Sanità, dall’e-health risparmi per oltre 12 mld di euro

Brunetta: “Con la ricetta digitale vantaggi economici fino a 2 mld l’anno”. Intanto i Web-certificati toccano quota 3 mln e mezzo. Ma i medici fanno muro: “Far slittare le sanzioni”

Pubblicato il 26 Gen 2011

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12,4 miliardi di euro. Tanto risparmierebbe la sanità italiana con
l’introduzione dell’Ict (medici in rete, ricette e certificati
di malattia digitali, fascicolo sanitario elettronico, prenotazioni
di prestazioni online con pagamenti e refertazione digitale,
telemedicina) nel settore. A ricordarlo il ministro della PA e
Innovazione, Renato Brunetta, al presidente della Regione
Emilia-Romagna, Vasco Errani, che aveva chiesto un dettaglio dei
vantaggi economici derivanti dall’e-health. Brunetta cita uno
studio di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici: “Si
tratta – precisa – di un risparmio pari all’1,84% della spesa
Ssn”.

A fare da eco alla stima di Csit, lo studio del Tavolo della
Sanità Elettronica (sede istituzionale di confronto tra Regioni e
Province autonome) secondo cui solo grazie all’introduzione della
ricetta digitale si otterrebbe una riduzione tra 1,8 e 2,1 miliardi
di euro annui (pari all’1,6-1,9% della spesa del Ssn): 600
milioni di euro derivanti dall’abolizione dei flussi cartacei e
1,2-1,5 miliardi di euro derivanti dalla riduzione di abusi e di
errori materiali.

Infine Palazzo Vidoni stima un risparmio annuo complessivo di 590
milioni di euro, così calcolato: 500 milioni di euro a favore
dell’Inps derivanti dall’abolizione del data entry dei
certificati di malattia cartacei; 20 milioni di euro a favore delle
imprese derivanti dalla possibilità di un monitoraggio più
efficace dell'assenteismo attraverso il certificato di malattia
elettronico (attualmente le giornate indennizzate sono 60.277.000
per un costo totale di 1,9 miliardi l’anno, di cui 1,6 a carico
delle imprese); 70 milioni di euro derivanti dall’abolizione
dell’invio con raccomandata del certificato di malattia
all’Inps e al datore di lavoro (il costo di ogni raccomandata è
pari a 2,80 euro e i certificati di malattia emessi per i
dipendenti del settore privato sono circa 12 milioni l’anno, per
un totale di 24 milioni di raccomandate inviate ogni anno).

Brunetta segnala inoltre a Errani ulteriori risparmi possibili
derivanti dall’adozione dei servizi di pagamento e di
refertazione online che – oltre a introdurre semplificazioni e
agevolazioni consistenti per i cittadini, sia in termini di tempo
che di costi – consentirebbero di accelerare il percorso di
innovazione dei sistemi informativi e delle procedure aziendali,
favorendo la messa a sistema di soluzioni spesso attivate in forma
sperimentale. Questo intervento può generare un impatto
quantificabile, in termini di minore spesa pubblica, in oltre 400
milioni di euro annui.

Intanto sale ancora la quota di certificati di malattia inviati
online. Solamente nella terza settimana di gennaio sono pervenuti
tramite il nuovo sistema circa 340mila certificati online, con un
incremento di oltre 40mila unità rispetto alla settimana
precedente. Il flusso medio giornaliero si è portato a un livello
pari a 49.000 documenti. Nel complesso, a partire dall’avvio del
sistema, risultano trasmessi online all’Inps ben 3.511.843
certificati. Le previsioni relative alla settimana in corso portano
Palazzo Vidoni a stimare un flusso pari a 400mila unità, di fatto
completando il processo di saturazione del sistema.

La media regionale dei medici di famiglia che si sono abilitati
all’utilizzo del nuovo sistema ha superato il 92%.
Ed è in questo contesto che da febbraio partirà il meccanismo
sanzionatorio previsto per i medici inadempienti, nonostante
l’appello dei medici di base e ospedalieri che lamentano ancora
inefficienze nel sistema. “Non possiamo pagare noi per il
malfunzionamento”, hanno ribadito in una lettera sia a Brunetta
sia al premier Berlusconi.

Su versante delle ricetta elettroniche (che sarebbero dovute
partire il 1° gennaio), al palo per il mancato varo dei decreti
attuativi di competenza del Mef, il ministro dell’Economia ha
fatto sapere che gli uffici competenti stanno lavorando in questa
direzione.

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