LO SCONTRO

Agcm-Agcom, nuove punture di spillo

Secondo Pitruzzella “il comitato previsto dal regolamento sul copyright potrebbe intaccare la concorrenza”. E le sue parole riaccendono un coflitto mai sedato tra le authority: in ballo la regolazione antitrust nel settore delle Tlc

Pubblicato il 29 Gen 2014

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Bene il comitato sulla tutela del diritto d’autore previsto dal regolamento dell’Agcom, ma attenzione agli accordi tra broadcaster che potrebbero mettere a rischio le tutele della concorrenza. Lo dice il numero uno dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, intervenendo ad un convegno di Confindustria radio-televisione sul diritto d’autore. “Il Comitato non è che non ci piaccia, ma il rischio è che gli accordi al suo interno possano essere fatti in modo tale da non tutelare la concorrenza tra le imprese”, ha detto Pitruzzella.

Le parole di Pitruzzella riaccendono dunque le scintille nel rapporto non sempre idilliaco tra Agcm e Agcom. E nemmeno l’avvio dell’indagine conoscitiva sulla concorrenza nel mercato delle telecomunicazioni, che i garanti hanno avviato congiuntamente, ha aiutato a superare le divergenze. Divergenze tutte legate al conflitto di competenze.

Nei mesi scorsi ha tenuto banco la diatriba su “chi” tra le due autorità debba vigiliare sulle pratiche commerciali scorrette nel settore delle telecomunicazioni. Lo scontro è in corso da molto tempo ed ha visto le due autorità schierate su fronti contrapposti, ciascuna difendendo le proprie prerogative o supposte tali. Tanto che alla fine la polemica è finita davanti ai giudici del Tar. Che hanno dato ragione ad Agcom.

Come conseguenza, l’Antitrust, in ottemperanza alle sentenze del Tar, ha deciso di non procedere ad avvii istruttori nei casi che ricadono nella competenza dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, di trasmettere all’Agcom gli atti dei fascicoli già archiviati o che verranno archiviati per profili di competenza e la copia delle richieste di intervento arrivate dal primo marzo scorso. Ma non è detta l’ultima parola: l’Antitrust ha infatti impugnato, con istanza cautelare, le sentenze del Tar davanti al Consiglio di Stato.

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