Gamberale (F2i): “Metroweb veicolo della fibra in Italia”

“No a una nuova Iritel”, dice il numero uno del fondo che ha acquisito la società della fibra milanese insieme ad altri soci:”La fiberco non serve: estenderemo l’esperienza di Milano anche altrove partendo dai distretti industriali”. Appoggi al progetto da Bassanini (Cdp) e Parisi (Confindustria Digitale)

Pubblicato il 07 Ott 2011

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"Riprodurre il modello Metroweb nelle altre città".
E' questo il piano annunciato da Vito Gamberale, amministratore
delegato di F2i in occasione del convegno "Agenda digitale:
Action" organizzato da Betweeb a Capri. Gamberale dice no alla
società della fibra annunciata dal ministro Romani. "Abbiamo
dato nuovo azionaratiato a Metroweb. C'è banca Intesa e da
ieri A2A: vogliamo estendere l’esperienza di Milano al resto di
italia. Ma ciò richiede alleanza con gli operatori e regole
adeguate". Secondo Gamberale "abbiamo bisogno di
regolazione ex post più che ex ante. Il governo ha avuto un
approccio politico più che tecnico, ha aperto dei tavoli, e
propone la costituzione di una società pubblico-privata: ebbene
questo significa tornare indietro. Parecchi hanno manifestato
scetticismo: l’iniziativa va lasciata ai privati creando una
regolamentazione che favorisca e limitando le imposizioni. La
società della rete desta forti dubbi: il governo si metterebbe a
fare l’operatore 20 anni dopo Iritel. Una società pubblica ora
nascerebbe senza competenze tecniche.Questa non è la strada:
piuttosto il governo dobrebbe stimolare la stesura di decreti
locali per portare la fibra".

Ambizioso il piano di Metroweb: "Metroweb è stata il motore
dell'avanguardia nella banda larga: Milano è stata per anni
faro mondiale e F2i intende fare leva sul patrimonio tecnologico e
sul management: vogliamo sviluppare un progetto di lungo termine a
Milano, nella Regione e nelle altre città. Metroweb potrebbe fare
da veicolo per l'espansione geografica". In dettaglio il
progetto mira a cablare 40mila edifici a Milano per poi estendersi
al di fuori della città. "Il progetto è aperto a tutti gli
operatori a condizioni non dicriminatorie". L'approdo nel
resto del territorio "sarà preceduto da un rassemblement di
ciò che esiste già per poi avviare l'espansione geografica.
Metroweb andrebbe a ricalcare offerta commerciale che giò propone
a Milano".

Si parte dunque dai distretti industriali e dall'utenza
business: "La prima naturale utenza per la banda ultralarga è
il mondo delle imprese, dei distretti industriali. Quindi bisogna
procedere in logica marlket driver. Poi c’è il mondo dei
multimedia. E la PA può essere una fonte di utilizzo: ma si dice
da molti anni e non sono partiti progetti concreti. Già nel 90 in
Sip si parlava di telemedicina ma di progressi ne sono stati fatti
pochi.  Non c’è dubbio che il driver della banda larga è fatto
dall’utenza business, quello l’obiettivo che dobbiamo
traguardare. Nel mondo consumer i servizi possono essere offerti
con quello che potenzialmente c’è, l’adsl. Le reti mobili Lte
potranno poi arrivare migliorare l'offerta".

La proposta di Gamberale viene appoggiata anche da Franco
Bassanini presidente della Cassa Depositi e Prestiti
.
Parlando anche a nome di Giovanni Gorno Tempini amministratore
delegato della Cdp, Bassanini si è detto è disponibile "a
impegnare risorse finanziarie nel progetto Metroweb". 

"Molto interessato" al progetto Metroweb anche
Stefano Parisi presidente di Confindustria
Digitale
"mentre trovo – ha detto dal tavolo del
convegno Between di Capri – che non abbia senso fare una società
pubblico-privata per la fibra. Anzi – ha concluso – il pubblico
deve uscire dall'economia".

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