FISCO

Web tax, 60 Paesi firmano le regole Ocse. Il no di Trump

Domani a Parigi l’accordo che mira a ridurre comportamenti elusivi delle big company: più stringente la definizione di “stabile organizzazione”. Ma l’amministrazione Usa annuncia che non parteciperà

Pubblicato il 06 Giu 2017

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L’Ocse stringe sulla web tax. Domani oltre 60 Paesi a Parigi firmeranno a convenzione multilaterale – Beps (base erotion and profit shifting) il nome dell’intesa – che costituisce un pilastro fondamentale nella definizione di un’agenda sulla tassazione internazionale delle big company del web. Obiettivo della convenzione è quello di ridurre azioni elusive sulla base di accordi multilaterali di armonizzazione delle norme esistenti nei vari Paesi.

Le tasse andranno pagate nello stato dove si svolgono le attività economiche che hanno generato i redditi. Le nuove regole sulla stabile organizzazione predisposte dall’Ocse nell’ambito del progetto Beps restringono i margini di manovra per eludere il fisco del paese dove viene svolto il core business: o perché è lì che vengono negoziati i contratti con fornitori o rivenditori, o perché è lì che vengono esercitate alcune attività che, sebbene sulla carta accessorie, costituiscono in realtà una fase essenziale degli affari dell’azienda. Gli Stati Uniti hanno già annunciato che non firmeranno.

Intanto l’Italia ha bruciato i tempi e votato nella manovrina regole che aprono la strada verso la web tax: si introducono che norme che si rivolgono alle imprese che appartengono a multinazionali con ricavi consolidati superiori a 1 miliardo di euro e vendono beni e servizi in Italia per oltre 50 milioni. La web tax è una procedura di cooperazione rafforzata attraverso lo strumento dell’adempimento collaborativo già previsto nel nostro sistema.

L’articolo 1 bis introdotto in sede di conversione del Dl 50/2017 approvato ieri dalla Camera – manca ancora il vaglio del Senato – prevede che le società e gli enti di ogni tipo, compresi i trust, con o senza personalità giuridica, non residenti nel territorio dello Stato che appartengono a gruppi multinazionali con ricavi consolidati superiori a 1 miliardo di euro annui e che effettuino cessioni di beni e prestazioni di servizi nel territorio dello Stato per un ammontare superiore a 50 milioni di euro annui, possono avvalersi della procedura di cooperazione e collaborazione rafforzata per la definizione dei debiti tributari dell’eventuale stabile organizzazione presente nel territorio dello Stato.

Le aziende hanno facoltà di richiedere all’Agenzia delle Entrate una valutazione della sussistenza dei requisiti che configurano la stabile organizzazione mediante presentazione di apposita istanza finalizzata all’accesso al regime dell’adempimento collaborativo.

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