LA PROPOSTA

Agenda digitale, la Ue spinge sulla firma elettronica

Armonizzazione dei regimi nazionali e norme comuni per i servizi fiduciari i pilastri del regolamento proposto dalla Commissione europea. Obiettivo: velocizzare la creazione del mercato unico

Pubblicato il 04 Giu 2012

Federica Meta

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La Commissione europea ha proposto nuove norme per consentire transazioni elettroniche transfrontaliere sicure in Europa. Il regolamento punta a garantire che i cittadini e le imprese possano utilizzare i loro regimi nazionali di identificazione elettronica (eID) per accedere ai servizi pubblici negli altri paesi dell’Ue in cui la eID è disponibile. Altro obiettivo è la creazione di un mercato interno per le firme elettroniche e i servizi fiduciari online connessi, che opereranno così attraverso le frontiere con il medesimo valore legale dei processi tradizionali su base cartacea. “In tal modo – spiega una nota di Bruxelles – si darà pieno effetto ai notevoli risparmi potenziali consentiti dagli appalti pubblici online”.

La proposta rispetta pienamente sia i sistemi nazionali di identificazione esistenti che le preferenze degli Stati membri che non hanno un regime nazionale di identificazione. Inoltre, consente ai paesi che possiedono una eID di aderire al regime europeo o di rimanerne al di fuori Uno Stato membro che ha notificato l’intenzione di aderire al regime paneuropeo deve offrire lo stesso accesso ai servizi pubblici via eID che già offre ai propri cittadini.

“Occorre che i cittadini e le imprese possano trattare nell’ambito di un mercato unico digitale senza frontiere, perché è questo il valore di internet – sottolinea il commissario per l’Agenda digitale, Neelie Kroes – Anche la certezza del diritto e la fiducia sono essenziali e per questo occorre un regolamento più completo sulle firme elettroniche e sull’identificazione elettronica.

“Questa proposta consente ai cittadini che dispongono di una eID di trarne il massimo vantaggio. Grazie al riconoscimento reciproco delle eID nazionali e alle norme comuni per i servizi fiduciari e le firme elettroniche, possiamo evitare una segmentazione di internet e dei servizi pubblici online in compartimenti nazionali e facilitare la vita di milioni di imprese e di un numero ancor maggiore di cittadini.”

Il regolamento proposto invece non obbligherà gli Stati membri ad adottare – o i singoli a procurarsi – carte d’identità nazionali, carte d’identità elettroniche o altre soluzioni eID, non introdurrà una eID europea o una banca dati europea di qualsiasi tipo e, infine, non consentirà o richiederà la condivisione di informazioni personali con altri soggetti.

Per la eID, il regolamento introduce la certezza giuridica attraverso il principio del riconoscimento e dell’accettazione reciproca, in base al quale gli Stati membri accettano le eID nazionali che sono state ufficialmente notificate alla Commissione. Gli Stati membri non hanno l’obbligo di registrare le loro eID nazionali, ma la Commissione auspica che decideranno di farlo.

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