COGNITIVE COMPUTING

Ibm, l’IoT di Watson strizza l’occhio all’elettronica di consumo

La compagnia Usa presenta all’Ifa di Berlino le applicazioni concrete sviluppate con Whirlpool, Panasonic, Nokia e altri. Il global head Green: “Intelligenza artificiale e Internet of Things: così la vita domestica diventerà più semplice e sicura”

Pubblicato il 07 Set 2016

Andrea Frollà

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Mettere in evidenza la potenza del cognitive computing e il modo in cui può contribuire a sviluppare il pieno potenziale dell’Internet of Things. Con questo obiettivo Ibm si è presentata all’Ifa di Berlino, una delle fiere più importanti nel mondo per l’elettronica di consumo, presentando le modalità con cui le tecnologie IoT di Watson sono pronte a guidare una nuova ondata di innovazione e a svolgere un ruolo chiave in una delle più importanti trasformazioni tecnologiche mondiali.

Whirlpool, Panasonic, Nokia, il pioniere degli “hearable” (Bragi) nonché il veicolo Olli a guida autonoma e stampato in 3D, sono i partner saliti sul palco dell’evento tedesco a fianco del colosso Usa. Harriet Green, global head di Watson IoT, ha spiegato come l’intelligenza informatica cognitiva può contribuire a sviluppare il pieno potenziale dell’Internet of Things: trasformare il nostro rapporto con il mondo fisico e rendere elettrodomestici, macchine, dispositivi, case e automobili migliori, più sicure, più intuitive e più interattive.

“Milioni di sensori forniscono ora occhi e orecchie ad apparecchiature e dispositivi, aumentando la loro intelligenza integrata e consentendo loro di interagire con noi in modo più efficace – ha sottolineato Green -. La vera sfida è rappresentata dal fatto che nei prossimi anni l’Internet of Things diventerà la principale fonte di dati sull’intero pianeta: è proprio qui che entra in gioco Watson, che utilizza l’apprendimento automatico e anche altre tecniche per comprendere questi dati e trasformarli in informazioni utilizzabili”.

In questo modo, ha aggiunto il top manager, Watson “può contribuire ad automatizzare le attività, consentire ai produttori di realizzare prodotti migliori, introdurre nuovi servizi innovativi e migliorare in generale la qualità della nostra vita, in particolare nell’ambiente domestico”. Inoltre, grazie alle tecnologie cognitive, “le interazioni con le cose attraverso il linguaggio naturale e i comandi vocali miglioreranno esponenzialmente”.

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