IL PROGETTO

Amazon al lavoro su cuffie in-ear, guanto di sfida ad Apple

La casa di Seattle vuole lanciare le rivali di AirPods nella seconda metà dell’anno: avranno accesso integrato ad Alexa per attivare le varie funzioni di e-commerce

Pubblicato il 09 Apr 2019

Antonio Dini

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Un dispositivo ambientale da usare al di fuori della casa. Amazon ci riprova, dopo il flop dello smartphone Amazon Fire e progetta un paio di cuffie in-ear concettualmente simili alle AirPods di Apple (uno dei prodotti di maggior successo dell’era Tim Cook dell’azienda) da utilizzare con l’assistente vocale di Amazon, Alexa, mentre ci si sposta dentro e fuori casa.
Non è tuttavia un progetto facile da realizzare: ci stanno provando tutti nel settore hi-tech ma con risultati non sempre positivi. Oltre a molte aziende cinesi e asiatiche in generale, soprattutto nel settore della telefonia mobile, infatti, anche Google l’anno scorso ha presentato le sue Pixel Buds ma con scarsissimo successo a causa di un design ritenuto non buono soprattutto per la custodia che fa anche da ricarica per le due auricolari Bluetooth. Stesso risultato negativo sostanzialmente anche per Samsung.

Il colosso dell’e-commerce è invece al lavoro per preparare i suoi auricolari con accesso integrato ad Alexa, per attivare le varie funzioni di e-commerce, almeno secondo delle indiscrezioni raccolte da Bloomberg. Le cuffie, spiega l’agenzia di stampa, funzioneranno in modo simile ale AirPods e gli somiglieranno pure, anche se avranno probabilmente un colore diverso (nero o grigio). Come gli AirPods, però, anche gli auricolari Amazon vengono progettati per essere inseriti nelle orecchie degli utenti senza utilizzare fermagli che girano intorno all’orecchio e quindi riducendone al minimo l’ingombro e di conseguenza la dimensione della custodia.

Questo non è il primo prodotto hardware che Amazon cerca di produrre. A parte il successo universale del Kindle, il lettore di eBook, e il moderato successo dei tablet Fire, l’azienda ha lavorato anche su vari concept di prodotti innovativi, alcuni dei quali non hanno però avuto alcun successo, come lo smartphone “made in Seattle” che si è rivelato un grosso flop. La divisione hardware di Amazon starebbe lavorando anche a un altro prodotto “segreto”, anticipano i soliti bene informati che preferiscono restare anonimi, vale a dire il progetto “Vesta”, un robot domestico per i consumatori, anche questo basato su Alexa come interfaccia vocale di comunicazione (un tipo di interfaccia chiamata “naturale” perché imitano il modo naturale di interazione tra esseri umani).

Le cuffie di Amazon, delle quali non è stato ancora detto il nome, permetteranno a chi le adopera di usare la voce per tutti i servizi di Amazon: ordinare prodotti, comandare la musica, chiedere informazioni meteo e altre cose ottenibili in movimento in maniera conversazionale, senza bisogno di guardare uno schermo o digitare dei comandi o imparare delle gesture specifiche.

L’assistente digitale Amazon viene evocato senza dover premere nessun controllo ma semplicemente dicendo “Alexa” ad alta voce. Nel caso degli auricolari di Amazon ci saranno però anche dei controlli fisici capaci di interpretare gesture differenti: un tocco per rispondere o terminare le telefonate, e un altro per passare da una canzone all’altra nella modalità musica, spiega Bloomberg.

In Italia Apple, che ha di recente presentato la seconda generazione di AirPods, le vende a 179 euro iva inclusa (159 dollari, più tasse, negli Usa). L’hardware di Amazon secondo le indiscrezioni costerà sensibilmente di più.
La mossa è molto importante per Amazon perché indica la sua volontà di espandersi oltre la linea di hardware per la casa. Gli speaker smart Eco, basati su Alexa, a sorpresa sono diventati un successo e oggi si trovano in milioni di case. Amazon ha tuttavia abbandonato la variante più piccola di Echo, alimentato a batteria, che poteva essere adatto agli usi in esterna. E l’azienda ha anche reso disponibile in maniera molto limitata un plug-in per auto basato sempre su Alexa. Invece, Amazon ha aperto la sua tecnologia di riconoscimento vocale e di intelligenza artificiale dietro ad Alexa anche ad altri produttori di cuffie, come ad esempio Bose.

Il principale problema per la crescita della diffusione di Alexa rispetto agli assistenti digitali della concorrenza (Siri di Apple e l’assistente di Google) rimane la mancanza di uno smartphone made in Seattle e un suo sistema operativo mobile. Gli assistenti digitali di Apple e Google hanno infatti basi di utenti molto più grandi perché sono incorporati in centinaia di milioni di iPhone, iPad, orologi e dispositivi mobili Android.

Questo crea un ulteriore problema per le cuffiette made in Seattle. Gli auricolari Amazon infatti non avranno connettività cellulare integrata e richiederanno quindi l’associazione con un telefono per poter connettersi alle reti dati. Questo significa che Amazon deve lavorare con Apple e Google, cosa peraltro che l’azienda già sta facendo per le sue app basate su Alexa disponibili per Android e iOS. La mancanza di un suo sistema operativo che faccia da ambiente di contorno ai prodotti è però un problema e un grattacapo strategico per Amazon, che sta cercando con determinazione di ottenere un vantaggio competitivo da first-mover nell’informatica “vocale”, cioè nei computer la cui interfaccia è la voce. La strategia di Amazon è quella di conquistare questo ambito per poter portare la sua piattaforma di e-commerce e servizi davanti al maggior numero possibile di persone, battendo sul tempo la concorrenza.

Sviluppare delle piccole cuffie con un assistente vocale integrato non è però semplice. Secondo Bloomberg, Amazon ha dovuto affrontare alcuni ritardi nello sviluppo del prodotto. L’azienda negli ultimi mesi ha avuto difficoltà a trovare dei fornitori all’altezza per avviare la produzione. Amazon negli ultimi due anni attorno al mese di settembre, ovvero il momento chiave per il periodo di punta degli acquisti compreso tra il black friday e Natale, ha sempre lanciato un nuovo dispositivo hardware.

Secondo Bloomberg gli auricolari saranno venduti in una custodia che funzionerà anche da caricatore. Gli utenti saranno in grado di ricaricarla usando un cavo Usb standard e quest’ultima ricaricherà gli auricolari, che invece non avranno prese standard e quindi non potranno essere ricaricati separatamente: esattamente come per gli AirPods di Apple. La società di Seattle sta testando le cuffie nei colori nero e grigio.

Gli auricolari fanno parte di una categoria di indossabili in rapida crescita: 12,5 milioni di paia sono state vendute solo nel quarto trimestre, secondo la società di analisi di mercato Counterpoint. Apple con AirPods controlla circa il 60% di questo mercato. Dopo un avvio tentennante, le AirPods (lanciate nel 2016) sono diventate un enorme successo per Apple, contribuendo ad aumentare le vendite di iPhone. L’azienda, che ha appena lanciato la seconda generazione delle cuffie esteticamente identiche ma con alcune novità (guscio con ricarica a induzione e nuovo processore più potente) secondo Bloomberg sta lavorando a una terza generazione di cuffie di fascia più alta con cancellazione del rumore e resistenza all’acqua. Gli AirPod fanno parte del segmento degli accessori Apple, che ha generato 17,4 miliardi di entrate o il 7% delle vendite nell’anno fiscale più recente.

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