LA PROPOSTA

Rai, una Commissione per le Comunicazioni

Il Comunicatore Italiano lancia l’appello al governo Letta: mandare in pensione la Commissione di Vigilanza Rai e costituire una struttura in grado di fare leva sull’innovazione per rilanciare la comunicazione pubblica. “Basta con le logiche burocratiche”

Pubblicato il 03 Mag 2013

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Una “Commissione delle Comunicazioni” al posto della Commissione di Vigilanza Rai che sappia riportare l’Italia ai vertici delle classifiche europee e mondiali sull’innovazione e la reingegnerizzazione delle strutture di Comunicazione dello Stato. È la proposta che il Comunicatore Italiano fa al nuovo governo. “Non serve – chiarisce Il Comunicatore – inaugurare una nuova stagione dei “faremo”. C’è già tutto, comprese migliaia di chilometri di fibra ottica posata: serve cambiare solo la burocrazia che se n’è occupata sino a qui”.

Burocrazia figlia di una visione politica nata a tutela di monopoli (duopolio) e oligopoli oggi superati, messi in crisi dal mercato e che lasciano varchi enormi”. “Ad esempio – puntualizza il think tank – le nuove proposte di televisione provenienti da Google, da Twitter e da Microsoft sono iniziative nate fuori dai nostri confini, eccessivamente a danno dell’editoria italiana”.

In questo contesto, serve nella nostra Comunicazione “uno scudo reputazionale del Sistema Italia mai pensato prima e che è vivamente consigliato alla luce dei fatti dell’India, delle “primavere arabe”, del Brasile e d’ogni nostra azienda operante all’estero. L’Italia e gli imprenditori italiani meritano di avere una ricerca e produzione che torni a parlare italiano”.

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