Il Cdm approva il Codice digitale: via all’ufficio unico per l’Ict nella PA

Riformato il Cad del 2005: tre anni di tempo per digitalizzare completamente la macchina pubblica. “Con la PA digitalizzata una risposta efficace contro i fenomeni di corruzione”

Pubblicato il 19 Feb 2010

Oggi il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di decreto
legislativo, che integra e modifica il Codice
dell'amministrazione digitale (emanato nel 2005)
"Un provvedimento importantissimo per passare dalla carta
all’elettronica, che investirà tutti i cittadini",
sottolinea il ministro della PA e Innovazione, Renato Brunetta,
promotore del nuovo Cad.

Il testo, che dovrà essere esaminato dalla Conferenza
Stato-Regioni nonché dalle Commissioni parlamentari competenti
(atteso anche il vaglio del Garante per la Privacy) mira a
digitalizzare completamente la macchina pubblica di qui ai prossimi
tre anni, in coerenza quindi con il Piano e-Gov 2012.

"Le modifiche organizzative intervenute nelle amministrazioni
pubbliche rendono inoltre necessario l’adeguamento ai criteri di
efficienza ed efficacia che permeano i nuovi indirizzi strategici
del Governo – si legge nella nota emessa da Palazzo Chigi.
Obiettivo principale del provvedimento è modernizzare l’apparato
pubblico con l’individuazione e la diffusione dei più evoluti
strumenti tecnologici in modo da semplificare i rapporti con
cittadini ed imprese e fornire risposte sempre più tempestive.
Sarà così possibile avvicinare di più la pubblica
amministrazione alle esigenze dei cittadini, e, sotto il profilo
economico, conseguire un forte recupero di produttività".

Le novità della "riforma" riguardano la creazione di un
ufficio unico responsabile delle attività Ict, la
razionalizzazione organizzativa e informatica dei procedimenti,
l'introduzione del protocollo informatico e del fascicolo
elettronico. Spazio anche alla semplificazione dei rapporti con
cittadini e imprese grazie all'introduzione di pagamenti
informatici, scambio di dati tra imprese e Pa, la diffusione e
l'uso della posta certificata, l'accesso ai servizi in
rete, l'utilizzo della firma digitale, la dematerializzazione
dei documenti e l'arricchimento dei contenuti dei siti
istituzionali in termini di trasparenza.

Il passaggio dalla carta alle pratiche informatizzate comporterà
una riduzione di un milione di pagine l'anno con l’obiettivo
di arrivare a tre milioni nel 2012. Un risparmio pari al 90% dei
costi della carta, cioè circa 6 milioni di euro l’anno. Per la
sola posta elettronica certificata si metteranno da parte 200
milioni di euro, per la riduzione delle raccomandate della pubblica
amministrazione ai cittadini. Con il nuovo Codice, che aggiorna
quello di Lucio Stanca del 2005, i tempi per le pratiche si
ridurranno dell'80% . Prevista inoltre un'ingente riduzione
dei costi della giustizia: nei sei mesi di sperimentazione delle
notifiche telematiche relative al processo civile presso il
Tribunale di Milano sono già state effettuate 100.000 notifiche
telematiche per un risparmio di circa 1 milione di euro.

Riguardo alla roadmap, il decreto prevede che entro tre mesi le
pubbliche amministrazioni utilizzino soltanto la Posta elettronica
certificata (PEC) per tutte le comunicazioni che richiedono una
ricevuta di consegna ai soggetti che hanno preventivamente
dichiarato il proprio indirizzo. Entro 4 mesi le amministrazioni
individueranno un unico ufficio responsabile dell’attività ICT,
entro  6 mesi le pubbliche amministrazioni centrali pubblicheranno
i bandi di concorso sui propri siti istituzionali. Di qui a un
anno, infine, dovranno essere emanate le regole tecniche che
consentiranno di dare piena validità alle copie cartacee e
soprattutto a quelle digitali dei documenti informatici, dando
così piena effettività al processo di dematerializzazione dei
documenti della PA.

Le pubbliche amministrazioni non potranno richiedere l’uso di
moduli e formulari che non siano stati pubblicati sui propri siti
istituzionali. Il cittadino fornirà una sola volta i propri dati
alla Pubblica Amministrazione: sarà onere delle amministrazioni in
possesso di tali dati assicurare, tramite convenzioni,
l’accessibilità delle informazioni alle altre amministrazioni
richiedenti.

Inoltre, entro 15 mesi le pubbliche amministrazioni predisporranno
appositi piani di emergenza idonei ad assicurare, in caso di eventi
disastrosi, la continuità delle operazioni indispensabili a
fornire servizi e il ritorno alla normale operatività.

Le nuove norme prevedono sanzioni per le amministrazioni
inadempienti e premi e incentivi per quelle 'virtuose',
garantendo loro la possibilità di riutilizzare, almeno in parte, i
risparmi ottenuti grazie all'uso delle tecnologie. Le risorse
per realizzare il piano pari a sei miliardi sono già stanziate per
il periodo 2009-2012.
“Una pubblica amministrazione trasparente, digitalizzata e più
efficiente, è la vera risposta al problema del fenomeno della
corruzione”, ha quindi sottolineato Brunetta. “Il nuovo Codice
dell'amministrazione digitale è una risposta seria e ferma per
evitare e combattere la corruzione, gli abusi e gli sprechi
diffusi. I fenomeni corruttivi si marginalizzano e diventano
fisiologici ai livelli di altri paesi esteri”.

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