Twitter, dossier antitrust: “sleale” con gli sviluppatori?

La Federal Trade Commission Usa apre un’indagine preliminare per verificare se la società danneggia la concorrenza a favore delle applicazioni client disegnate internamente

Pubblicato il 01 Lug 2011

Twitter finisce nel mirino della Us Federal Trade Commission per
questioni antitrust: l'agenzia federale americana ha cominciato
a contattare i produttori di software come parte di un’inchiesta
preliminare che cercherà di capire se le pratiche di business di
Twitter danneggino la concorrenza, come rivelato da due fonti
confidenziali all’agenzia di stampa Bloomberg. I produttori
indipendenti di applicazioni sostengono infatti che Twitter muova
nei loro confronti una concorrenza sleale favorendo applicazioni e
software prodotti internamente.

L’inchiesta fa seguito a un periodo di relazioni burrascose tra
il servizio di microblogging da 140 caratteri e le aziende che
scrivono i cosiddetti "client" Twitter, i software che
permettono di aggiornare il proprio status sul sito. Da un anno a
questa parte, infatti, Twitter ha cominciato a potenziare i suoi
prodotti e servizi, ma indicando che molti sarebbero stati creati
internamente e non da sviluppatori esterni. Inoltre, anche per gli
sviluppatori esterni, i requisiti per produrre applicazioni per
Twitter sono stati resi più severi e in molti prodotti parte del
software è comunque stato fornito dalla società.

L’utilizzo dei tweets è esploso da quando il servizio è stato
lanciato quattro anni fa. Il sito è ora utilizzato dal 13% degli
adulti americani online, contro l'8% di novembre scorso,
secondo i dati del Pew Research Center di Washington. La società,
in competizione con il social network Facebook, sta cercando di
migliorare e ampliare i suoi prodotti e di attirare più utenti e
inserzionisti. La Ftc ora vuole capire meglio come Twitter gestisce
le sue relazioni con le aziende che costruiscono servizi e
applicazioni intorno al suo fiorente ecosistema.

Il malcontento degli sviluppatori intorno a Twitter è esploso lo
scorso febbraio dopo che la società ha bloccato una serie di
“client” disegnati dallo sviluppatore di Los Angeles Ubermedia
perché non rispettavano le regole di Twitter, per esempio
permettevano agli utenti di scrivere più di 140 caratteri. Loic Le
Meur, fondatore di Seesmic, un altro Twitter client molto
utilizzato, commenta: "Le opportunità su Twitter non sono
aperte. Per questo noi abbiamo spostato il focus del nostro
servizio da Twitter verso altri siti: a me sembra chiaro che non
vogliano più i client esterni”.

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