IL PREMIO POLIMI

E-health, sei strutture italiane sul podio dell’innovazione

Dematerializzazione, business intelligence e telemedicina “protagonisti” del Premio Innovazione Ict del Politecnico di Milano

Pubblicato il 17 Apr 2012

F.Me.

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Sono sei strutture sanitarie, selezionate tra 59 in tutta Italia, le vincitrici del Premio Innovazione Ict in Sanità 2012, consegnato oggi al Politecnico di Milano in occasione del convegno di presentazione dei risultati della Ricerca 2012 dell’Osservatorio Ict in Sanità promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano con il contributo dell’Ict Institute del Politecnico di Milano e in collaborazione con Senaf/Exposanità.

“Il Premio Innovazione Ict in Sanità, giunto alla sua terza edizione, ha l’obiettivo creare occasioni di conoscenza e condivisione dei progetti che si distinguono per capacità di utilizzare l’Ict come leva di innovazione e miglioramento nel mondo della Sanità in Italia – afferma Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Ict in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano – Si propone di generare un meccanismo virtuoso di condivisione delle esperienze di eccellenza delle strutture sanitarie italiane, che spesso non conoscono a pieno i benefici derivanti dall’adozione di moderne tecnologie come leva per migliorare le proprie performance”.

Per la categoria Gestione informatizzata dei farmaci nei processi ospedalieri si è aggiudicata il premio l’Ao Ospedali Riuniti di Bergamo, per quella relativa alle Soluzioni per l’assistenza domiciliare e la medicina sul territorio l’Asl 4 di Terni, per la categoria Ict e integrazione delle informazioni cliniche del paziente l’Azienda Ulss 18 di Rovigo, per le Soluzioni per un migliore servizio al cittadino l’Azienda UlssS 9 di Treviso, per la Dematerializzazione dei documenti e revisione dei processi l’Azienda Usl Valle d’Aosta, per i Sistemi di reporting direzionale e di business intelligence l’Istituto Mediterraneo per i Trapianti e le Terapie ad Alta Specializzazione (Ismett) di Palermo.

Ecco nel dettaglio le iniziative premiate.

AO Ospedali Riuniti di Bergamo – Gestione informatizzata dei farmaci nei processi ospedalieri. Gli Ospedali Riuniti di Bergamo, azienda ospedaliera pubblica di rilievo nazionale e di alta specializzazione, (oltre 3.500 operatori e 1.067 posti letto, 50mila ricoveri, oltre 23mila interventi chirurgici e 6 milioni di prestazioni ambulatoriali l’anno) dal 2005 ha avviato il progetto FarmaSafe@ – nato dalla sperimentazione congiunta con Sago, società del Gruppo Dedalus – finalizzato a sviluppare un sistema informatizzato di farmacoterapia che riguardasse l’intera gestione del ciclo del farmaco.
“Il progetto – spiega Corso – è stato premiato per il coinvolgimento di tutti gli attori delle varie fasi del processo di gestione del farmaco in tutti i reparti dell’Azienda Ospedaliera e per i notevoli benefici raggiunti, in termini di riduzione del rischio clinico, velocizzazione nello svolgimento delle attività, miglioramento del supporto informativo e decisionale e recupero complessivo di efficienza nel processo di gestione della farmacoterapia”.

Il sistema oggi è diffuso al 91% dei reparti per un totale di 115 centri di costo tra degenze e ambulatori, con il coinvolgimento di oltre 500 medici, 1.200 infermieri, 7 farmacisti e 4 informatici, per un totale di 5,2 milioni di somministrazioni registrate. Le terapie farmacologiche vengono prescritte dal medico direttamente al letto del paziente, con un computer portatile collegato in rete wireless; allo stesso modo, gli infermieri visionano a computer il piano di lavoro e i farmaci da somministrare ai degenti.

In fase di somministrazione viene eseguito un riconoscimento di farmaci e preparati tramite lettura ottica dei rispettivi barcode, garantendo un ulteriore controllo e riducendo il rischio di errori. Il sistema richiede la lettura del barcode di ogni preparato anche ad inizio infusione e ad ogni cambio di contenitore, così da verificare la correttezza della sequenza di infusione, tracciandone nel contempo i tempi di infusione e garantendo la completa tracciabilità del processo di somministrazione.

Il farmacista, che affianca il medico e l’infermiere in reparto nella fase di gestione del farmaco, ha la costante opportunità di accedere alle informazioni, conoscendo in ogni momento le terapie dei singoli pazienti e potendo interagire con il personale sanitario nella condivisione di protocolli terapeutici e procedure di ricostituzione delle terapie complesse.

Per le preparazioni galeniche specialistiche la prescrizione informatica viene inviata dal medico alla farmacia centrale dove il farmacista traduce, sempre per via informatica, il tutto in un foglio di preparazione con stampa delle etichette al fine di eseguire correttamente il galenico.
Alla dimissione, il sistema consente di preparare tutti i documenti necessari per la cartella clinica, compreso il “foglio unico di terapia”, che riporta tutto quanto è accaduto in termini farmacologici durante il ricovero. Il medico, inoltre, può effettuare la prescrizione informatizzata del primo ciclo di terapia domiciliare che l’Ospedale garantisce ad ogni paziente in fase di dimissione.

I principali benefici connessi con l’implementazione della soluzione riguardano: la riduzione del rischio clinico, con valori che variano dal 16% al 46% a seconda della fase e del reparto coinvolto, calcolato secondo la metodologia FMECA attraverso l’esame delle variazioni dell’Indice di priorità di Rischio (IPR), indicatore del livello di rischiosità relativa delle attività di processo; la velocizzazione delle attività, soprattutto per la fase di preparazione dei farmaci chemioterapici in Farmacia, che ha visto una riduzione del 19% del tempo per la preparazione di farmaci per pazienti già in terapia e del 59% per pazienti nuovi; il supporto informativo fornito agli operatori, che si concretizza sia nella maggior velocità con cui gli utenti possono accedere alle informazioni utili alle proprie attività (miglioramenti medi del 92%), sia nel maggior supporto decisionale offerto dallo strumento informatico; la riduzione degli stock di reparto e dei costi legati a ri-preparazioni di farmaci; la soddisfazione nell’utilizzo dello strumento da parte del 93% degli operatori.

In sintesi, l’impiego di un workflow controllato garantisce una migliore gestione dell’intero processo di cura e una migliore qualità del servizio al paziente. In questo senso la tecnologia non si traduce in una spersonalizzazione della clinica, ma in uno strumento che consente al capitale umano di esprimersi al meglio, disponendo di strumenti e dati adeguati al livello dell’attività che svolgono. Il futuro trasferimento nel Nuovo Ospedale permetterà l’evoluzione del sistema a supporto della gestione della farmacoterapia anche in relazione all’impiego di farmaci in confezione monodose, il che si traduce nell’utilizzo di armadi robotizzati e nell’esternalizzazione del magazzino farmaceutico, ma anche nel
collegamento di FarmaSafe@ al dossier sanitario elettronico aziendale D@se e agli strumenti mobile al letto
del paziente.

Asl 4 di Terni – Soluzioni per l’assistenza domiciliare e la medicina sul territorio. L’Azienda Sanitaria Locale 4 di Terni si articola in tre distretti sociosanitari (numero 1 di Terni, numero 2 di Narni e Amelia, numero 3 di Orvieto) e gestisce due ospedali (Narni – Amelia e Orvieto), ha il compito di tutelare la salute della popolazione residente nella provincia di Terni, un territorio con 225 mila abitanti e 32 Comuni. Da Maggio 2010, grazie alla sponsorship della Direzione Generale della Asl 4, nonché della Direzione Regionale Sanità e Servizi Sociali della Regione Umbria, ha avviato un progetto per migliorare il processo di assistenza domiciliare integrata grazie ad un sistema informativo e informatico che permette di implementare modelli di governance delle prestazioni e dei servizi erogati a partire dalle condizioni di salute della persona e a gestire il debito informativo verso il Nuovo Sistema Informativo Sanitario Nazionale.

“Il progetto è stato premiato per l’innovativo modello di governance del territorio – chiarisce Corso – reso possibile da un sistema informatico in grado di migliorare il processo di assistenza domiciliare integrata, e per la coerenza con le norme di riferimento regionali e nazionali che mirano a raggiungere non solo obiettivi di copertura dei servizi domiciliari, ma anche a ridurre i costi del sistema sanitario”. Il sistema è costituito da una piattaforma hardware installata presso la Regione Umbria, per la gestione centralizzata dei dati riguardanti le Residenze sanitarie (RS) e i servizi delle Cure Domiciliari, e integrata con l’Anagrafe Regionale, permettendo quindi la completezza di informazioni riguardanti gli oltre 7.000 pazienti per cui è previsto un percorso di assistenza domiciliare. Al server centrale sono collegate diverse postazioni client, presenti presso la ASL stessa, presso i Distretti, i Punti Unici di Accesso (Pua), le RS e gli Ospedali.

Alla piattaforma accedono, infatti, anche i Medici di Medicina Generale, che inseriscono via web le richieste di arruolamento di pazienti in regime di assistenza domiciliare integrata, e le Aziende Ospedaliere, nel caso di dimissioni protette. Una volta inserite le informazioni sul sistema, il software in dotazione consente di effettuare una valutazione multidimensionale del paziente (tramite Vaor-Adi) per l’assegnazione di un percorso di assistenza ad hoc. L’applicativo consente la memorizzazione delle informazioni rilevate durante le diverse attività assistenziali permettendo quindi la rielaborazione dei dati e la generazione di report riassuntivi, utili per il controllo della spesa.
La possibilità, da parte di tutti gli operatori abilitati, di operare su un’unica piattaforma ha consentito di arricchire la conoscenza del singolo paziente, abilitando una miglior qualità del servizio offerto, maggiore flessibilità e controllo delle attività svolte sul territorio e promuovendo una cultura che vede il cittadino come fulcro delle attività assistenziali. Infatti, seguire i percorsi di cura delle persone dal momento in cui accedono alla rete dei servizi per la prima volta fino al termine del percorso consente di valutare continuamente gli esiti delle azioni intraprese, abilitando eventuali azioni correttive.

Con lo scopo di gestire al meglio il cambiamento, l’introduzione del sistema è stata preceduta da un’analisi dei processi e dei percorsi assistenziali in coerenza con le normative regionali, al fine di consentire a tutto il personale coinvolto di condividere la configurazione del sistema. La fase di avvio è stata supportata da un piano di formazione rivolto ai circa 250 operatori coinvolti (medici specialisti, infermieri, fisioterapisti, assistenti sociali e Coordinatori delle Professioni), affiancato da tavoli di lavoro che hanno inoltre permesso la raccolta di suggerimenti per l’adeguamento del sistema. Tutto il processo è stato seguito da un capo progetto con supervisione e costante supporto della Direzione dell’Azienda con lo scopo di mantenere sempre alta l’attenzione verso gli obiettivi.

Il sistema è stato esteso nel mese di marzo all’Hospice e nel prossimo semestre lo sarà anche alla Salute mentale e al Sociale, riuscendo a corrispondere la necessaria risposta al debito informativo nazionale e nel contempo ad essere un’unica piattaforma gestionale per le attività assistenziali territoriali. Si prevede per il futuro l’estensione del sistema alla Asl 1 di Città di Castello e all’Asl 3 di Foligno.

Azienda Ulss 18 di Rovigo – Ict e integrazione delle informazioni cliniche del paziente L’Unità Locale Socio-Sanitaria n. 18 di Rovigo della Regione Veneto è stata istituita il 1°Gennaio 1995 ed eroga i propri servizi socio-sanitari a 41 comuni, con una popolazione di oltre 170.000 abitanti. La strategia aziendale è stata rivolta principalmente, durante l’ultimo decennio, ad incrementare l’informatizzazione dei processi clinico-assistenziali e dei servizi rivolti ai professionisti e ai cittadini, nella convinzione che una corretta gestione informatizzata consenta di aumentare la qualità delle cure e l’efficienza della struttura stessa. Per questi motivi nel 2004 si è sviluppato, anche grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, un piano di ammodernamento (composto da specifici sotto-progetti) che ha consentito un’evoluzione strutturata di informatizzazione di tutti i processi clinico assistenziali. Il progetto complessivo è stato implementato in un arco temporale di otto anni, dal 2004 ad oggi, con un elevato commitment da parte della Direzione Generale e di alcune strutture aziendali, coinvolte nello sviluppo, con l’individuazione di quattro ambiti principali alla base di tutto il processo di ammodernamento: il diario di ricovero, l’Order Entry (Cpoe), i risultati degli accertamenti diagnostici e i sistemi di supporto decisionale (Cdss). “Il progetto – dice Corso – è stato premiato per aver fornito un supporto integrato di funzionalità mediche ed infermieristiche con gestione della gran parte delle informazioni strutturate relative al ricovero ospedaliero e per aver coinvolto un gruppo di lavoro multidisciplinare nello sviluppo che nell’implementazione della soluzione”.

L’architettura complessiva del progetto ha seguito uno schema preciso che prevede la centralità del paziente all’interno del processo di cura. Tale prospettiva si concretizza sia attraverso la disponibilità delle informazioni sanitarie relative al paziente in ogni postazione di lavoro fissa o mobile (fino al letto del malato) all’interno dell’Azienda Sanitaria, sia grazie a sistemi di controllo del flusso informativo che consentono di aumentare la sicurezza e la gestione delle attività assistenziali. In particolare, per ottenere nella pratica gli obiettivi sopra descritti, si è partiti creando l’infrastruttura tecnologica ed informativa necessaria all’implementazione e all’integrazione delle diverse procedure aziendali. Negli anni, partendo dall’anagrafe unica provinciale, sono state integrate procedure e applicazioni quali: il Cup provinciale, l’Adt, l’Order Entry, LIS, Ris/Pacs (completa gestione di tutta la diagnostica radiologica, cardiologica e di diagnostica endoscopica), l’anatomia patologica, il trasfusionale, la gestione delle visite ambulatoriali, la cardiologia (Ecg), la cartella di ricovero (con molteplici funzionalità sia lato medico, che infermieristico), il registro operatorio, il Repository aziendale ed i diversi collegamenti con le apparecchiature elettromedicali, al fine di permettere la raccolta informatizzata dei parametri vitali rilevati.

Mentre alcuni dei sistemi dipartimentali generano referti firmati digitalmente e direttamente accessibili all’interno della cartella clinica informatizzata, il Lis, il Ris e la Cardiologia arricchiscono tale funzionalità con la possibilità rispettivamente di tracciare l’andamento temporale degli esami di laboratorio, di visualizzare le immagini radiologiche e i tracciati Ecg direttamente al letto del paziente. Gli strumenti utilizzati per supportare il lavoro in reparto sono Pc portatili (con o senza carrello) e Pc Desktop in relazione alla necessità o meno di usufruire di informazioni cliniche al letto del paziente per attuare il processo di cura. Ogni postazione mobile è dotata di lettore barcode per le attività di identificazione del malato e somministrazione personalizzata della terapia farmacologica.

La digitalizzazione ha consentito l’attuazione del paradigma “one patient – one record”, prerequisito essenziale per poter ottenere il fascicolo socio-sanitario del paziente, come raccolta permanente di tutti gli episodi di contatto del cittadino con il servizio sanitario. Il progetto complessivo è attualmente diffuso nei due presidi dell’Ulss 18 di Rovigo e quasi completamente diffuso nelle sedi territoriali. Lo sviluppo e l’implementazione del progetto ha richiesto profondi cambiamenti organizzativi nei processi, nelle competenze e nei ruoli. Tali cambiamenti organizzativi sono stati a volte di difficile attuazione e sono stati risolti con differenti metodologie: dialogo con le parti interessate, applicazioni di “leve motivanti” e nei casi più complessi applicando un approccio “top-down”. Inoltre, sono stati effettuati periodi di “formazione sul campo”, per garantire l’assimilazione dei nuovi processi e risolvere le problematiche che sono sorte durante le fasi di implementazione.

La completa digitalizzazione della gestione del processo assistenziale e dei documenti correlati ha consentito di aumentare la “sicurezza del paziente” (anche in termini di misurazione degli eventi avversi), la trasparenza dei processi e la loro standardizzazione e una ottimizzazione complessiva dei processi in termini di efficienza.
Le prospettive di sviluppo riguardano principalmente il miglioramento e l’implementazione di nuovi strumenti di supporto decisionale nonché l’estensione nel territorio degli attuali servizi offerti dall’azienda sanitaria al fine di seguire il paziente durante tutto il suo percorso assistenziale, con particolare riguardo al malato cronico. L’iniziativa si colloca all’interno di un percorso più ampio di dematerializzazione e di virtualizzazione degli sportelli aziendali, in linea con il progetto regionale “Veneto Escape”, e nasce dall’esigenza di aggiornamento dei servizi offerti al cittadino rispetto alle nuove tecnologie emergenti (smartphone e tablet). Il progetto è stato promosso dalle unità operative Programmazione Ricerca e Comunicazione e Servizio per l’Informatica, con la collaborazione del Servizio Cup.
“Il progetto – spiega Corso – è stato premiato per la capacità di sviluppare una piattaforma che consente ai cittadini di consultare i propri dati clinici su un canale innovativo, quello Mobile, sfruttando un accesso rapido e sicuro ai propri referti”. “Referti Mobile” infatti è un’applicazione gratuita per la visualizzazione dei referti prodotti dall’Azienda su dispositivi mobili che operano su piattaforme iOs e
Android. In particolare, il paziente, all’atto della prenotazione al Cup , riceve un promemoria cartaceo dell’appuntamento dove sono riportati anche i codici di accesso per il download dei referti (codice fiscale e codice identificativo, forniti anche in modalità Qr Code). Attraverso l’utilizzo della fotocamera presente sul proprio smartphone o tablet, l’utente può inserire automaticamente le credenziali per accedere al servizio, eccezion fatta per gli ultimi 5 caratteri del codice fiscale che, per motivi di tutela della privacy, devono essere inseriti manualmente. È previsto in ogni caso l’inserimento manuale, nel caso in cui il Qr Code non sia stampato in modo chiaro o in caso di malfunzionamento della fotocamera. Una volta effettuato l’accesso al sistema, l’applicazione presenta una maschera di ricerca attraverso cui l’utente ha la possibilità di selezionare il referto desiderato, che potrà essere semplicemente visualizzato oppure salvato sul dispositivo.

Con l’introduzione di questo servizio la Ulss 9 di Treviso punta ad ampliare significativamente le possibilità per un cittadino di scaricare il proprio referto da Internet, sia riducendo ulteriormente il tempo necessario, sia per la possibilità di farlo in qualsiasi momento della giornata. I benefici sono ancora più evidenti per quei pazienti soggetti a patologie croniche, che necessitano di controlli periodici frequenti. Inoltre, la lettura dei
codici personali tramite Qr Code consente un accesso ancora più immediato al servizio. Non da ultimo, lo strumento mobile è più semplice da utilizzare rispetto al Pc e consente di superare le barriere legate all’infrastruttura di rete, in particolare in quelle aree in cui non è ancora presente la linea Adsl.

Nonostante il lancio ufficiale sia previsto per Aprile 2012, l’applicazione è già presente all’interno degli application store e ha già fatto registrare centinaia di download. “Referti Mobile” rappresenta dunque il primo passo verso uno sportello virtuale e, in futuro, acquisirà nuove funzionalità come, per esempio, la prenotazione della visita e il pagamento dei ticket. Una volta che sarà completata l’implementazione di un Fascicolo Sanitario Elettronico a livello regionale, questo tipo di applicazione potrà diventare il punto di accesso preferenziale per il cittadino, con la possibilità di consultare referti prodotti da tutte le aziende sanitarie della Regione.

Azienda Usl Valle d’Aosta – Dematerializzazione dei documenti e revisione dei processi. L’Azienda Usl Valle d’Aosta, fondata nel 1773 dall’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro di Torino, è composta da un Ospedale Regionale sito ad Aosta, da un Presidio Ospedaliero sito a Beauregard, da 4 Poliambulatori e da 6 Centri Traumatologici. Nel 2006 è stato avviato il primo progetto di dematerializzazione interno alla Ausl, che ha interessato tutta la documentazione clinica prodotta dal Dipartimento di Diagnostica per Immagini, contemporaneamente all’implementazione del sistema Ris-Pacs, primo sistema che, a livello nazionale, ha previsto l’utilizzo routinario e sistematico della firma digitale per i referti radiologici e la conservazione a norma di legge sia di referti che di immagini (circa 1.000.000 di referti dematerializzati fino ad oggi). Nel 2010 si è aggiunta la gestione dematerializzata dei Verbali di Pronto Soccorso (circa 80.000 verbali dematerializzati fino ad oggi),
che vengono tutti firmati digitalmente e sottoposti a conservazione sostitutiva. Nel 2011 l’Ausl ha deciso di estendere i servizi di firma digitale e conservazione sostitutiva a gran parte della documentazione clinica ed, in modo particolare, ai documenti che il Ministero della Salute ha indicato, nelle Linee Guida del Tavolo Sanità Elettronica, quali documenti prioritari e raccomandati da gestire nel Fascicolo Sanitario Elettronico: referti e immagini di Diagnostica per Immagini, Patient Summary, Verbali di Pronto Soccorso, Referti di Laboratorio Analisi, Referti di Anatomia Patologica, Verbali di Atti Operatori, Lettere di Dimissioni. In ottica di estendere il livello di dematerializzazione a tutta la documentazione prodotta, a breve verrà introdotta la firma grafometrica.

L’obiettivo resta comunque quello di arrivare, nell’arco di 5 anni, alla totale dematerializzazione dei documenti clinici includendo la Cartella Clinica nella sua interezza. “Il progetto – dichiara Corso – è stato premiato per l’approccio ai processi di dematerializzazione che ha permesso di coniugare lo sviluppo degli aspetti tecnologici con quelli organizzativi, necessari a definire in modo chiaro e condiviso ruoli e responsabilità, e per il largo coinvolgimento degli attori aziendali interessati”.

Punto di forza del progetto, infatti, è stata la volontà di accompagnare lo sviluppo tecnico-applicativo con una revisione organizzativa dei processi interessati. È stato avviato un progetto di revisione organizzativa fortemente correlato con il piano di sviluppo tecnologico, che ha coinvolto tutti gli attori dell’Ausl e che ha portato ad istituire uno specifico Ufficio Dematerializzazione, con il ruolo di supportare il percorso di dematerializzazione a partire dalla progettazione reparto per reparto e di provvedere alla reingegnerizzazione dei processi, alla formazione e alla realizzazione dei flussi dematerializzati. L’Ufficio Dematerializzazione, inoltre, supporta l’organizzazione di eventi e programmi di comunicazione interni ed esterni e di piani di formazione differenziati sul profilo degli operatori coinvolti nel progetto. I benefici della dematerializzazione, oltre che legati ad una maggiore efficienza, sono di carattere organizzativo e connessi alla formalizzazione e consapevolezza delle responsabilità degli operatori coinvolti nel processo di creazione, conservazione ed esibizione dei documenti dematerializzati. Dal punto di vista del governo dei processi, inoltre, la dematerializzazione ha aumentato la trasparenza delle informazioni e il livello di standardizzazione, monitoraggio e controllo dei processi.

Ismett Palermo – Sistemi di reporting direzionale e di business intelligence. L’Istituto Mediterraneo per i Trapianti e le Terapie ad Alta Specializzazione (Ismett) nasce a Palermo da una partnership tra la Regione Siciliana ed Upmc (University of Pittsburgh Medical Center). Fin dalla sua apertura, l’Istituto ha posto particolare attenzione all’informatizzazione e alle nuove tecnologie, utilizzate per migliorare gli standard di qualità di Ismett. Un ruolo centrale all’interno dei sistemi informativi dell’Istituto è ricoperto dalla Cartella Clinica Elettronica, un sofisticato sistema che ha permesso non solo di eliminare tutta la documentazione cartacea ma anche di avere una tracciabilità di qualsiasi azione condotta all’interno. Le grandi potenzialità tecnologiche dell’Istituto hanno permesso di avviare e sviluppare un progetto di Business Intelligence, ovvero un sistema che permetta la gestione al suo interno di più modelli di cost accounting tra loro tutti collegati, interdipendenti e sempre tra loro coerenti, come quelli di: contabilità analitica a costi diretti e a costi pieni, un sistema di activity based costing orientato al singolo paziente, un sistema integrato di budgeting. “Il progetto è stato premiato per l’approccio complessivo con cui è stato concepito – spiega Mariano Corso – considerando congiuntamente tutti gli aspetti di strategia, processi organizzativi e tecnologia e per aver oltrepassato i limiti che caratterizzano i classici modelli di controllo dei costi basati sui centri di responsabilità, per approdare ad una logica più evoluta, basata sul singolo episodio di cura”.

La realizzazione del progetto – che ha visto il coinvolgimento del Dipartimento di Pianificazione e Controllo di Gestione in collaborazione con il Dipartimento Information Technology dell’Istituto – è partita nell’aprile del 2010, registrando un investimento pari a 179.000 €. Il collaudo è stato effettuato appena un anno dopo e ad oggi il sistema è in uso presso Ismett e in continua evoluzione. L’obiettivo è quello di individuare le aree
nelle quali è possibile effettuare dei miglioramenti, in modo tale da liberare risorse, investendole nel miglioramento continuo della qualità delle prestazioni erogate al cliente e della sua soddisfazione. L’idea attorno alla quale si è sviluppato il progetto è quella di considerare il singolo evento clinico come determinante dei costi aziendali. Il paziente viene pensato, dal punto di vista gestionale, come un “aggregato di costi”, al quale è attribuito in modo univoco e diretto il valore delle risorse assorbite nei diversi eventi sanitari, per le relative prestazioni dei medici, per i consumi diretti di farmaci, dei dispositivi medico/chirurgici, esami di diagnostica, interventi di sala operatoria, ecc. Ogni evento è valorizzato economicamente e associato ad indicatori quantitativi-produttivi implementando, di fatto, la logica dell’Activity Based Costing orientata al singolo paziente.

Il tool di Business Intelligence, basato sulla soluzione Cognos di Ibm permette di raccogliere, immagazzinare, analizzare e distribuire informazioni sui processi aziendali, generalmente per scopi direzionali. Integrando l’ambito amministrativo con quello sanitario è possibile conoscere le risorse utilizzate e i risultati ottenuti, permettendo quindi una agevole analisi dei dati e la ricerca di possibili miglioramenti.
La reportistica prodotta dal sistema è automatizzata e configurabile e consente di mettere in relazione le attività cliniche con i costi sostenuti e i ricavi percepiti. Questo aspetto è di fondamentale importanza per concretizzare il concetto di miglioramento continuo. Lo strumento introdotto consente, infatti, di conoscere i costi di ogni singola attività svolta, confrontando il risultato ottenuto con quello programmato nel budget e comprendendo, quindi, dove è possibile ottimizzare l’attività.

Inoltre, la “flessibilità” del sistema consente di apportare variazioni nelle logiche, nei dati d’input e nella rappresentazione delle informazioni, in modo da gestire la reportistica coerentemente all’evoluzione dell’Istituto stesso e alle priorità definite dalla Direzione Generale. Un modello così costruito presenta due elementi di forte innovatività: il primo consiste nell’avere a disposizione, in un unico sistema informativo, dati eterogenei collegati, incrociabili e sintetizzabili; il secondo elemento consiste nell’avere realizzato un modello espandibile e gestibile in via continuativa anche in tempi brevi.

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