CERSCITA 2.0

Agenda digitale, Parisi: “Industria pronta ad investire”

Giudizio positivo sul dl Crescita 2.0 da parte del presidente di Confindustria Digitale: “Sosterremo la realizzazione del piano con investimenti in infrastrutture e nuove tecnologie”. Il Parlamento si prepara a presentare emendamenti in aula. Attesi i dettagli sulle coperture finanziarie

Pubblicato il 05 Ott 2012

Federica Meta

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Il giorno dopo l’approvazione del decreto sviluppo bis – ribattezzato dal premier Mario Monti “Trasforma Italia” e “Crescita 2.0” – a tenere banco è la questione delle copertura finanziaria per un provvedimento che vale circa 400 milioni di euro. Mentre per quanto concerne il documento digitale unificato il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, ha assicurato che la copertura finanziaria è assicurata (si tratta di 82 milioni a regime a cui vanno sottratti i 20 già stanziati per la carta servizi): per capire da dove verranno presi i fondi per “trasformare” l’Italia bisognerà però aspettare i prossimi giorni e, soprattutto la valutazione del ministero dell’Economia, che dovrà dire se gli euro reperiti saranno sufficienti a realizzare i progetti. Molto, comunque, dipenderà da quanto verrà scritto nei decreti attuativi: è ancora fresco i ricordo del piano E-gov 2012 di Brunetta che prevedeva l’avvio della ricetta digitale a più riprese bloccata dal Mef che avvertiva della mancanza di un’adeguata copertura finanziaria.

Quello che si sa finora è che parte degli incentivi alle start up – circa 200 milioni di euro l’anno a regime – verranno coperti in parte con le risorse della Cassa Conguaglio per il settore elettrico.

Intanto il dl incassa giudizi positivi da parte dell’industria.

STEFANO PARISI, presidente di Confindustria digitale: “L’appprovazione del dl è un importante passo avanti per spingere il sistema Italia a intraprendere, attraverso l’uso intensivo dell’innovazione digitale, un nuovo percorso di modernizzazione e crescita. Pur essendo consapevoli di una serie di criticità e carenze presenti nel decreto il nostro non può essere che un giudizio positivo verso un provvedimento che finalmente introduce nella società ed economia italiane fattori antirecessivi e reali opportunità di cambiamento. L’industria italiana dell’Ict è pronta a fare la sua parte con investimenti infrastrutturali e su nuove tecnologie, affinché questo importante progetto Paese prenda corpo in tempi rapidi”.

PAOLO ANGELUCCI, presidente di Assinform: “Le misure introdotte vanno nella direzione giusta, anche se, dopo 327 giorni e da 40.000 parole, dall’esecutivo ci aspettavamo qualcosa di più – dice Angelucci – Si sente ancora l’esigenza di un quadro di riferimento organico, e questo sarà il tema da affrontare in fase di conversione del decreto. Quello che oggi conta a è che il solco è stato tracciato e che tutti, Pubbliche Amministrazioni e Imprese, contribuiscano d’ora in poi a consolidarlo. Assinform da sempre promuove lo sviluppo dell’Information Technology. Oggi raccoglie un risultato che la incoraggia a continuare con forza nell’interesse del Paese, delle imprese e del settore rappresentato, che occupa circa 400 mila addetti e che ha tutte le tecnologie e le professionalità richieste dai programmi dell’Agenda Digitale. Nel quadro di un miglior rapporto con le Amministrazioni, Assinform ha già organizzato una task-force di esperti per offrire tutto il know-how e l’esperienza necessari allo sviluppo del Paese attraverso le tecnologie digitali”.

FRANCO BASSANINI, presidente Cassa Depositi e Prestiti: “Il varo del decreto sviluppo con l‘Agenda digitale è una buonissima notizia, ma se metà del decreto è nuova, nell’altra metà ci sono disposizioni che trovate in leggi e provvedimenti della fine degli anni ’90. Son ben contento che si riparta con un mucchio di cose in più, però occorre fare attenzione alle delibere. In Italia le leggi si fanno e si fanno innovative, dopodiché non succede niente per anni. Inoltre è difficile affidare l’implementazione a una cabina di regia formata da quattro ministri: finché ci sono questi, sono capaci di lavorare insieme, ma se tornasse un governo politico e nella cabina di regia ci fossero ministri che appartengono a diversi partiti o a diverse correnti, la regia plurima la vedo come un punto debole”.

MARCO PATUANO, Ad di Telecom Italia: “Siamo di fronte a un approccio sistemico, ampio, che recepisce un tema posto da tempo dagli operatori, cioè lavorare sui bisogni dei cittadini. La prevista digitalizzazione della pubblica amministrazione, dalla scuola alla sanità agli enti locali, darà sicuramente una spinta ad aumentare l’uso degli strumenti digitali. E questo crea un bisogno concreto e reale di infrastrutture digitali”.

PAOLO BERTOLUZZO, Ad di Vodafone Italia: “Al di là singoli provvedimenti, è da apprezzare il segnale forte di volontà di modernizzazione del Paese- evidenzia – Alcuni interventi potranno partire immediatamente mentre per altri bisognerà porre molta attenzione alla fase di realizzazione”. Tra questi ultimi, la digitalizzazione di scuola sanità “la cui realizzazione è tecnicamente ed operativamente molto complicata”.

MASSIMO SARMI, Ad di Poste Italiane: “Il dl dimostra una grande sensibilità, acclarata e confermata sui temi che sono importanti. Ora tocca a noi e con le infrastrutture esistenti si può fare molto per l’innovazione dei servizi. La macchina messa in moto crea un circolo virtuoso”.

DAVID BEVILACQUA, vice presidente South Europe di Cisco: “Il decreto è un primo importante passo, ma c’è ancora molto da fare. Con le disposizioni approvate oggi, il Governo dimostra di aver compreso che ladigitalizzazione del nostro Paese ha due volti, strettamente legati: la disponibilità di tecnologia e la diffusione di conoscenza sul suo utilizzo. La tecnologia non può più essere solo un argomento per addetti ai lavori: perché il processo di digitalizzazione abbia successo dobbiamo accompagnarlo con un’azione diretta, che crei a livello individuale e collettivo una cultura digitale e prosegua nel tempo, facendodiventare l’Agenda Digitale parte del Dna del nostro Paese per sempre”.

Sul versante della politica il giudizio di massima è positivo anche se si aspetta di vedere il testo definitivo per verificare quali e quanti emendamenti presentare in sede di conversione.

ANTONIO PALMIERI (Pdl): “Il Parlamento è pronto ad intervenire con emendamenti sull’Agenda digitale. Con Gentiloni e Rao (firmatari insieme a Palmieri testo bipartisan varato dalla Commissione Trasporti e Tlc della Camera ndr) del testo abbiamo già deciso di presentare emendamenti partendo dal testo condiviso e votato in Commissione anche se per i dettagli aspettiamo di vedere il testo del decreto che speriamo venga diffusa lunedì. Solo allora si potrà dare un giudizio reale sul provvedimento e stabilire come si può migliorarlo e soprattutto valutare l’impatto finanziario dei progetti. Particolarmente delicata è la questione delle start up per le quali perdurano incognite: bisognerà vedere se il fondo di garanzia di cui parla il dl per saprà contribuire a rendere più forte il venture capital. Tutto dipenderà dalle scelte del Governo e se l’esecutivo vorrà investire quello che serve. Poi bisognerà vedere come reagiranno le imprese. Auspicio è che la discussione per la trasformare il dl in legge inizi alla Camera “in virtù del lavoro fatti dai deputati sui temi dell’Agenda digitale”.

PAOLO GENTILONI (Pd) : “La svolta rappresentata dal dl è soprattutto di tipo culturale. Per la prima volta un presidente del Consiglio ha sottolineato le capacità anti-cicliche dell’innovazione e la volontà di fare dell’Agenda digitale la leva per la ripresa economica. Gli emendamenti che verranno presentati in Aula si baseranno sul approvato in Commissione Trasporti”.

STEFANO FASSINA, responsabile economico del Pd: “Il decreto sviluppo darà po’ di ossigeno alla nostra economia reale. In particolare, il credito d’imposta, previsto fino al 50% del costo dell’investimento, per favorire la realizzazione di nuove opere infrastrutturali è uno strumento rilevante in una fase di crollo degli investimenti pubblici e privati. Finalmente, dopo oltre un anno di tentativi compiuti dal Parlamento, il Governo accoglie una proposta utile sia allo sviluppo che alla finanza pubblica”.

ROBERTO RAO (Udc): “Il governo e i ministri competenti hanno mantenuto la promessa: il decreto sull’agenda digitale e’ stato approvato senza ulteriori rinvii. Questo importante risultato è stato possibile anche grazie alla compattezza e all’impulso del Parlamento e in modo particolare delle forze politiche che sostengono il Governo Monti. E’ chiaro che ci potranno essere dei miglioramenti al momento della conversione in legge – aggiunge Rao – e penso, ad esempio a un rafforzamento delle politiche di alfabetizzazione digitale o a più consistenti agevolazioni fiscali. La priorità resta però la rapida approvazione del decreto, in modo che l’Italia possa iniziare a competere su un piano di effettiva parità con gli altri Paesi tecnologicamente sviluppati, attraverso iniziative a costi bassissimi che rappresentano però uno straordinario volano per l’occupazione e lo sviluppo”.

FELICE BELISARIO (Idv): “Il provvedimento del governo sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione, almeno a sentire le prime dichiarazioni e benché tardivo, sembrerebbe andare nella giusta direzione ma bisogna prima leggere le carte e poi essere molto attenti alla discussione parlamentare. L’esecutivo ha il vizietto di mettere la fiducia con una certa frequenza. L’agenda digitale è un faro attraverso il quale promuovere lo sviluppo. Qualcosa sembra si stia finalmente muovendo ma, per il momento, siamo soltanto al punto di partenza. Quanti anni ci vorranno, ad esempio, per far sparire la carta dagli uffici pubblici? Quando ci sarà la carta d’identità elettronica per tutti? Quando avremo il fascicolo sanitario elettronico? E infine, il governo sa che per far andare davvero a regime l’open data servono investimenti in formazione o pensa che i dipendenti pubblici oggi siano già in grado di gestire al meglio le nuove tecnologie? Insomma, quanto ha previsto di spendere il governo per l’agenda digitale? Speriamo che dopo gli annunci e le conferenze stampa si passi ad essere operativi!”.

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