Roaming, rivoluzione Ue: all’estero si potrà scegliere un altro operatore

La proposta adottata dalla Commissione punta ad abbassare le tariffe facendo leva sulla concorrenza. Da luglio del 2014 possibità di firmare un contratto con un gestore diverso per i servizi oltreconfine. Kroes: “Un provedimento a tutela i consumatori”. Rudd (Gartner): “Cambierà il panorama del mercato”

Pubblicato il 06 Lug 2011

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Bruxelles stringe i tempi sul taglio del roaming. Oggi infatti la
Commissione ha presentato le sue nuove proposte, con
l'obbiettivo di garantire ulteriori vantaggi agli utenti della
telefonia cellulare in tutta Europa. In vista della scadenza
dell'attuale normativa, prevista per giugno 2012, la Ue
proporrà dunque nuove regole per i costi transfrontalieri,
puntando a ridurre i costi nel lungo periodo. L'obiettivo è
risolvere in maniera strutturale il problema degli eccessivi prezzi
al dettaglio per questi servizi, prevedendo massimali tariffari di
salvaguardia per i prezzi al dettaglio non solo riguardo ai servizi
vocali e di testo, ma anche al roaming di dati.

Nel dettaglio il regolamento proposto, direttamente vincolante,
introdurrebbe per la prima volta provvedimenti strutturali intesi a
favorire la concorrenza: dal 1° luglio 2014, infatti, i clienti
avrebbero la possibilità di firmare un contratto più conveniente
per i servizi di roaming, separato dal contratto per i servizi di
telefonia mobile nazionale, mantenendo però lo stesso numero. La
proposta darebbe inoltre agli operatori mobili (compresi i
cosiddetti “operatori mobili virtuali”, ossia quelli che non
dispongono di una rete propria) il diritto di utilizzare le reti di
altri operatori, in altri Stati membri, a prezzi all’ingrosso
regolamentati, incoraggiando così più operatori a competere sul
mercato del roaming.

Nell’attesa che i provvedimenti strutturali diventino pienamente
effettivi e che i prezzi al dettaglio scendano per effetto della
concorrenza, la proposta prevede una diminuzione progressiva degli
attuali massimali di prezzo al dettaglio per i servizi voce e Sms e
introduce un nuovo massimale di prezzo al dettaglio per i servizi
mobili di dati. Entro il 1° luglio 2014 i clienti di roaming
pagheranno al massimo 24 centesimi al minuto per le chiamate
effettuate, 10 centesimi al minuto per le chiamate ricevute, 10
centesimi per inviare un messaggio di testo e 50 centesimi al
Megabyte (MB) per scaricare dati o navigare su Internet quando sono
all’estero (fatturati per kilobyte utilizzato).

“Questa proposta affronta il problema alla radice, ossia la
mancanza di concorrenza nei mercati del roaming, dando ai clienti
una scelta più ampia e agli operatori alternativi un accesso più
semplice al mercato del roaming – puntualizza il commissario per
l’Agenda digitale Neelie Kroes – I prezzi del roaming di dati
dovrebbero scendere immediatamente rispetto a quelli attuali, che
riflettono gli enormi margini di profitto degli operatori”.

Nell'Agenda europea per il digitale, adottata nel maggio 2010,
la Commissione si era posta l'obiettivo di eliminare
completamente entro il 2015 le differenze tra le tariffe di roaming
e quelle dei servizi forniti a livello nazionale. Attualmente il
prezzo per i servizi vocali in roaming è ancora circa tre volte
superiore a quello dei servizi nazionali. Per il roaming di dati la
differenza è ancora maggiore: in media scaricare un MB nel proprio
paese costa infatti ai consumatori meno di 5 centesimi, mentre si
possono pagare anche 2,60 per scaricare la stessa quantità di dati
all'estero. Considerando che i costi all'ingrosso per il
roaming di dati si sono ridotti notevolmente, la Commissione vuole
fare in modo che i consumatori possano beneficiare di tale
riduzione.

La proposta è stata presentata per adozione al Parlamento europeo
e al Consiglio dei ministri dell’Unione.
Secondo una relazione adottata oggi dalla Commissione, il vigente
regolamento sul roaming ha temporaneamente ridotto i prezzi delle
chiamate e degli Sms in roaming, ma non ha rimediato alla mancanza
di concorrenza sul mercato, con la conseguenza che le tariffe
continuano ad essere estremamente vicine ai massimali al
dettaglio.
La proposta, che sarà presentata per adozione, delinea anche gli
approcci da seguire per ovviare la scarsa concorrenza nel mecarto e
conseguentemente, la poca scelta a disposizione dei consumatori.
Secondo Bruxelles è necessario, per prima cosa semplificare
l’accesso ai mercati del roaming per gli operatori alternativi
(come gli operatori virtuali di reti mobili) imponendo agli
operatori di altri Stati membri di concedere l’accesso alle
proprie reti a prezzi all’ingrosso regolamentati. In questo modo
si creerebbe maggiore concorrenza tra i vari operatori, che
sarebbero incentivati ad offrire ai clienti tariffe e servizi più
interessanti.

Fondamentale anche lasciare ai clienti la facoltà di scegliere un
provider alternativo per i servizi di roaming indipendente dal
provider dei servizi nazionali. Una volta oltrepassata la
frontiera, il cliente passerebbe automaticamente al provider di
servizi roaming che ha scelto, senza dover compiere alcuna azione e
mantenendo lo stesso numero e la stessa carta SIM. La trasparenza
ne risulterebbe potenziata e i clienti potrebbero cercare le
offerte di roaming più vantaggiose, incoraggiando gli operatori ad
offrire prezzi più competitivi.

Fino a quando queste soluzioni strutturali non avranno dato tutti i
risultati previsti, la proposta permetterebbe di introdurre un
nuovo massimale per i prezzi al dettaglio del roaming di dati (che
rimarrebbe in vigore fino a metà 2016). Questo garantirebbe agli
utenti di smart phone, tablet e altri dispositivi per accedere a
Internet su reti mobili, di navigare anche all’estero senza dover
pagare bollette stratosferiche. La Commissione propone che a
partire dal 1° luglio 2012 i consumatori non paghino più di 90
centesimi per megabyte (MB) scaricato, destinati a calare
drasticamente fino a 50 centesimi al MB entro luglio 2014 (i prezzi
sarebbero calcolati per kilobyte in base all’uso effettivo). Il
regolamento vigente non prevede massimali per i prezzi al dettaglio
del roaming di dati; i massimali per i prezzi all’ingrosso, in
vigore da luglio 2009, non si sono però tradotti in risparmi per i
consumatori. La media globale dei prezzi al dettaglio per scaricare
dati in un altro Stato membro, pari a 1,06 euro a fine 2010, non
rispecchia le forti differenze tra i prezzi applicati. Ad esempio,
i consumatori spendono in media 2,23 euro/MB per i dati scaricati
all’estero sulla rete di un altro gruppo di telefonia mobile, ma
in alcuni casi si registrano prezzi molto più elevati (con picchi
di 12 euro/MB). È importante tenere presente che i massimali al
dettaglio proposti dovrebbero essere solo una rete di sicurezza per
i consumatori, perché la Commissione prevede che i provvedimenti
strutturali proposti favoriranno la concorrenza portando a offerte
tariffarie paneuropee e prezzi inferiori, ben al di sotto dei
massimali.

In questo contesto di potrebbero anche mantenere i massimali al
dettaglio per i servizi di roaming voce ed Sms e la la protezione
dalle bollette esorbitanti dovute al roaming di dati: le bollette
mensili di coloro che viaggiano all’estero per turismo o per
lavoro e che accedono a dati sulle reti mobili continueranno ad
essere limitate a 50 euro a meno che i clienti non scelgano
esplicitamente un importo massimo diverso.

Infine si conserverebbero i massimali sui prezzi all’ingrosso tra
operatori per tutti i servizi di roaming fino al 2022 (servizi
voce, Sms e dati) per creare condizioni di investimento prevedibili
per gli operatori alternativi. I massimali di prezzo all’ingrosso
potrebbero essere eliminati prima del 2022 se i dati di mercato
indicheranno che la concorrenza si è sufficientemente
sviluppata.

Il nuovo regolamento, infine, continuerebbe a imporre agli
operatori di fornire informazioni sui prezzi del roaming ai
consumatori che entrano in un altro Stato membro, ma per questi
ultimi sarebbe semplice disattivare tale servizio.

"I ricavi relativi al roaming variano da operatore ad
operatore, ma in generale rappresentano circa il 10% del total. 
Tali ricavi sono da qualche tempo sotto pressione a causa della
concorrenza, ma anche perché alcuni segmenti di utenza, come
quella aziendale, sono interessate ad ottenere condizioni migliori,
situazione – questa – che ha determinato un calo di prezzi –
spiega Katja Ruud, Gartner research director – La perdita di
gettito misurata a parità di perimetro può essere affrontata
dagli operatori incoraggiando quei consumatori, che finora non
hanno usato o lo hanno fatto in misura ridotta dati in roaming per
paura delle bollette choc".

"Chiaramente gli operatori mobili non vogliono tetti tariffari
né tantomeno la loro regolamentazione e, dunque, hanno messo in
campo diverse azioni di pressione nei confronti del legislatore e
presentato piani alternativi – prosegue la Rudd – Tra questi la
tariffazione forfettaria in tutta Europa, che preleva il tuo
“alloction” quando sei all’estero, oppure la diffusione di
informazioni “proattive” su cosa fare per evitare bollette
esorbitanti, la notifica di aver raggiunto i 50 euro di traffico
consumato".

Gli utenti, da parte loro, potranno scegliere operatori alternativi
anche solo per il roaming e c’è la possibilità di veder nascere
operatori che fanno solo questa attività. E se questo accadesse
anche gli operatori di rete saranno probabilmente portati ad
allineare i loro prezzi.

"Ciò che resta fondamentale per quanto riguarda gli
investimenti di rete di qualsiasi tipo è che le condizioni
normative siano elaborate in anticipo in modo chiaro per permettere
agli investitori di valutare condizioni di business realistiche –
conclude l'analista – In Europa, abbiamo già diversi casi di
condivisione di rete tra concorrenti ma, nel complesso, gli Vno non
sono riusciti a guadagnare quote di mercato significative".

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