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Processo telematico, Lisi: “Troppe lacune sulla conservazione dei documenti”

Il presidente di Anorc lancia l’allarme in vista della scadenza del 30 giugno: “Il decreto del ministero della Giustizia non dice nulla su chi deve garantire l’integrità degli oggetti informatici”

Pubblicato il 20 Mag 2014

F.Me.

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“Il ministero della Giustizia sta affrontando il Processo Telematico in modo forse un po’ troppo impetuoso”. E’ quanto afferma, Andrea Lisi, presidente di Anorc, in vista dell’evento Dig.Eat 2014 che si terrà a Roma il prossimo 22 aprile – Il Corriere delle Comunicazioni è media partner – nel quale si farà il punto anche sul progetto che prende il via il 30 giugno.

“Inutile, forse, ricordare, che il mondo dei giuristi (e in particolare degli avvocati) a dir poco arranca e poco sta percependo di questa rivoluzione annunciata – prosegue Lisi – Ma ciò che più mi preoccupa è che, se si legge con attenzione il Decreto del Ministero della Giustizia del 21-02-2011 n. 44 dedicato al processo telematico, si parla di sistemi del dominio giustizia, di gestore di Pec del Ministero, di punti di accesso e servizi telematici….ma in un solo articolo (l’art. 9) si affronta l’argomento fondamentale del “sistema informatico di gestione del fascicolo informatico”, dove genericamente si afferma che la tenuta e conservazione del fascicolo informatico equivale alla tenuta e conservazione del fascicolo d’ufficio su supporto cartaceo, operando successvamente un generico rinvio al Cad.

Inoltre “nulla si dice su responsabili della conservazione, su responsabili della sicurezza, sui sistemi di conservazione che dovrebbero garantire integrità, autenticità e leggibilità di tutti questi oggetti informatici. Inoltre, mi chiedo: ma questo sistema è davvero pensato per garantire tutti i Tribunali e Corti italiani…e soprattutto la conservazione degli atti e dei fascicoli da parte degli avvocati da chi e cosa è garantita? I software (spesso offerti in cloud) sul mercato a disposizione degli avvocati sono a dir poco imbarazzanti: sono dei semplici gestionali, non pensati per la conservazione”.

Lisi ricorda che è appena entrato in vigore il provvedimento del 16 aprile del Ministero della Giustizia , che dovrebbe contenere le regole tecniche previste dall’art. 34 del decreto monisteriale del 2001, dove in concreto tutto viene deciso dal “Responsabile per i sistemi informativi automatizzati”…e mi sembra che si faccia una pericolosa confusione tra sistemi informativi e sistemi documentali e, anzi, sembra quasi che si prepari un minestrone (forse indigesto) di tutto! Inutile precisare che in questo provvedimento di sistemi di conservazione di documenti e fascicoli informatici non c’è traccia”.

Complessivamente i punti fermi dai quali partire per avviare delle politiche serie e corrette di digitalizzazione documentale sono tre e Lisi li elenca in questo modo: “le regole tecniche sul protocollo e sulla conservazione ci sono ed è importante che ci siano, quindi la normativa specifica è completa e va sempre conosciuta e applicata. Ma occorre riconoscere anche che mancano ancora le regole tecniche sulla formazione del documento informatico e sui duplicati e copie dello stesso. Inoltre, mancano le regole tecniche sulla sicurezza dei dati, dei sistemi e delle infrastrutture delle PA previste dall’art. 51 del Codice dell’Amministrazione Digitale”.

“Queste regole sono essenziali per il funzionamento dei sistemi documentali e di conservazione di PA e Imprese coinvolti nei processi di digitalizzazione documentale (a partire dalla fatturazione elettronica) – puntualizza – e anche per il Sistema Giustizia coinvolto nel processo telematico. È emblematico che entrambe queste rivoluzioni partano a giugno, ma ancora molti non si sentano pronti”.

Infine, secondo il Cad per gestire documenti informatici occorre predisporre un sistema di conservazione che sia coordinato da un responsabile della conservazione che operi d’intesa con responsabile del trattamento dei dati personali e, ove previsto (quindi nelle PA), dal responsabile del protocollo, dei flussi documentali e degli archivi. “Queste figure quindi sono tutte obbligatorie ed essenziali per PA, Imprese e Professionisti che si stanno affacciando verso queste nuove autostrade digitali. Non tutti lo sanno, però..”, conclude Lisi.

In occasione di DIG.Eat – Save the Data, edizione 2014 vedrà esponenti delle istituzioni, delle associazioni di settore, dell’università e delle professioni animare 8 tavole rotonde dedicate all’identità digitale, le firme elettroniche e la biometria; la certificazione del sistema di conservazione e le nuove professioni dell’era digitale; la PA digitale; i Big Data e il Cloud, la dematerializzazione applicata ai documenti fiscali, sanitari e bancari-assicurativi.

Argomenti di estremo rilievo che assumono ancora più urgenza in considerazione degli obiettivi posti dall’Agenda Digitale e dell’imminenza di alcune scadenze, come l’obbligo di fatturazione elettronica verso le PA che scatterà a partire dal prossimo 6 giugno.

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