PA DIGITALE

Spid, si parte il 15 marzo. Madia: “Italia più semplice”

Il ministro della PA e Semplificazione: “Basta file e faldoni. Vogliamo una Repubblica matura che dia servizi efficienti ai cittadini”. Obiettivo: 6 milioni di pin unici entro l’anno. In campo Poste, Telecom e InfoCert. Ma i piccoli provider lanciano l’allarme: “Rischio oligopolio”

Pubblicato il 08 Mar 2016

Federica Meta

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Addio file e scartoffie, mai più mille password e chiavi d’accesso, basta con le vie crucis da uno sportello all’altro. È quanto promette Spid, acronimo di sistema pubblico di identità digitale, presentato stamane dal ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia a palazzo Vidoni. Si tratta di un sistema informatico con nome e password per accedere a tutti i servizi online della pubblica amministrazione, e dei privati che intendono aderire al progetto, con un’unica identita’ digitale.

Madia ha spiegato: “Basta cone le due effe dell’amministrazione pubblica: basta file e faldoni. Con Spid lavoriamo per una Repubblica matura, perché migliaia di amministrazioni non si muovano più come isole ma come un corpo unitario che dà servizi ai cittadini, che risponde ai loro bisogni e non scarichi responsabilità di servizi inefficienti”. Con Spid, ha aggiunto il ministro, “si riuscirà ad avere attraverso un unico pin il mezzo per dare servizi ai cittadini, per permettere loro di adempiere agli obblighi. Ci saranno anche i servizi dei privati che decidono di entrare in questo meccanismo. È un sistema apripista anche per il privato”.

Spid sarà disponibile dal 15 marzo, e le identità saranno rilasciate e certificate da Poste italiane, Tim e Infocert. “Questi sono i risultati di quando si lavora in squadra con la barra dritta- ha osservato l’amministratore delegato Francesco Caio– è stato un percorso pluriennale che renderà la vita più semplice ai cittadini. È un passaggio importante per un Paese europeo, con Spid siamo più avanti degli altri”.

Dal 15 marzo saranno pronte a fornire servizi ai cittadini tramite Spid l’Inps, l’Inail, la regione Toscana e l’Emilia-Romagna. Ad aprile si aggiungeranno Agenzia delle Entrate, comune di Venezia e Firenze, Regione Friuli Venezia Giulia. A giugno Piemonte, Lazio, Liguria e comune di Lecce.

Firenze è all’avanguardia, visto che nei prossimi tre mesi, grazie anche alla regione Toscana, sara’ la citta’ con l’amministrazione pubblica più digitalizzata d’Italia: “In 3 mesi il cittadino di Firenze sarà un cittadino digitale”, ha assicurato Antonio Samaritani, direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale. Tra una settimana saranno i 300 i servizi accessibili con Spid, 600 entro giugno.

Per il minustro Madia renderà il Paese più semplice, è pensato anche per restituire più tempo alle persone, è un progetto che coniuga l’evoluzione tecnologica alla parola diritti”. Tra le cose che a breve, tramite Spid, i cittadini potranno fare da un pc o da uno smartphone senza dover andare in qualche ufficio sono per esempio: verificare tramite l’Inps i contributi versati alla colf; compilare il 730 sul sito dell’Agenzia delle entrate; vedere il Cud; cambiare indirizzo di residenza; fare l’Isee; iscrivere i figli all’asilo nido; accedere allo sportello telematico per Imu, Tari e Tasi.

“Ho voluto essere presente fin dall’inizio perché noi crediamo che la digitalizzazione sia essenziale per migliorare i rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini, anche se non toglierà mai il rapporto diretto e invece lo valorizzerà – ha detto il presidente di Inps, Tito Boeri – L’obiettivo è raggiungere tutti”.

Noi portiamo in dote la popolazione dei pin Inps, 18,5 milioni di persone di cui circa 7 hanno acquisito il pin disponibile. Si tratta di un residente su tre al nord e centro e uno su quattro al sud”. Lo Spid inoltre, secondo Boeri, “taglia un po’ di potere all’interno della Pa rendendola più trasparente, riduce gli oneri per famiglie e imprese, anche se non si può dimenticare il digital divide”.

Marco Patuano, ad di Tim, ha annunciato: “A breve doteremo tutti i 53mila dipendenti di Spid. L’obiettivo poi sarà convincere altre grandi aziende a fare lo stesso”. Il presidente dell’Inps Tito Boeri aggiunge: “Questa è una digitalizzazione essenziale, un rapporto diretto con i cittadini, riduce discrezionalità nella pubblica amministrazione”.

Per InfoCert il fatto di essere stata selezionato come identity provider è più che un motivo di orgoglio. “Si tratta – ha detto l’Ad, Danilo Cattaneo – di un traguardo significativo non solo in relazione allo specifico percorso progettuale, che ci ha visti impegnati, insieme ad Agid e ad altre realtà pubbliche e private, nel delicato processo di definizione delle regole tecniche di attuazione del Sistema Spid, ma, in un certo senso, anche per la nostra storia aziendale”.

Ma se i big provider parlano di Spid come di una rivoluzione che cambierà l’Italia, i piccoli lanciano l’allarme. L’Associazione Italiana Internet Provider (Aiip), l’Associazione Provider indipendenti Assoprovider-Confcommercio e Assintel esprimono la loro contrarietà alle altissime barriere previste per esercitare l’attività di Spid Identity Provider che saranno pari, per le società di capitali, come prevede la legge bancaria, a 10 mln di euro di capitale sociale e senza alcuna proporzionalità, ad esempio per il numero di clienti di tali servizi. Per le tre associazioni c’è un serio rischio che il mercato delle identità digitali si trasformi in un oligopolio riservato ai grandi gruppi.

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