L’Uk immolerà il copyright sull’altare di Google?

Il premier David Cameron annuncia un “red carpet” per attrarre gli investimenti esteri in innovazione. E promette di riformare le regole sul diritto d’autore: “Troppi limiti, Google non avrebbe mai potuto stabilirsi nel nostro Paese”

Pubblicato il 05 Nov 2010

Le leggi sulla proprietà intellettuale vanno adeguate per essere
al passo con le innovazioni di Internet. Ne è convinto il primo
ministro britannico David Cameron che ha annunciato una revisione
del regolamento sul copyright del Paese per rispondere alle sfide
dell’era digitale – e probabilmente sono in arrivo norme più
permissive, per un più ampio uso del materiale protetto, anche
senza l’autorizzazione dell’autore.

L’annuncio di Cameron, riportato dalla Bbc, ha fatto piacere alle
associazioni a favore del libero sviluppo di Internet ma si scontra
con le resistenze delle industrie della musica e dei film, che da
sempre si battono contro la riforma della proprietà
intellettuale.

Parlando a un evento nell’East End di Londra, in cui il primo
ministro ha annunciato una serie di investimenti da parte di
colossi dell’It tra cui Facebook e Google, Cameron ha detto che i
fondatori di Google hanno rivelato al governo britannico che non
avrebbero mai potuto fondare la loro azienda in Gran Bretagna, e la
colpa è proprio delle leggi sul copyright: “Il servizio che
offrono dipende dalla possibilità di estrarre frammenti di
contenuti di altri pubblicati su Internet", ha spiegato
Cameron. "Google pensa che il nostro regolamento sulla
proprietà intellettuale non favorisca l’innovazione come negli
Stati Uniti, dove vale il cosidetto fair-use, che in molti casi
offre alle aziende maggiori spazi per creare nuovi prodotti e
servizi”.

"Per questo posso annunciare oggi che rivedremo le nostre
norme sulla proprietà intellettuale”, ha concluso Cameron, “e
le adegueremo alle novità introdotte da Internet. Voglio
incoraggiare la stessa innovazione creativa che c’è negli Stati
Uniti”. Il primo ministro avvierà a questo scopo uno studio sul
sistema americano, per stabilire quali norme possono essere
importate in Uk, in particolare per l’utilizzo di materiale
protetto da copyright senza il permesso dell’autore.

Lo studio cercherà poi di capire come nuove regole possano
rimuovere alcune delle barriere ai nuovi modelli di business
Internet-based e affronterà le possibili interazioni con la legge
sulla libera concorrenza. I risultati dell’esame saranno resi
noti ad aprile; ne deriverà una raccomandazione al governo a
cambiare la legge inglese.

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