Brunetta non “cede” ai medici. Da domani sanzioni per chi non usa i web-certificati

Le pressioni dei sindacati di categoria per rinviare l’applicazione delle penali non ha avuto buon gioco.”Verrà punita solo la colpa esplicita”, chiarisce il ministro. Ma la Fimmg non ci sta e annuncia dura battaglia

Pubblicato il 31 Gen 2011

Sulle sanzioni previste per i medici che in utilizzano il sistema
di invio online dei certificati di malattia i "timori sono
infondati". Brunetta risponde ai sindacati che chiedono di far
slittare le multe che entrano in vigore da domani.

"Timori e paure non hanno ragion d’essere – spiega il
ministro – già da ora le norme prevedono che
l’eventuale sanzione abbia luogo solo in caso di 'colpa
esplicita', come chiarito dalla Circolare n. 2 Dfp/Ddi del
28-09-2010 del ministro per la Pubblica Amministrazione e
l’Innovazione che ha fornito indicazioni e chiarimenti per
l’applicazione della nuova procedura. Sarà in ogni caso cura del
mio ministero assicurare un attento monitoraggio circa le procedure
e i meccanismi di applicazione di quanto previsto, così da evitare
il rischio di ingiustificati atteggiamenti punitivi. A questo
riguardo ho chiesto agli enti preposti di valutare con il massimo
dell’attenzione, della trasparenza e della flessibilità,
l’intera tematica delle sanzioni. Su questo specifico punto ho
dato mandato ai miei uffici di predisporre una apposita circolare
interpretativa. Sono comunque disponibile ad ogni ulteriore
approfondimento di tutta la strategia di implementazione dell’Ict
nel nostro sistema sanitario anche attraverso un incontro da
tenersi al più presto”.

Il ministro esprime inoltre "piena soddisfazione per i
risultati raggiunti in questi mesi relativamente alla procedura di
trasmissione online dei certificati di malattia dei dipendenti
pubblici e privati". I dati Inps indicano infatti che, a dieci
mesi dall’avvio del nuovo sistema, sono stati complessivamente
inviati telematicamente quasi 4 milioni di documenti, di cui circa
400mila solo nell’ultima settima. Stando alle ultime
informazioni, il flusso medio giornaliero a regime si va attestando
su un valore medio di oltre 70mila, con una punta odierna di
105mila unità. Il sistema è, dunque, pressoché a regime.

Per tutta risposta medici italiani proclamano lo stato di
agitazione. "La risposta di Brunetta – spiega Giacomo
Milillo
, segretario generale della Federazione di medici
di medicina generale (Fimmg) – appare come un'ulteriore presa
in giro ai medici".

Per Milillo, il ministro "mostra ancora una volta quanto sia
staccato dalla realtà degli operatori del settore che pure hanno
dimostrato volontà nel portare avanti l'innovazione", ma
hanno anche dimostrato «la presenza di criticità di un sistema
che, a oggi, non consente a tutti i medici di operare. Non
accettare la richiesta dei medici di sospendere le sanzioni e
minimizzare il disagio dei camici bianchi è "una nuova presa
in giro" che non può dissuadere i medici dal portare avanti
la loro protesta proclamando, da oggi, lo stato di agitazione.

Nei giorni scorsi la Fimmg ha
chiesto
al ministro di sospendere l’applicazione delle multe,
dicendosi pronti anche alla disobbedienza civile contro il
governo.  “Il ministero non ha messo a disposizione un sistema
efficiente – accusava Milillo, segretario nazionale Fimmg  –
Spesso il 'cervellone' si blocca e il call center non
funziona quasi mai. In questo contesto non prevedere il rinvio
delle sanzioni sarebbe come gettare benzina sul fuoco”. Secondo
la Fimmg infatti l’ingiustizia è lampante: si punisce il medico
non solo se non si è attrezzato, ma anche se il sistema non
funziona; condizione, questa, non dipendente dalla sua
volontà.

A parlare di "un vero e proprio caos" è anche la Cgil
Medici. Il segretario, Massimo Cozza e il
coordinatore dei medici di Medicina Generale Nicola
Preiti
, ricordano che  "la moratoria per le
spropositate sanzioni disciplinari scade oggi« per i medici di
famiglia, le guardie mediche e gli specialisti ambulatoriali che
non trasmettono per via telematica la certificazione di malattia,
con la pena del licenziamento in caso di reiterazione mentre gli
ospedalieri potranno continuare ad usare la via cartacea".

Davanti a difficoltà nel rilasciare i certificati online
"come ancora frequentemente accade per problemi di
trasmissione e per il call center inadeguato i cittadini potrebbero
essere indotti a ulteriori accessi impropri al pronto soccorso
nelle settimane nelle quali si sta manifestando il picco
dell'influenza". A fronte di circa "17 milioni di
lavoratori dipendenti (3,5 milioni pubblici e 13,5 milioni privati)
– prosegue la nota della Cgil – si salveranno dal pasticcio solo i
magistrati, gli avvocati dello Stato, i professori universitari, le
forze armate e di polizia, i vigili del fuoco, i diplomatici ed i
prefetti, per i quali i medici di famiglia dovranno invece
rilasciare ancora il tradizionale certificato di malattia
cartaceo". In questo "caos" il ministro della
Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, "imperterrito,
rifiutando ogni confronto con i sindacati nonostante le reiterate
richieste, continua a dare vuoti numeri sulla distribuzione del Pin
e sui pochi milioni di certificati trasmessi on line. Solo fumo
mediatico".
Ma "sanzionare chi non è colpevole – aggiungono i due
sindacalisti – rischia di portare al naufragio del progetto e
compromette il servizio ai cittadini. Allo stato dei fatti, quando
non è possibile la trasmissione on line, bisogna necessariamente
consentire il cartaceo, senza sanzioni, anche ai medici
convenzionati".

Preoccupati per le sanzioni anche i medici di Pronto Soccorso.
"L'innovazione tecnologica è certamente fondamentale, ma
in questo caso qualcosa non torna – rimarca Vincenzo
Carpino
, presidente Aaroi-Emac (Associazione Anestesisti
Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica) –  Il
pericolo reale è che i Pronto Soccorso diventino la meta
sostitutiva per chi ha bisogno del certificato ma non può averlo
dal proprio medico curante che, per motivi indipendenti dalla sua
volontà, non ha ancora la possibilità di mandare il documento per
via telematica".

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