Trimestre da record per Google. Ma gli analisti restano scettici.

Il fatturato cresce del 17%. Triplicato l’utile. Eppure il mercato reagisce con timido entusiasmo: è il vero segno della ripresa o solo il frutto della stagione natalizia?

Pubblicato il 22 Gen 2010

Trimestrale florida ed oltre le attese per Google che ha chiuso il
2009 all’insegna dei “record”.  6,67 miliardi di dollari di
fatturato, un più 17% rispetto allo stesso periodo dello scorso
anno e un utile netto di 1,97 miliardi, il triplo rispetto ai 382
milioni del third quarter 2009. In crescita, decisamente in
controtendenza rispetto al trend, il numero di dipendenti che hanno
raggiunto quota 19.835 (nel quarto trimestre 2009 sono state circa
200 le new entry). Nonostante le straordinarie performance i dati
non soddisfano del tutto gli investitori.

 I risultati sono sì al di sopra delle aspettative (anche se non
di molto), ma di contro il valore delle azioni è rimasto
sostanzialmente invariato il giorno dell’annuncio dei risultati
per poi perdere il 4,6% nelle contrattazioni after-hours. È il
segno che gli investitori si aspettavano una crescita più
incisiva.

In casa Mountain View i risultati sono stati invece accolti con
grande ottimismo: dopo anni di continua crescita a doppia cifra, da
gennaio a settembre 2009 la crescita è stata di “appena” il
5%. Tornare alla doppia cifra con un soddisfacente più 17% è
decisamente un successo in un anno di crisi economica. Siamo di
fronte al ritorno ai “fasti” di un tempo? Tutto da vedere,
considerando che il quarto trimestre storicamente in casa Google si
è distinto rispetto al resto dell’anno:  gli inserzionisti
investono di più in periodo di shopping natalizio e gli utenti
fanno più ricerche online per i loro acquisti.

Archiviato il 2009 Google ha ora in cassa 24,5 miliardi cash. E
guarda al futuro con grande aspettativa. “È  stato un trimestre
straordinario, anche in considerazione del fatto che siamo solo
agli inizi della ripresa”, gongola il Ceo di Google Eric Schmidt,
che ha paragonato l’andamento del 2009 a quello delle “montagne
russe” .

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