Call center, il Governo: “Stop alle gare al massimo ribasso”

Tavolo di crisi: annunciata un’iniziativa verso tutte le Pubbliche amministrazioni. Moral suasion nei confronti delle partecipate e di Confindustria. Oggi riunione su Infocontact, a settembre ripresa dei lavori. Slc Cgil: “Confronto positivo, ora passare ai fatti”

Pubblicato il 07 Ago 2014

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Call center, stop alle gare al massimo ribasso. Sì, invece, alle offerte che privilegiano, insieme al prezzo, l’innovazione e la qualità del servizio: è questa la ricetta del Governo per affrontare – e risolvere, in prospettiva – la profonda crisi dei call center. La direzione intrapresa è frutto del tavolo di settore che si è svolto ieri presso il ministero dello Sviluppo economico alla presenza del viceministro Claudio De Vincenti e del sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, e alla quale hanno partecipato, oltre alle sigle sindacali di categoria e alle associazioni datoriali (da Assocontact a Callecall ad Asstel), anche esponenti dell’Anci, dell’Agcom, del Garante della Privacy e del dipartimento reti telematiche e comunicazioni del Mise.

L’operazione è complessa, spiega il governo, “e passa per il tenere insieme la cura dei casi particolari (le numerose vertenze aperte) e la cura della cornice generale”. Per quanto riguarda i casi particolari, si è già cominciato con il Tavolo Almaviva, si prosegue oggi con il Tavolo Infocontact e, poi, ai primi di settembre, con quello Accenture.

Per quanto riguarda la cornice il governo annuncia che “quanto prima ci sarà un’iniziativa nei confronti di tutte le Pubbliche Amministrazioni affinché si metta la parola fine all’utilizzo, appunto, delle gare al massimo ribasso a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Un’azione di moral suasion in questa direzione sarà inoltre svolta nei confronti delle partecipate e di Confindustria. Il Governo “è impegnato fino in fondo a tutela di un settore ad alta intensità di lavoro che attraversa un serio momento di crisi”.

“Stiamo cercando – ha detto nel suo intervento il Sottosegretario Bellanova – di recuperare anche un solo posto di lavoro e, attraverso un utilizzo sapiente degli ammortizzatori sociali, di non perderne neanche uno”. Obiettivo decisivo, questo, dal momento che il settore occupa almeno (ma la stima è per difetto) 80mila addetti e che spesso, soprattutto nel Mezzogiorno, si tratta dell’unico reddito familiare.

“Superare le gare al massimo ribasso – ha affermato De Vincenti nel chiudere l’incontro – è centrale per affermare una sana politica della concorrenza. Passare all’offerta economicamente più vantaggiosa, mix tra condizioni economiche in senso stretto e offerta tecnica, significa affermare regole del mercato trasparenti”.

“Il confronto in corso è positivo ma bisogna passare dalle intenzioni ai fatti e dimostrare che, finalmente, il Paese ha superato le vecchie logiche del passato ed è in grado di produrre riforme che vadano incontro alle esigenze complessive” è la nota della Slc Cgil al tavolo di crisi. “Il Governo deve decidere da che parte stare: se con chi propone la conservazione del sistema attuale che crea disoccupazione e costi sociali rilevantissimi (480 milioni la spesa prevista in ammortizzatori sociali e incentivi nel solo triennio 2012 – 2014) o con chi vuole riformare il sistema per portarlo a competere sulla qualità, sull’efficenza, sull’innovazione e sullo sviluppo”. Il sindacato evidenzia come “il governo deve scegliere tra la conservazione del sistema e il coraggio di riformare vincendo le resistenze della parte più retriva e interessata del Paese.

Alla prima convocazione utile della Conferenza Unificata Stato-Regioni, ricorda il governo, verrà messa all’odg l’altra questione cruciale degli incentivi regionali che hanno avuto effetti distorsivi. Mentre il tema della continuità lavorativa in presenza di cambi di appalto sarà al centro della prossima riunione del Tavolo di settore, messa in calendario per i primi di settembre.

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