DIRITTO D'AUTORE ONLINE

Polillo: “Copyright, serve subito regolamento Agcom”

Il presidente di Confindustria Cultura: “I nemici di chi produce cultura non sono gli internauti, ma i criminali veri”. L’allarme di Blandini (Siae): “Non c’è più tempo. O si interviene subito o si rischia di lasciare nell’oblio la produzione culturale”

Pubblicato il 24 Mag 2013

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“E’ arrivato il momento che ognuno si assuma le proprie responsabilità per consentire lo sviluppo dell’offerta dei contenuti culturali on line: il mondo dell’industria lo ha già fatto, adesso tocca a chi deve garantire il rispetto delle norme”. E’ questa la sfida lanciata da Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia al convegno promosso dall’Agcom sulla tutela del diritto d’autore on line, durante il quale anche il presidente dell’Authority, Angelo Marcello Cardani, ha evidenziato la necessità di regolamentare il settore.

“Chi produce cultura – ha proseguito Polillo – contrariamente al luogo comune che lo identifica come resistente all’innovazione, sta in realtà investendo molto per garantire un’offerta online quanto più vasta possibile, consapevole delle opportunità proprie dell’economia digitale e della necessità di orientare l’offerta secondo le forme e le modalità auspicate dai consumatori. Anche il mondo dell’industria tecnologica ha preso piena consapevolezza dei presupposti per sviluppare un’adeguata offerta legale e conviene sulla necessità di arginare il fenomeno della pirateria on line operato su larga scala per lo più da siti esteri”.

“Chi produce e chi lavora nel mondo della produzione culturale – conclude il presidente – non vuole violare la privacy degli internauti, né staccare la connessione a chi si scambia file on line, non vuole alcuna forma di censura (contro cui si è sempre battuta), né chiedere a chicchessia di filtrare quello che passa sulla rete. Lo mettiamo per iscritto. Vogliamo però allo stesso tempo che chi ha il potere di fermare i delinquenti che si arricchiscono alle spalle di chi lavora per la cultura lo faccia e ci auguriamo quindi che l’Agcom, nel pieno rispetto delle normative internazionali, comunitarie e nazionali emani un regolamento che blocchi chi sfrutta illegalmente i nostri prodotti, sottraendo risorse a noi e allo Stato e posti di lavoro a chi vive di cultura”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche direttore generale della Siae, Gaetano Blandini, secondo cui “non c’è più tempo: o si decide di intervenire per tutelare davvero e senza riserve il diritto alla creatività e alle idee, e si adottano gli strumenti che tale tutela richiede e merita, o ci si deve consapevolmente abbandonare all’oblio, all’inevitabile e progressivo abbandono della produzione culturale, all’omogeneizzazione dei contenuti”.

“La mancanza di tutela del diritto d’autore aggredisce quotidianamente la possibilità di fare occupazione, aggredisce la produzione di idee, ed invece diffonde povertà a molti e concentra ricchezza su pochissimi – ha aggiunto Blandini – Voglio anche sgombrare il campo da molti equivoci cavalcati da chi discute di copyright. Il diritto d’autore non c’entra nulla con la libertà d’espressione che nessuno mette in dubbio ed è cosa diversa dalla libertà di vedere tutelata la propria produzione autoriale. L’articolo 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo chiarisce che ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore. Il diritto d’autore è alla base del progresso di un Paese, della sua creatività e della sua cultura. Non esiste alcuna libertà che possa giustificare e rendere lecite iniziative di appropriazione di beni altrui, ivi incluso il bene oggetto di diritto d’autore”.

“Da tempo l’Agcom è impegnata in consultazioni pubbliche, indagini conoscitive e altre iniziative che dovevano portare a un regolamento sul diritto d’autore online, annunciato dal precedente presidente Calabrò e mai emanato. L’attuale responsabile, Cardani, sta avviando un’approfondita riflessione sul mercato dei contenuti digitali. “Il punto è che la ricchezza della rete – certamente data dalla pubblicità – viene concentrata su pochissimi e quel che è peggio essa è drenata dal territorio che quella ricchezza ha prodotto per essere esportata altrove – ha proseguito Blandini – Non dico nulla di nuovo se ricordo che in Italia le società titolari dei motori di ricerca svolgono esclusivamente attività di marketing in favore delle proprie controllanti estere (cosi accade per Google Italia nei confronti di Google Inc. e Google Ireland) e sono quest’ultime a raccogliere fatturati di decine di miliardi di dollari di pubblicità senza restituire alcunché ai paesi che tale ricchezza hanno prodotto. E senza restituire alcunché (se non briciole) in favore di chi con la propria opera autorale rende possibile la stessa esistenza di quel tipo di attività (in realtà perfettamente editoriale). Mi chiedo e vi chiedo cosa avrebbero i motori di ricerca da indicizzazione, ordinare, catalogare e affiancare con tanta pubblicità (e quindi fatturare) se il mondo autorale morisse e smettesse di produrre. Io vi do la mia risposta: nulla”. E il direttore generale della Siae ha poi concluso: “Un altro mito da sfatare: è falso che chi viva di diritto d’autore voglia limitare la diffusione delle proprie opere su internet. E’ vero semmai il contrario”.

Il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, è covinti che “il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e d’espressione possano convivere”. Con l’attuale situazione della pirateria “l’editoria italiana non può vivere né sopravvivere – ha detto Anselmi – noi siamo interessati a combattere lo sfruttamento parassitario per consentire ai giornali di sopravvivere e ai prodotti multimediali di svilupparsi e per tutelare la libertà di stampa e il pluralismo”. L’intervento deve correre su un doppio binario – sottolinea – Serve una legge sul modello tedesco che ampli la tutela della proprietà intellettuale con riferimento anche agli aggregatori e ai motori di ricerca. Ma noi siamo favorevoli anche ad interventi amministrativi contro la pirateria digitale, come ad esempio blocchi dei siti esteri che oggi diffondono illecitamente interi giornali. Chiediamo dunque – conclude Anselmi – un intervento a 360 gradi, mentre il precedente regolamento dell’Agcom riguardava solamente radio e tv”.

Anche per il direttore dell‘Associazione Italiana Editori (Aie), Alfieri Lorenzon, è arrivato il momento di varare “un regolamento contro la pirateria digitale e di un quadro normativo certo nel quale operare per continuare a investire”.

“Oggi gli editori italiani hanno messo a disposizione un’offerta legale ampia e accessibile – ha sottolineato – Gli ebook offerti sul mercato italiano hanno superato quota 100mila, prodotti da quasi 2mila marchi diversi. I titoli sono circa 60mila. Circa il 50% delle novità italiane oggi esce in contemporanea anche in ebook. Il 98% dei libri scolastici italiani ha un’estensione digitale, secondo una formula mista che è prevalente in tutti i mercati internazionali. E la stessa manualistica universitaria è sempre più spesso accompagnata da servizi online di supporto agli studenti, che arrivano alla costruzione di veri e propri ambienti di apprendimento”.

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