IL DECRETO

Foia, accesso gratis e abolizione del silenzio-diniego: ecco cosa chiede la Camera

Domani la commissione Affari Costituzionali vota il parere (non vincolante) al decreto Trasparenza. Agorà Digitale svela a CorCom i dettagli del documento. Scialdone: “Ora il governo recepisca i rilievi o sarà un’occasione persa”

Pubblicato il 19 Apr 2016

F.Me

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Si stringe sul Freedom of Information Act. Domani, 20 aprile, la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati voterà il parere non vincolante sul decreto Trasparenza, che ha appuntanto il suo cuore nel Foia. Dopo il testo passerà di nuovo al vaglio del Consiglio dei ministri per il via libera definitivo.

Agorà Digitale ha poutuo prendere visione del parere e ne ha discusso con CorCom. “Nel documento, di cui abbiamo preso visione – spiega il segretario Marco Scialdone – sono recepite tutte le proposte avanzate da Agorà Digitale in occasione dell’audizione cui ha preso parte”. Si tratta di quelle realtive al silienzio-diniego e all’accesso gratuito agli atti della PA.

Sul controverso tema del silenzio-diniego, che permetterebbe alla PA di non rispondere alla richiesta di accesso avanzata dal cittadino, la Camera chiede di eliminare il silenzio-diniego e prevedere che il rifiuto debba essere motivato da parte dell’amministrazione. Sul fronte accesso si evidenzia la necessità di sopprimere la previsione del rimborso a carico del cittadino, rendendo gratuito l’accesso ai documenti in modalità digitale, con il solo rimborso, comunque da giustificare, dei costi effettivamente sostenuti per l’eventuale riproduzione su supporti materiali.

“In audizione, avevamo evidenziato – ricorda Scialdone – come fosse decisivo chiedere al Governo l’inserimento di rimedi in via amministrativa avverso i provvedimenti di diniego, alternativi al Tar, e la previsione di linee guida sulle eccezioni all’accesso”. Su questi punti il parere prevede che, in caso di diniego totale, vengano individuati anche rimedi in via amministrativa, ulteriori rispetto al ricorso al Tar.

Inoltre si chiede di inserire la previsione di apposite linee guida a carattere vincolante appositamente adottate per meglio chiarire le incertezze di siffatta disciplina derogatoria, affidandone la redazione ad organismi super partes, quali ad esempio l’Anac, sentito il Garante della Privacy.

“A questo punto sta al Governo recepire nel testo le indicazioni che la sua stessa maggioranza ha ritenuto di dover fornire, altrimenti sarà un’occasione persa”.

Dal 12 febbraio, data di pubblicazione della nostra lettera al Ministro Madia, redatta dalla parlamentare Mara Mucci e firmata da Iwa, Agorà Digitale, da altre associazioni e da diciassette parlamentari, si è mossa la macchina per migliorare il provvedimento che riteniamo un’occasione per il Paese.

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