LA NOMINA

Paolo Coppola consulente per l’Agenda digitale: “Avanti su e-skills e open data”

Il deputato Pd scelto dal ministro Madia: “Bisogna mettere i dati pubblici a disposizione delle aziende e spingere sulle competenze digitali, soprattutto dei dipendenti della PA”.

Pubblicato il 06 Giu 2014

Federica Meta

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Open data e competenze digitali. Sono soprattutto questi i fronti su cui Paolo Coppola, deputato Pd, lavorerà nel ruolo di consulente politico dell’Agenda digitale per il ministro Marianna Madia. L’incarico è a titolo gratuito. “E’ arrivato il momento di cambiare davvero la Pubblica amministrazione e mettere in campo una digitalizzazione fatta bene- dice Coppola al Corriere delle Comunicazioni – E’ dal 1981 che si cerca di cambiare il Paese e non ci si è mai riusciti fino in fondo: oggi ci sono delle tecnologie che permettono di recuperare il gap velocemente”.

“E’ necessario focalizzarsi – puntualizza il deputato – su una efficiente strutturazione dei dati per aprirli e metterli a disposizione delle imprese per creare valore”. Quindi avanti tutta sul consolidamento dei data center della ministrazioni.

Ma l’innovazione si basa anche sul capitale umano. “Per questo – insiste Coppola – bisogna spingere sulla diffusione delle competenze digitali. In questo senso lavorare sul comparto pubblico può fare da leva per la diffusione nel paese: è arrivato il momento che la PA richieda addetti sempre più preparati ad affrontare le sfide del digitale e, di conseguenze, che il sistema dell’istruzione si adegui alle richieste formative”.

D’altronde gli strumenti ci sono. A cominciare dalle linee guida dell’Agenzia dell’Italia digitale. “Le Linee guida sono lo strumento strategico ed operativo fondamentale l’innesco di un circolo virtuoso tra la domanda di servizi, di partecipazione, l’offerta da parte delle organizzazioni pubbliche e private e lo sviluppo di professionalità innovative e adeguate per la rivoluzione digitale”.

“Il piano punta a sviluppare le competenze digitali italiane almeno ai livelli medi europei, valorizzando e rendendo prassi comune le eccellenze che già ci sono ed una tale impresa non può che avere responsabilità condivise, tutti sono chiamati in causa – conclude – istituzioni, pubbliche amministrazioni, mondo delle imprese, mondo della scuola e delle università. Ma ciò che è più importante è che un progetto così ambizioso non può fare a meno di un forte e continuo endorsement politico che collochi le competenze digitali come chiave di volta di qualunque politica di sviluppo ed innovazione del nostro Paese”.

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