I CONVEGNI DI CORCOM

Paolo Barberis: “Identità digitale, puntiamo tutto sulla facilità di accesso”

Il consigliere per l’innovazione di Matteo Renzi: “I servizi della PA dovranno essere semplici come Whatsapp: l’interoperabilità per il cittadino è alla base dello Spid, il lavoro dell’Agid ci mette sulla strada giusta”

Pubblicato il 29 Gen 2015

Antonello Salerno

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“La filosofia dello Spid è quella dell’interoperabilità per il cittadino. La rete dei servizi deve diventare sempre più simile alle tecnologie che utilizziamo tutti i giorni, senza le complicazioni che spesso sanciscono il fallimento di un’iniziativa. La sfida che siamo chiamati a raccogliere è quella del mobile. Dobbiamo immaginare le tendenze per i prossimi 10 anni, trovare soluzioni con una probabilità di sopravvivenza alta”.

A parlare è Paolo Barberis, consigliere del premier Matteo Renzi sui temi dell’innovazione, intervenendo questa mattina al convegno “Identità digitale, i progetti istituzionali e le iniziative aziendali”, organizzato da CorCom, che si è svolto a Roma all’auditorium via Veneto.

Proprio a Barberis si attribuisce l’ideazione di Italia Login, il sistema che segnerà il nuovo modo di comunicare fra Pubblica amministrazione e cittadini/imprese, che prevede che ogni individuo abbia un profilo civico online dal quale potrà accedere alle informazioni e ai servizi pubblici che lo riguardano, in maniera profilata.  

“La prospettiva dalla quale partire per mettere a punto un accesso digitale ai servizi efficiente – ha proseguito Barberis – è il punto di vista del cittadino: Spid deve andare verso una semplificazione del dominio federato, immaginando quale sarà la forma dei servizi del futuro”.

Il ragionamento di Barberis parte dal presupposto che non è detto che il termine “sicurezza” sia in contrapposizione con il concetto di “facilità di accesso”. “Ieri scherzando con un mio collaboratore dicevamo ‘questa applicazione è talmente sicura che non la utilizzerà nessuno’. E proprio il caso di chiedersi come mai certi servizi sono molto utilizzati, pensiamo solo a titolo di esempio a Whatsapp, e altri fanno fatica? Cambiare la password ogni 90-180 giorni, ad esempio, è solo una seccatura che non aumenta la sicurezza, ma serve soltanto a mettere una barriera all’ingresso dei servizi – spiega Barberis -. Chi si occupa di security deve fare lo sforzo mentale di passare dalla contrapposizione sicuro-facile a quella passato-futuro. Il vero punto da mettere sul tavolo oggi è la facilità di memorizzazione delle credenziali, ponendosi dal punto di vista di chi utilizzerà i servizi. Per giustificare la necessità di modificare la password continuamente, ad esempio, si dice che è una misura imposta dall’Europa. Ma se si tratta di una precauzione inutile, bisogna andare in Europa e porre il problema. Perché si rischia di allontanare gli utenti senza ottenere più sicurezza”.   

Ma gli esempi non finiscono qui. “Come username – continua Barberis – bisogna inventare un nome o è meglio utilizzare l’indirizzo e-mail? Quando devo utilizzare uno username inventato sono sempre in dubbio tra una serie di formule, ma se devo utilizzare il mio indirizzo e-mail me lo ricordo bene”.

“Il successo di Spid si misurerà da questo – conclude Barberis – Se diventerà l’ennesima combinazione di credenziali difficili da ricordare avrà fallito. Ma l’Agenzia per l’Italia digitale sta facendo un lavoro grande che va riconosciuto, quello di portare il paese al livello dei servizi che vengono utilizzati quotidianamente. E mi sembra che le cose finalmente stiano prendendo una direzione giusta”.

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