EVOLUZIONI

L’eredità è anche digitale. Scendono in pista i notai

Il Notariato italiano pubblica un decalogo e avvia con i big di Internet un tavolo per sviluppare un protocollo adatto a gestire i lasciti “virtuali”

Pubblicato il 25 Mag 2015

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Il Notariato italiano ha avviato un tavolo di lavoro con Microsoft, Google, Facebook e Università Bocconi, per sviluppare un protocollo che permetta di risolvere la questione dell’eredità digitale in modo semplice ed economico, interagendo con gli operatori della rete. E la soluzione italiana potrebbe rappresentare un caso pilota a livello europeo.

Infatti, l’eredità digitale spesso rappresenta un problema di gestione anche per gli eredi. Archivi digitali, ma anche social network, posta elettronica, dischi remoti, Internet banking: sono decine le tipologie di account che un individuo attiva nel corso della sua vita. Nell’era digitale, infatti, non si ha più a che fare solo con manoscritti, conti bancari o chiavi di cassette di sicurezza.

In caso di scomparsa improvvisa, infatti, gli eredi potrebbero ignorare l’esistenza di determinate utenze o non sapere come fare a gestire tali ‘eredità’ intangibili. Casi simili cominciano a verificarsi con una certa frequenza e hanno un valore non solo patrimoniale ma anche umano e affettivo.

La questione, dunque, è di grande attualità e proprio nei giorni scorsi è stata al centro di ‘Wired Next Fest’, appuntamento dedicato a futuro, innovazione e creatività che si è svolto nel capoluogo lombardo e che ha visto la partecipazione del Consiglio Notarile di Milano.

“Le difficoltà che si incontrano – spiegano gli esperti – sono spesso legate al fatto che la maggior parte dei servizi è soggetta a ordinamenti diversi da quello italiano: far valere presso un operatore straniero le nostre regole di successione non è sempre facile. Tanto più che il quadro giuridico è ancora incerto e in Italia non esiste una legislazione specifica anche se c’è la speranza che venga approvata in futuro”.

Intanto, il Notariato ha messo a punto un vero e proprio decalogo: 10 cose da sapere per districarsi nella complessità della materia. Eccolo, punto per punto.

1. Il quadro giuridico è incerto. In Italia non esiste una legislazione specifica e non è detto che venga approvata in futuro; anche negli Usa solo 5 Stati su 50 hanno regole in materia, e neppure troppo chiare. Non contate, insomma, sul fatto che la legge provvederà per voi.

2. Social network, posta elettronica, dischi remoti, insomma tutti i servizi online che usate sono basati in Italia? Se la risposta è no, ricordate che, se non provvedete per tempo, recuperare i vostri dati potrebbe comportare per i vostri cari costose controversie con elementi internazionali.

3. Alcuni servizi online prevedono che in caso di morte tutti i dati vengano distrutti. Anche se è proprio questo ciò che desiderate, attenzione: alcuni giudici americani hanno ordinato la consegna dei dati agli eredi.

4. Affidate a una persona di fiducia le vostre credenziali d’accesso (username e password per esempio) con istruzioni chiare su cosa fare in caso di decesso: distruggere i dati in tutto o in parte, o consegnarli a soggetti indicati da voi. Si chiama ‘mandato post mortem’ ed è ammesso dal nostro diritto. Se cambiate le password, come è buona regola di sicurezza, ricordate di aggiornare le istruzioni.

5. Se una volta i documenti venivano conservati nelle casseforti e per recuperarli si faceva ricorso a un fabbro, oggi, allo stesso modo, ci si può comportare per i dati conservati sotto password in risorse fisiche, come computer, tablet, smartphone, chiavette Usb, dischi esterni. Se nessuno dispone delle password, ci si può rivolgere a servizi specializzati che possono tentare di violare le protezioni e accedere ai dati. L’inconveniente è che questo tipo di servizi è molto costoso. Meglio affidare questi dati a una persona di fiducia.

6. Alcuni siti web promettono, in caso di morte, di recapitare le password alle persone da voi indicate (ad esempio Deathswitch o My Last Email). Negli Stati Uniti è capitato che alcuni di essi siano stati chiusi improvvisamente, ad esempio Mywebwill.com: se scegliete di usare questi servizi quindi prestate molta attenzione all’affidabilità nel lungo termine.

7. Condividere la password con il proprio partner non sembra essere una buona idea, in genere.

8. Attenzione ai conti correnti online. Affidarne la password a qualcuno non significa lasciargli la risorsa in caso di morte: un conto online non è altro che l’estensione virtuale di un conto reale. Quindi, per esempio, in una coppia non sposata e senza figli, saranno comunque fratelli sorelle e genitori ad ereditare la giacenza sul conto on line, se manca un testamento. Gli eredi possono quindi reclamare quanto loro spetta attraverso i canali tradizionali: il notaio potrà assistervi e consigliarvi.

9. Attenzione anche ai dati nella disponibilità del defunto, ma che appartengono a terzi, come datori di lavoro o clienti: di regola vanno loro restituiti.

10. I notai italiani si occupano di eredità digitale sin dal 2007. In caso di dubbio, affidatevi al vostro notaio di fiducia con il quale potrete trovare la soluzione più adatta alle vostre esigenze reali e digitali.

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