Iab dice no alle norme sul web. Apriamo un tavolo.

L’associazione degli operatori pubblicitari online boccia il decreto Romani e chiede un codice di autoregolamentazione per combattere l’illegalità in rete

Pubblicato il 02 Feb 2010

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Un tavolo di confronto istituzionale per la promozione di un
Codice di Autoregolamentazione volto a combattere tutte le forme
di illegalità sulla Rete. Lo chiede Iab Italia, associazione che
raggruppa i più importanti operatori di pubblicità online, in
un’audizione presso l’ottava Commissione Lavori Pubblici,
Comunicazioni del Senato.

L’audizione fa parte di una serie di incontri delle Istituzioni
con i principali attori del mercato per discutere
l’applicazione della direttiva europea “Tv Senza
Frontiere”. Iab Italia ha chiesto di mantenere lo spirito
originario della direttiva ed escludere dall’applicazione della
direttiva le piattaforme online che veicolano contenuti generati
e messi a disposizione dagli utenti (Ugc). Bocciate, in sostanza,
le norme sul web del decreto Romani. Meglio un codice di
autoregolamentazione per contrastare ogni forma di reato online,
sostiene l’associazione.

Tuttavia Layla Pavone, Presidente di Iab Italia, apprezza
l’apertura al confronto che stanno dimostrando le Istituzioni e
promuove il viceministro con delega alle Comunicazioni Paolo
Romani, che nei giorni scorsi si è detto disponibile a rivedere
il decreto anche per quanto riguarda il web.

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