Google nei guai per Street View: 30 Stati Usa pronti per una class action

Via alla prima indagine congiunta per verificare la legalità delle riprese effettuate con le videocamere per la pubblicazione delle mappe

Pubblicato il 22 Giu 2010

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I dati accidentalmente raccolti da Google con i veicoli di Street
View si stanno rivelando un bel grattacapo dal punto di vista
legale per l’azienda di Mountain View, ma certo non intaccano la
sua popolrità su Internet. Così, se da un lato 30 Stati americani
si preparano ad aprire un’inchiesta congiunta sulle riprese per
le Maps, dall’altro lo share di Google nella web search negli
Stati Uniti è salito a maggio dell’1%, a scapito delle
rivali.

L’iniziativa in merito all’indagine su Street View è guidata
dal Procuratore generale del Connecticut, Richard Blumenthal, e ha
lo scopo di ottenere ulteriori informazioni da Google per capire se
siano state violate delle leggi quando il colosso di Internet ha
per errore raccolto dati sull’utilizzo del web da parte dei
comuni cittadini intercettando le comunicazioni su reti wireless
non protette.

Come riporta il Wall Street Journal Europe, Blumenthal ha fatto
sapere che un gruppo di procuratori generali di diversi Stati
americani si è accordato per unire risorse e know-how. Più di 30
Stati si sono dichiarati interessati all’inchiesta e Blumenthal
si aspetta che un numero “significativo” partecipi
effettivamente all’indagine.

Per ora Google ha ammesso di aver raccolto dati personali tramite i
veicoli di Street View e si è scusata per quello che ha definito
un errore, ma non una violazione delle leggi. Un portavoce del
colosso di Mountain View ha assicurato la piena collaborazione con
le autorità competenti, ma per il Procuratore generale del
Connecticut non basta: “Google ha ammesso di aver sbagliato, ma
vogliamo capire se ci sia la necessità di rafforzare o far valere
precise leggi federali e statali”, ha detto Blumenthal.

Sul fronte della web search, gli ultimi dati di Experian Hitwise
parlano chiaro: l’utilizzo di Google aumenta. Lo share della
leader della ricerca Internet è cresciuto negli Stati Uniti
dell’1% raggiungendo il 72% nelle quattro settimane terminate il
29 maggio. I tre maggiori competitor hanno tutti perso quote: la
numero 2, Yahoo, è scesa del 3%; Bing di Microsoft e Ask.com (di
Iac/Interactive Corp), in terza e quarta posizione, sono entrambe
calate del 2%. Esistono altri 74 motori di ricerca, ma
rappresentano, tutti insieme, solo il 2% delle search americane.

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