Fazio apre alle farmacie online. Federfarma sul piede di guerra

Il ministro per la Salute dà l’ok alla distribuzione via Internet dei medicinali che non richiedono prescrizione. I farmacisti difendono però il loro ruolo di garanzia e contestano la proposta

Pubblicato il 06 Lug 2010

Le farmacie online potrebbero aprire presto anche in Italia. Il
ministro della Salute Ferruccio Fazio ha deciso di allinearsi alla
posizione europea, che da tempo preme in questa direzione e ieri a
margine della riunione dei responsabili Ue della Sanità ha
annunciato: "Non escludo più un via libera alle farmacie
online per la vendita dei prodotti senza ricetta, ovviamente con
precise garanzie. La nostra era una posizione di chiusura, ora
stiamo valutando una posizione più moderna”.

Attualmente in Belgio, Spagna, Ungheria, Polonia, e Repubblica Ceca
la vendita online è limitata ai farmaci senza obbligo di ricetta,
mentre in Germania, Olanda, Regno Unito e Danimarca non vi sono
restrizioni di sorta. L’ipotesi avanzata dal ministro della
salute ha trovato un netto rifiuto da parte di Federfarma, la
federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani, che teme
di essere messa all’angolo dall’ e-commerce.

"I cittadini italiani-ha dichiarato Annarosa Racca, presidente
di Federmarma – hanno già una grande offerta per l'acquisto di
farmaci. Nel nostro Paese c'è infatti un regime di ampia
concorrenza, grazie alle 17.500 farmacie diffuse capillarmente sul
territorio nazionale, e i corner e le parafarmacie che possono
vendere farmaci da banco senza ricetta". Se invece l'idea
del ministro Fazio fosse quella "di consentire alle farmacie
esistenti di vendere anche online – aggiunge Racca -, allora siamo
disponibili ad aprire una discussione".

I consumatori dell’Aduc invece promuovono la mossa di governo
perché spiegano “aumenterebbe la concorrenza e diminuirebbero i
costi dei farmaci, si potrebbe infatti scegliere fra un numero
potenzialmente illimitato di farmacie in tutta Europa, evitando i
costi legati alla distribuzione ogni volta che ci si reca
fisicamente in farmacia”.

Il confronto tra le lobby è rimandato a novembre, quando il
Parlamento Europeo si riunirà in sessione plenaria per discutere
del nuovo quadro normativo che prevede di aumentare le garanzie per
i consumatori, istituendo un registro comunitario e un sistema di
certificazioni, e rendere la contraffazione un vero e proprio reato
penale.

E proprio i farmaci contraffatti sono stati l’oggetto
dell’incontro organizzato dall’Anifa, in cui è emerso che il
99% delle farmacie online in Germania e Regno Unito sono illegali.
Domenico Di Giorgio, coordinatore dell'Unità prevenzione
contraffazione dell'Agenzia italiana del Farmaco, ha spiegato
che "esistono due tipi di farmacie illegali: le farmacie che
distribuiscono prodotti illegali, spesso provenienti dall'Asia,
e le cosidette 'farmacie farsa', nel senso che la parola
farmacia viene usata semplicemente per operazioni di pishing,
ovvero di frode informatica".

Di Giorgio ha poi aggiunto che nel nostro paese “l'incidenza
dei farmaci illegali è attualmente molto limitata e stimata
intorno all'0,1%, 10 volte inferiore alla media Ue (1%)”,
come dimostra una recente indagine dl Censis. “Non bisogna però
abbassare la guardia”, ha aggiunto poi l'esperto
dell'Aifa, citando il caso della Gran Bretagna, dove un medico
su quattro ha riscontrato fra i propri pazienti disturbi provocati
da farmaci comprati via Internet.

E sulla possibile apertura del governo italiano è intervenuto
anche Andrea Mandelli, presidente della Fofi (federazione ordini
farmacisti italiani), che a margine del convegno ha dichiarato :
“Il farmacista ha un rapporto con il paziente molto importante,
snaturarlo con un acquisto on-line sicuramente non è il massimo e
può rappresentare un passo indietro”. Mandelli ha poi spiegato
che sarebbe un grave errore dal punto di vista concettuale
considerare “l'acquisto di un farmaco senza prescrizione
equivalente a quello di un bene di consumo”.

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