Reding: “La privacy è la priorità dell’era digitale”

Il commissario europeo designato alla Giustizia annuncerà il 28 gennaio la sua “lista” di misure in vista della revisione della Direttiva sulla protezione dei dati personali

Pubblicato il 26 Gen 2010

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Il Data protection day dell’Ue del 28 gennaio sarà la prima
occasione pubblica per il commissario Viviane Reding, futura
responsabile di Giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza, per
presentare la sua lista delle priorità in tema di privacy su
Internet e in particolare per parlare della prossima revisione
della direttiva Ue sulla protezione dei dati (Data protection
directive). Il Data protection day, sponsorizzato dalla Microsoft,
ha tradizionalmente come tema centrale proprio la privacy:
l’evento, che si svolgerà presso la sede del Parlamento europeo
a Bruxelles, prevede dibattiti sui social media e la
riservatezza.

La Reding potrebbe cogliere l’occasione per presentare i suoi
futuri progetti sulla protezione dei dati online. Secondo i suoi
collaboratori, tra le priorità del commissario Ue designato alla
Giustizia c’è la revisione della Data protection directive, che
risale al 1995, quando ancora non si parlava, come oggi, di “era
digitale”. La protezione dati include una serie di questioni
“calde”, con implicazioni anche nelle relazioni tra l’Ue e
alcuni partner internazionali, compresi gli Stati Uniti. Per
esempio, il trattamento dei dati bancari o delle informazioni
personali dei passeggeri degli aerei è oggetto di difficili
negoziati tra Bruxelles e Washington.

Uno dei temi chiave che la Reding potrebbe affrontare al Data
protection day è il trattamento dei dati da parte dei servizi
online: i motori di ricerca raccolgono informazioni, come indirizzi
Ip e ricerche inserite dagli utenti, per mettere insieme dei
profili elettronici dei navigatori di Internet e venderli poi a chi
si occupa di pubblicità. Proprio la fiorente industria della
pubblicità mirata si potrebbe trovare nei guai se le istituzioni
Ue decidono di trattare le informazioni raccolte su Internet come
dati privati. Ciò costringerebbe gli inserzionisti a chiedere il
consenso degli interessati prima di usare quelle preziose
informazioni.

Altro tema che preoccupa i regolatori è come comportarsi con i
social network, per esempio Facebook. I ragazzi inseriscono le loro
informazioni personali su queste piattaforme senza alcuna
consapevolezza dei rischi per la privacy. Altro nodo da sciogliere
nel futuro della privacy online è la migrazione verso il cloud
computing, in cui tutti i documenti elettronici vengono conservati
su hardware remoto anziché su desktop personali – un sistema con
grandi vantaggi economici e ambientali, ma con altrettanto grandi
rischi per la privacy.

Nella precedente carica di commissario all’Information society,
la Reding si è già fatta paladina di un approccio a “tolleranza
zero” nei confronti degli abusi dei dati personali. "La
privacy dei cittadini deve essere la priorità dell’era
digitale”, ha dichiarato di recente. E all’audizione di fronte
al Parlamento europeo di due settimane fa che ha confermato la sua
designazione a commissario della Giustizia ha ribadito:
"Potete essere sicuri che i diritti fondamentali, tra cui la
protezione dei dati, saranno in cima alla mia lista”.

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