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Smart city, task force al Mit. Vicari: “Il nostro modello parte dal basso”

L’annuncio del sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti: “Sarà un luogo decisionale e di interfaccia con le PA ma anche con le aziende. Puntiamo a valorizzare le esigenze urbane dei singoli territori”

Pubblicato il 08 Apr 2016

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Una task force al Mit per le smart city. La costituirà il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Simona Vicari nelle prossime settimane.

“In questi giorni, per lo sviluppo e l’attuazione di un programma di interventi coordinati e coerenti finalizzati ad elevare la componente smart dei nodi e delle reti di trasporto del Paese, in base al principio del contenimento della spesa e dell’impiego efficiente delle risorse disponibili, – spiega Vicari – stiamo lavorando alla costituzione di una Task force per la Smart city, quale di cabina di regia e luogo decisionale con funzione di interfaccia tra le direzioni generali competenti, le amministrazioni e gli enti interessati”.

“Il trampolino per città più vivibili, sicure e pulite è proprio la Smart city, un composto “ibrido” di infrastrutture, connettività, piattaforme informatiche e algoritmi di controllo anche al servizio di trasporti, logistica e mobilità sicuri, intelligenti, flessibili, multimodali e diffusi – sottolinea il sottosegretario – Investire sulle Smart cities significa migliorare la qualità di vita di tutti noi e aprire la strada a nuove possibilità di lavoro e di business, dalla manifattura ai servizi. Le città intelligenti rappresentano un’opportunità che non possiamo perdere ed è la sfida che ci lancia il futuro per raggiungere un elevato livello di servizi offerti dalla PA ai cittadini e alle imprese. Tutti devono potersi muovere e raggiungere le proprie destinazioni in modo sicuro, veloce, confortevole. Solo così si può dare un impulso vero a tutte le altre attività economiche. Per questo l’Europa investe, per questo il settore dei trasporti è strategico, per questo l’Italia può giocare la sua carta migliore. Punti imprescindibili del nostro percorso, visto il successo già sperimentato in passato, saranno i modelli di partenariato pubblico-privato e la riproposizione di un modello che parta “dal basso”, cioè dalle specifiche esigenze urbane. Come Mit ci crediamo e ci puntiamo”.

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