione tra i fautori dell’internet libera da ogni regola e coloro i quali vorrebbero imporre regole ancor più rigide rispetto a quelle esistenti nel mondo off-line, prospettando pericoli spesso esagerati. Ma cosa fare per stimolare ulteriormente la crescita e colmare il gap con gli altri paesi? Innanzitutto occorre adottare un approccio nuovo e più coraggioso. Occorre applicare norme che possano essere effettivamente applicate, partendo dalla considerazione di come opera internet in concreto, di come operano e ragionano gli utenti. Le nuove regole sui cookies, se applicate in modo ragionevole, possono costituire una straordinaria opportunità!”

Tematiche che non possono non essere affrontate in un momento “storico” in cui l’online raggiunge quasi l’80% degli italiani, con oltre 34 milioni di persone che accedono al web da qualsiasi luogo. “In quattro anni l’audience online nel giorno medio è cresciuta del 49%, con 14 milioni di persone che abitualmente fanno uso del mezzo – ricorda Enrico Gasperini, Presidente Audiweb – Cresce la presenza dei giovani (+48% in quattro anni per i 12-15enni e +25% per i 16-34enni), delle donne (+60%) e di tutti quei segmenti che una volta erano esclusivamente “televisivi” (+80% delle casalinghe, ad esempio). Negli ultimi due anni l’attenzione si è spostata verso i siti dedicati alle communities e al social networking (+15,6%), ai contenuti video (+22,4%), alle news online (+19,4%), ai siti di intrattenimento (+20,3%) e all’e-commerce (+15,3%), con un ruolo molto importante giocato dai social network nella fruizione indiretta delle notizie. Internet oggi è alla portata di tutti e diventa un mezzo che acquista la stessa dignità e lo stesso fascino della televisione. Diventa un mezzo che impone nuovi modelli di business e nuovi format in grado di far fronte a nuove dinamiche di consumo trasversali e multicanale, oltre che a un pubblico più “complesso”, capace di intervenire sulla natura e sulla diffusione dei contenuti. Per Audiweb, in particolare, è fondamentale seguire l’evoluzione della rete, offrendo al mercato un sistema di metriche condivise con cui misurare e comprendere il mezzo.”


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