Telecoms Package: Italia a rischio sanzioni

Bruxelles sollecita il nostro Paese, in ritardo di sei mesi, a recepire il pacchetto di norme, soprattutto nella parte riguardante telefonia fissa, servizi mobili e accesso a Internet. “Avvertiti” altri 15 stati membri

Pubblicato il 24 Nov 2011

Nuova sollecitazione da parte della Commissione Ue all'Italia
ad adeguarsi alle norme europee sulle telecomunicazioni, in
particolare a quelle che garantiscono più diritti ai consumatori
in materia di telefonia fissa, servizi mobili, accesso a internet e
migliore protezione della privacy.

La Commissione ha inviato oggi le proprie richieste in forma di
"parere motivato" all'Italia e ad altri 15 stati
membri (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Francia, Germania,
Grecia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania,
Slovenia, Spagna e Ungheria), avvertendo che chi non recepirà
integralmente la nuova normativa rischia di essere deferito alla
Corte di giustizia Ue e di vedersi comminare sanzioni
pecuniarie.

Il cosiddetto "pacchetto telecom", o la maxi-riforma
delle tlc europee, è stata approvato a novembre 2009 e gli Stati
membri avevano fino al 29 maggio 2011 per recepire le sue regole.
Nel luglio 2011 la Commissione aveva già scritto all'Italia e
ad altri 19 Stati membri chiedendo ulteriori informazioni sul
processo di attuazione del pacchetto.

La riforma, che ha creato un'Authority centrale, rafforzato il
controllo di Bruxelles sul settore, ha anche ampliato i diritti dei
consumatori. In base alle nuove norme, si può infatti cambiare
operatore telefonico, fisso o mobile, in un solo giorno e
conservando il proprio numero. Inoltre, i cittadini devono essere
meglio informati sui servizi che sottoscrivono e devono avere
l'opzione di firmare un contratto con gli operatori di
telefonia che non duri più di un anno.

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