MULTIMEDIA

Intel si dà alla pay tv: croce o delizia?

Secondo le prime indiscrezioni il nuovo servizio sarà fornito tramite un innovativo
device digitale. Ma non si intravvede nessun controllo dei contenuti e dei clienti: criticità non da poco che rischiano di impattare sulla redditività

Pubblicato il 22 Apr 2013

Stefano Prato, ITMedia Consulting

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Nel corso degli ultimi anni, il settore televisivo ha sperimentato fenomeni molto innovativi, sull’onda di una forte discontinuità nel consumo dei contenuti cinematografici e televisivi non lineari, che spinge un numero crescente di attori (Netflix, Apple, Amazon, Google, Microsoft, Samsung tra gli altri) a entrare con decisione in questo mercato.
In tale contesto, in cui si muovono operatori provenienti da ambiti diversi, anche una società come Intel ha annunciato il lancio di un ambizioso progetto di pay-Tv. Secondo le prime indiscrezioni, il servizio televisivo sarà fornito tramite un innovativo dispositivo digitale che modificherà, integrerà ed amplierà la user experience dei telespettatori.Intel non produrrà i contenuti, ma li reperirà dalle majors e dai principali network. Non avere una produzione e quindi un controllo – anche solo parziale dei contenuti – pone Intel in una posizione rischiosa. Infatti la redditività del progetto dipenderà in misura rilevante da soggetti esterni i quali, a loro volta, forniscono servizi concorrenti di distribuzione di contenuti.

Pandora, uno dei maggiori operatori di internet radio, si trova ad esempio in difficoltà a causa dei crescenti costi dovuti alle royalties pagate alle etichette discografiche. Intel potrebbe avere difficoltà ad avere e mantenere un margine di guadagno che garantisca la profittabilità. E lo sviluppo di contenuti da parte degli operatori tradizionali potrebbe non essere funzionale alla tipologia del servizio: se la user experience non si riferisse alla sola organizzazione dei contenuti, ma anche alle modalità di consumo, potrebbe essere necessario lo sviluppo di programmi con caratteristiche e strutture tali da sfruttare al meglio le possibilità della Tv Intel.

Il settore della fornitura di contenuti video a pagamento – payTv tradizionali, ma anche Ott come Netflix, Amazon, Hulu, Acetrax – ha visto negli ultimi anni un elevato grado di competizione basato prevalemntemente sul prezzo, ma stando a quanto dichiara Intel, la competizione non sarà né sul prezzo, né sulla modalità di acquisto (bundle/unbundle), quanto sulle caratteristiche tecnologiche. Intel non ha mai sviluppato una relazione diretta con il consumatore e non ha una baseclienti istallata; ciò può rappresentare delle criticità anche perché l’azienda non ha una percezione diretta delle necessità e delle aspettative dei telespettatori. Intel ha cercato di ovviare affidando la direzione della divisione Intel Media a Erik Huggers, il creatore della più importante esperienza europea nel settore, l’iPlayer della Bbc.
In chiave strategica ancor più efficace e meno rischiosa potrebbe essere la partecipazione di alcuni editori e Mvdp che hanno già un considerevole numero di clienti e possono con più facilità distribuire la nuova tecnologia. Intel potrebbe proporre la piattaforma come servizio agli operatori che lo integrerebbero nelle loro offerte, risolvendo il problema relativo ai contenuti che verrebbero gestiti dagli operatori senza il verificarsi di problemi di margin squeeze e double marginalization.

Una possibilità fornita dal nuovo prodotto è l’identificazione del telespettatore tramite telecamera, che oltre a consentire la diffusione di contenuti ad hoc, permetterebbe ai pubblicitari di sviluppare campagne promozionali mirate. Si tratta di adattare alla Tv un modello pubblicitario personalizzato finora presente principalmente online. E se il dispositivo Intel consentisse anche la navigazione online e l’accesso ai social network allora sarebbe possibile definire e sfruttare meglio i profili personali degli utenti.

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