PUNTI DI VISTA

Fattura elettronica, ora semplificare le procedure per i privati

L’obbligo per le PA di accettare solo documenti digitali è una spinta forte alla digitalizzazione del Paese. Ma servono soluzioni più facili da utilizzare. L’analisi di Daniele Tumietto

Pubblicato il 29 Set 2015

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Ho letto con interesse l’articolo di Dario De Marchi “E-fattura: un camel trophy per professionisti ed Pmi” e costruttivamente desidero fare alcune riflessioni.

L’introduzione della Fepa in Italia è da considerare un evento positivo perché ha permesso di avviare la digitalizzare del processo di gestione della ricezione ed accettazione delle fatture all’interno della PA, processo che (utile ricordarlo) è conseguenza di un previgente rapporto giuridico tra fornitore/prestatore e PA.

Sicuramente, con il senno di poi, la progettazione e lo sviluppo dell’infrastruttura e degli adempimenti legati alla FEPA avrebbero potuto essere anticipati.

Ricordo che in Italia la legge 244/2007, articolo 1, commi 209-214, ha reso obbligatorio l’utilizzo della fatturazione elettronica per gli operatori economici che forniscono beni e servizi alla pubblica amministrazione, prevedendo:

1) l’adozione obbligatoria del formato elettronico,

2) l’obbligo, in capo alle PA, di accettare fatture solo in formato elettronico (xml),

3) l’istituzione del sistema di interscambio (SdI) delle FE,

4) il superamento del consenso del destinatario commutandolo in un obbligo da parte della PA.

Credo che essere partiti, anche se con un sistema un po’ complesso e migliorabile, sia stato preferibile allo stare fermi senza far nulla, malgrado il sistema che governa la FEPA sia una struttura che ha tenuto conto, prevalentemente, delle esigenze dalla PA e non dei suoi fornitori.

In particolare le piccole imprese ed i professionisti non sono stati sufficientemente considerati e, solo successivamente all’avvio della FEPA, sono state realizzate della soluzioni gratuite di emissione e conservazione delle FE, ancorché limitate per numero di documenti emessi.

Ora, con l’avvio della FE tra privati introdotta dal il D.Lgs 127/15 emanato in attuazione dell’art.9 “Rafforzamento dell’attività conoscitiva e di controllo” della “Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita”, il Governo ha parzialmente corretto il tiro introducendo, tra le altre innovazioni, anche un sistema di assistenza gratuita per i contribuenti minori che saranno individuati con un apposito provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.

Novità importante è l’aver inserito nel Decreto 127/15 la previsione di emanare il decreto che individua i soggetti passivi, che avranno a disposizione il servizio gratuito, sentite le associazioni di categoria nell’ambito dei forum nazionali sulla fatturazione elettronica istituiti in base alla decisione della Commissione europea COM (2010) 8467. Importante perché essi sono organismi multi stakeholder in cui le discussioni avvengono in modo aperto e trasparente, onde evitare il sospetto che alcuni soggetti possano essere indebitamente favoriti o che non si tenga in adeguato conto quanto sta accadendo in Europa a livello di leggi e regole tecniche.

Ben vengano soluzioni che prevedono l’estensione ai privati di soluzioni ancora più semplici da usare rispetto a quanto oggi disponibile, specie se accompagnate da reali e concrete semplificazioni.

Viceversa appare necessario disciplinare molto più precisamente la conservazione effettuata dall’Agenzia delle entrate, al fine di tutelare meglio gli aspetti collegati al diritto di accesso ai dati da parte del contribuente interessato, indipendentemente dal momento e dalle motivazioni per cui richiede l’accesso che, in sostanza, deve essere garantito in ogni momento durante tutto il periodo di conservazione (che ricordo essere di 10 anni per le FE).

In futuro l’evoluzione delle regole relative alla FE, sia verso le PA che tra privati, deve avvenire tenendo come riferimento gli standard europei al fine creare un sistema che permetta realmente l’interoperabilità dei flussi di dati con l’obiettivo di migliore l’efficienza del sistema economico Italiano.

Al riguardo le esperienze già fatte all’estero possono essere importanti e di stimolo per migliore la nostra normativa. In particolare l’avvio della FE in Francia è significativo perché lì si è previsto, per la FE tra privati che sarà obbligatoria, un avvio graduale che prima ha interesserà le grandi imprese, poi le medie ed infine le piccole ed i professionisti.

Forse un approccio simile per la FEPA in Italia sarebbe stato consigliabile.

In ogni caso è oramai chiaro che il futuro economico per PMI, professionisti e PA si giocherà sull’integrazione di ecosistemi differenti che, grazie all’interoperabilità dei dati basata su normazioni tecniche standardizzate, permetteranno significati risparmi a tutti.

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