IL PROVVEDIMENTO

Debiti PA, Rehn: “Bene il dl, ora verificare i conti pubblici”

Il commissario Ue all’Economia avverte: “Valuteremo se l’Italia può uscire dalla procedura di deficit eccessivo”. Il ministro Grilli fiducioso: “Il provvedimento non muta il giudizio della Ue sul nostro Paese”. L’allarme della Cgia di Mestre: “Nel conteggio non presenti le piccole imprese”. Pd e Pdl pronti a modifiche in sede di conversione

Pubblicato il 08 Apr 2013

Federica Meta

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La Ue considera positiva l’approvazione del decreto sui debiti della PA verso le imprese “Lo accogliamo con favore – dice il portavoce del commissario all’Economia Olli Rehn – Siamo sempre stati in favore di un provvedimento necessario per cambiare il clima congiunturale”. Da verificare, però, l’impatto effettivo sui conti pubblici italiani. “Nei prossimi giorni studieremo il provvedimento – ha spiegato il portavoce – in modo da essere in grado da considerarlo nelle nostre nuove previsioni di maggio. Sarà sulla base di questo che stabiliremo se l’Italia può uscire dalla procedura di deficit eccessivo aperta nel 2009. Abbiamo già detto che riteniamo che il rimborso del debito e il rispetto degli obiettivi siano due cose compatibili”.

Dal canto suo il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli ha precisato che tra Commissione Ue e governo italiano c’è “una visione comune” sul fatto che l’accelerazione dei pagamenti alle imprese “è necessaria vista la debolezza dell’economia” così come sul fatto che deve trattarsi di un’operazione “in linea con l’impegno a mantenere un approccio disciplinato e coerente sui conti pubblici”. Finora, ha detto il ministro, i commenti di Bruxelles sul decreto “sono stati positivi”. Il governo resta convinto che a maggio la Ue deciderà la fine della procedura per deficit pubblico eccessivo.”Ciò permetterà all’Italia, in futuro, di avere altri margini di flessibilità a patto che “sia rispettato l’obiettivo di bilancio a medio termine che per noi – ha specificato Grilli – è il pareggio in termini strutturali”.

Grilli ritiene che l’atmosfera di “condivisione” con la Commissione europea dipenda dall’esistenza di meccanismi di monitoraggio e di controllo del deficit per evitare al deficit/pil di superare la soglia del 3% nel 2013 (la previsione del governo e’ che a causa dei pagamenti alle imprese aumentera’ dal 2,5% al 2,9%). “C’e’ una visione positiva della clausola di salvaguardia che abbiamo strutturato” per fronteggiare tale rischio, ha detto Grilli. Di conseguenza, il ministro dell’Economia ritiene che non ci saranno problemi per mettere la parola fine alla procedura per deficit eccessivo. “Spero” che cio’ avvenga a maggio. “Il meccanismo di monitoraggio e di salvaguardia permette che il processo di accelerazione dei pagamenti sia gestito in modo coerente con gli impegni italiani di mantenere la finanza pubblica su un percorso stabile: il commissario Rehn ha visto con piacere e direi abbastanza condiviso che tali meccanismi sono adeguati”. Sull’evoluzione del debito, Grilli ha ripetuto quanto indicato al parlamento: l’impatto sul debito pubblico sono di 20 mld nel 2013 e di altri 20 mld nel 2014, si tratta di circa l’1,4% l’anno, su due anni potrebbe essere una percentuale del 2,5-3. Potrebbe anche essere di piu’, ha detto il ministro, “dipende da cio’ che risultera’ dal censimento” dei crediti accumulati dalle imprese verso le pubbliche amministrazioni. “Comunque, si tratta di una partita una tantum, che riguarda il passato, sono spese gia’ fatte e non pagate, non c’è alcun cambio di ‘policy’ della spesa”, ha tenuto a precisare Grilli. La cosa certa è che “vogliamo smaltire lo stock pregresso di debiti il più presto possibile”.

Intanto la Cgia di Mestre lancia l’allarme. L’associazione, dopo aver analizzato la relazione che la Banca d’Italia aveva presentato nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati, ha scoperto che i 91 miliardi di euro stimati da Bankitalia sono stati calcolati mediante un’indagine campionaria condotta solamente sulle imprese con più di 20 addetti. “Ciò vuol dire che le aziende con meno di 20 addetti – segnala il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi – che rappresentano il 98% del totale delle imprese presenti nel nostro Paese, non sono state monitorate. Pertanto, i 91 miliardi di debiti in capo della Pubblica amministrazione sono decisamente sottodimensionati, visto che non tengono in considerazione gli importi che le piccole e microimprese devono incassare dallo Stato centrale e dalle Regioni e dagli Enti locali”.
Bortolussi fa notare che “nonostante siano centinaia di migliaia i commercianti, gli artigiani e i piccoli imprenditori che forniscono materiali o servizi, eseguono manutenzioni o ristrutturazioni in moltissimi Comuni, nelle scuole o negli ospedali, a queste imprese non è riconosciuta nemmeno la dignità statistica”.

Oltre al mancato monitoraggio delle aziende con meno di 20 addetti, la Cgia sottolinea che nella indagine redatta a Palazzo Koch non sono incluse neppure le imprese operanti nei servizi sociali e sanitari che, come sottolinea la Relazione stessa, sono attività che intrattengono scambi commerciali intensi con le amministrazioni pubbliche. L’indagine, inoltre, si ferma al 31 dicembre del 2011 e perciò è presumibile che oggi l’importo complessivo del debito sia cresciuto di qualche miliardo. “In un Paese civile – conclude Bortolussi – che credibilità può avere un debitore se non conosce nemmeno l’ammontare esatto dei soldi che deve ai suoi creditori? Per questo chiediamo al Governo o al ministero dell’Economia di attivare la Ragioneria generale dello Stato, affinché sia data una stima meno approssimativa di quella attualmente in circolazione. Se in tempi ragionevoli sarà possibile effettuare un nuovo monitoraggio, è molto probabile che il debito della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese lieviti tra i 120/130 miliardi di euro”.
La Cgia ricorda anche che, affinché il sistema produttivo possa beneficiare di questa ondata di liquidità, è necessario che lo smobilizzo sia accompagnato dall’impegno dei destinatari di questi pagamenti a saldare in tempi rapidissimi gli arretrati accumulati nei confronti dei propri subappaltatori/subfornitori.

Scettica sul dl anche l’Upi. “Avevamo chiesto al governo di permetterci di pagare da subito il 50% dei debiti con le imprese – evidenzia il presidente, Antonio Saitta – Invece si è scelto di imbrigliare la prima parte dei pagamenti in norme che, nella maggior parte dei casi, permetteranno di coprire non piu’ del 20% di quanto si aspettano le imprese. Ancora una volta si e’ scelta la strada dei vincoli per frenare gli enti locali”.

Il testo, infatti, stabilisce che, da subito, Province e Comuni potranno effettuare pagamenti “nel limite massimo del 13% delle disponibilità liquide detenute presso la tesoreria statale al 31 marzo 2013” fino ad un massimo del 50% dei debiti che dovranno pagare.

“Faccio l’esempio della mia Provincia, Torino: noi abbiamo pagamenti bloccati per le imprese pari a più di 40 milioni di euro e abbiamo in cassa soldi sufficienti a potere pagare l’intero ammontare, senza nemmeno bisogno di fare ricorso alla Cassa depositi e prestiti – puntualizza – Se avessimo avuto la possibilità di pagare subito la metà dei debiti, avremmo potuto pagare fatture per oltre 20 milioni di euro, ma con il vincolo del 13% invece ne potremo usare non piu’ di 10 subito e gli altri, tra decreti attuativi e pratiche burocratiche, non prima di tre mesi”.

“Se l’obiettivo era di immettere da subito denaro – sottolinea Saitta – allora sarebbe stato più opportuno evitare tutti questi vincoli. Le procedure poi continuano ad essere troppo complesse e si parla di due decreti attuativi solo per pagare i debiti di Province e Comuni”.

Intanto il Parlamento si prepara a fare modifiche al dl. In un’intervista a La Stampa il presidente dei deputati del Pdl Renato Brunetta ha annunciato “battaglia ” per modificare il testo del decreto sblocca debiti della Pubblica Amministrazione approvato sabato dal governo, sfidando il Pd a una “battaglia” comune. “C`è un bel test per verificare come si può governare con il Pd: presentare insieme emendamenti al decreto per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione. Un decreto che non piace alle imprese e presentato da un governo zombie: voglio vedere cosa farà, come mi risponderà il morto che cammina. Metterà la fiducia? È chiaro che non potrà farlo perché non ha mai avuto la fiducia. Si dimette il ministro Grilli? È già dimissionario”. Il capogruppo Pdl ha inoltre annunciato che da martedì il Pdl aprirà una serie di audizioni per sentire gli enti locali e tutte le associazioni imprenditoriali, con lo scopo di presentare “emendamenti migliorativi da sottoporre al Parlamento.

E anche il Pd si impegnerà a modificare eventuali distorsioni contenute decreto sul pagamento dei debiti alla Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. “In sede di conversione ci batteremo per eliminare penalizzazioni ai danni dei Comuni più virtuosi che hanno i conti in ordine ma poca liquidita’ – dicono il segretario regionale Pd e deputato Enzo Amendola, il senatore democrat Enzo Cuomo – a scapito di Enti con più soldi ma i bilanci in disordine”. “Queste difficoltà potrebbero riguardare i Comuni della Campania e del Mezzogiorno dove la morsa della crisi fa sentire i suoi effetti con maggior forza – continuano – e i cittadini riescono a pagare con più difficoltà le imposte locali. Oltre al danno, quindi, si aggiungerebbe la beffa. Infatti, sarebbe assurdo colpire un Ente che nonostante la mancanza di liquidità riesce a tenere con molte difficoltà i conti in ordine, e poi sarà costretto ad indebitarsi con ulteriori costi aggiuntivi per pagare le imprese creditrici”.

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