DATA PROTECTION

Privacy, i giochi online sotto la lente dell’authority

Il Garante vara il piano ispettivo per la seconda metà dell’anno, estendendo i controlli a nuovi settori. In aumento le sanzioni: nel primo semestre 2016 riscossi un milione e 900mila euro

Pubblicato il 15 Set 2016

A.S.

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L’autorità Garante per la protezione dei dati personali ha varato il piano ispettivo dell’authority per il secondo semestre 2016: sotto la lente, dopo l’aumento dell’attività sanzionatoria registrato nella prima metà dell’anno, finiranno tra gli altri il telemarketing e l’attività dei call center, i trattamenti dei dati effettuati dai patronati relativamente al 730 precompilato, le concessionarie di giochi on line; alcuni sistemi informativi dell’Istat, le società che si occupano di ristrutturazione del debito.

L’attività ispettiva, spiega l’authority in una nota, verrà svolta anche in collaborazione con il Nucleo speciale privacy della Guardia di finanza, grazie al fatto che proprio di recente è stato firmato il nuovo protocollo di intesa che rafforza l’attività di collaborazione tra le Fiamme gialle e il Garante.

Per quanto riguarda il primo semestre 2016, intanto, l’attività del Garante ha segnato un significativo incremento dell’attività sanzionatoria. Le somme già riscosse dall’erario, specifica il Garante, sono state pari a circa 1 milione e 900 mila euro, a + 5% rispetto allo stesso periodo del 2015. Le sanzioni contestate sono state oltre 2mila, con un aumento del 44% rispetto al primo semestre dello scorso anno. 37 sono state le segnalazioni all’autorità giudiziaria, con un + 85% rispetto al primo semestre 2015, che hanno riguardato soprattutto casi di mancata adozione delle misure minime di sicurezza, le violazioni connesse al controllo a distanza dei lavoratori, l’inosservanza dei provvedimenti del Garante.

Per quanto riguarda le misure minime di sicurezza sono state impartite complessivamente 26 prescrizioni, tra soggetti pubblici e privati. Gli accertamenti, svolti anche con il contributo delle Unità Speciali della Guardia di finanza, Nucleo speciale privacy, hanno riguardato grandi banche dati pubbliche, come quelle di Agenzia delle entrate e Inps, il trasferimento dei dati in Paesi extra Ue da parte delle multinazionali, le società di car sharing (sui dati di geolocalizzazione dei clienti), i Caf, il marketing telefonico, la profilazione effettuata dalle società di ricerca del personale, gli investigatori privati e le concessionarie di autovetture.

Nel settore pubblico le criticità maggiori riscontrate sono quelle legate alla diffusione illecita di dati, soprattutto da parte delle amministrazioni comunali, mentre nel settore privato le violazioni più frequenti riguardano l’omessa o inidonea informativa ai clienti sull’uso dei dati, la mancata raccolta del consenso, l’inadeguatezza o la mancanza di misure minime di sicurezza, l’omessa notificazione al Garante.

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