Brunetta: “C’è chi resiste all’innovazione? Io sorrido e vado avanti”

Al convegno Forum PA-Siav Academy il ministro replica alla platea che lo contesta: “Grazie alle nostre iniziative di informatizzazione abbiamo portato più efficienza e trasparenza nella PA”

Pubblicato il 07 Ott 2011

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"Io voglio l'innovazione, la trasparenza nella pubblica 
amministrazione. So che ho una parte di resistenze, ma so che la
maggioranza dei dipendenti, degli italiani e delle imprese sta
dalla mia parte. La rivoluzione porta con se resistenza; io sorrido
e  vado avanti". Lo ha detto il ministro della Pubblica
amministrazione e l'Innovazione, Renato Brunetta, concludendo
il suo intervento al convegno sull'e-government organizzato dal
Forum PA e dalla Siav Academy, di fronte a una platea di
imprenditori e dipendenti della pubblica  amministrazione, che in
parte ha rumoreggiato durante le  parole del ministro e in parte
ha applaudito.

Il ministro ha ricordato tutti gli interventi sul fronte
dell'innovazione e ha precisato: "Non voglio dire che
siamo stati bravi ma con l'introduzione dell'innovazione e
dell'informatizzazione abbiamo portato risparmio, trasparenza,
efficienza e merito. C'è una parte della PA che non vuole ma
vuole vecchi percorsi e comportamenti; per questa parte il nuovo è
come fumo negli occhi". Il ministro, rivolgendo alla platea,
ha dapprima sottolineato l'importanza del codice
dell'amministrazione digitale "che ho fortemente voluto e
per il quale abbiamo un cronoprogramma con cui implementarlo via
via".

Poi ha affrontato il tema dei certificati medici online, provocando
un certo brusio in sala, sottolineando che la novità "ha
consentito di risparmiare tra i 250 e i 300 milioni di
raccomandate, 500 inutili archivisti all'Inps mentre si è
ridotto il tasso di assenteismo del 32%".  Brunetta ha poi
ricordato le iniziative di informatizzazione che si stanno portando
avanti nel settore della giustizia e nella scuola.

Oltre che con le contestazione emerse al convegno Brunetta oggi ha
dovuto affrontare anche quelle provienti dalla stampa. Nel numero
de L'Espresso oggi in edicola si critica la strategia di
Palazzo Vidoni, definendola "semolice, semplificata, anzi
defunta". Pronta la risposta del ministero per bocca del
portavoce del ministro, Vittorio Pezzuto, che, in una lettera
inviata al direttore del settimanale, entra nel dettaglio delle
iniziative messe in campo.

"Sono ormai 993 le amministrazioni (incluse diverse nostre
ambasciate all’estero) che hanno fin qui volontariamente aderito
a “Mettiamoci la faccia”, il sistema che utilizza le
‘faccine’ come modalità di rilevazione della soddisfazione dei
loro clienti – scrive Pezzuto – In totale sono stati finora
raccolti 9,5 milioni di feedback (di cui quasi 4 milioni
dall’inizio del 2011) e nel complesso l’81% dei cittadini si
dichiara soddisfatto del servizio ricevuto".

"La Pec è ormai uno strumento largamente diffuso, sia in
tutte le PA centrali e locali (in www.indicepa.gov.it sono finora
rubricati circa 25.000 loro indirizzi) sia presso oltre 700.000
imprese e oltre 1,5 milioni di professionisti mentre 1,1 milioni di
cittadini hanno fatto finora richiesta di attivazione del servizio
– sottolinea la missiva – Questo strumento ha tra l’altro
ottenuto piena valenza giuridica non solo in termini generali
attraverso l’approvazione del nuovo Codice dell’Amministrazione
Digitale (Decreto legislativo n. 235/2010) ma anche attraverso
disposizioni specifiche in settori con normativa speciale, quale il
mondo della giustizia".
 Focus anche sui certificti di malattia online: "Da febbraio
a ieri ne sono stati inviati elettronicamente più di 16 milioni.
Si tratta di un’importante rivoluzione digitale che coinvolge
direttamente 17,5 milioni di lavoratori dipendenti (che non sono
più costretti a spendere circa 7,5 euro per spedire le due
raccomandate al proprio datore di lavoro e all’Inps), oltre
200mila medici e circa 5 milioni di imprese".

Intanto appena ieri il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti,
ha bloccato i progetti relativi alla carta di identità digitale
per i dipendenti pubblici e i pagamenti elettronici nella PA,
rispettivamente, per mancanza di copertura finanziaria e
dell'ok della Ragioneria generale dello Sato.

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