MEDIA

Frequenze Tv, avvocato generale: Italia, conflitto con diritto Ue

La pronuncia in seguito al ricorso presentato da Europa Way e Persidera. Attesa per la sentenza della Corte di giustizia

Pubblicato il 31 Mar 2017

A.S.

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Irregolarità nell’assegnazione delle frequenze televisive per il digitale terrestre: avevano fatto ricorso al Consiglio di Stato Europa Way e Persidera. Sul tavolo del ricorso anche la presunta penalizzazione rispetto ai concorrenti di dimensioni più importanti, come Rai e Mediaset. Le tesi sono state sposate, almeno in parte, dall’avvocato generale della Corte di Giustizia europea, che ha sottolineato nel suo pronunciamento come una parte della legislazione vigente in Italia sul digitale terrestre possa essere incompatibile con il diritto Ue, e che effettivamente Rai e Mediaset hanno goduto di una corsia preferenziale nell’assegnazione delle frequenze.

Il parere dell’avvocato generale, in ogni caso, non è vincolante per la corte di Giustizia Ue, che ora dovrà esprimersi con una sentenza e trasmetterla al Consiglio di Stato perché l’iter delle due cause possa procedere.

Nella prima causa l’avvocato generale della corte di Giustizia Ue, la tedesca Juliane Kokott, è arrivata alla conclusione che il Mise e il legislatore in Italia non fossero competenti per la sospensione e l’annullamento del beauty contest che l’Agcom aveva indetto nel 2009, e avrebbero violato l’indipendenza dell’authority per considerazioni di natura politica. La procedura del beauty contest fu sostituita da quella di una gara onerosa, cui prese parte solo Urbano Cairo aggiudicandosi un multiplex.

Rai e Mediaset, inoltre, secondo l’avvocato generale, avrebbero ricevuto in assegnazione un numero eccessivo di frequenze, in una procedura che avrebbe così di fatto penalizzato Europa Way e Persidera.

Questione che l’avvocato generale specifica esprimendosi sulla seconda causa, intentata dalla sola Persidera, in cui specifica che Rai e Mediaset avrebbero fruito di un tasso di conversione tra analogico e digitale del 66,67%, rispetto al 50% della ricorrente, ottenendo così di fatto più frequenze digitali – rispetto ai propri canali tv analogici – dei concorrenti.

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