At&t rinuncia al merger con T-Mobile?

Il ritiro della richiesta di approvazione presso la Fcc segnalerebbe, secondo il dipartimento di Giustizia americano, l’intenzione di abbandonare l’accordo. O di presentarne uno nuovo, profondamente modificato

Pubblicato il 09 Dic 2011

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At&t e T-Mobile Usa sono ancora intenzionate a perseguire il merger
proposto a marzo scorso? A chiederselo è il dipartimento di
Giustizia americano, secondo cui la decisione di At&t di ritirare
la richiesta di approvazione del deal presso la Federal
communications commission indicherebbe che l’accordo non è più
valido.

Per il DoJ, infatti, tale decisione segnala l’intenzione "di
abbandonare definitivamente l’acquisto di T-Mobile Usa” o di
presentare una proposta nuova e profondamente rivista.

Tuttavia Richard Levie, il rappresentante giudiziario (special
master) che supervisiona la causa antitrust del dipartimento di
Giustizia contro l’acquisizione, respinge le affermazioni del
dipartimento: “Le decisioni prese riguardo alla richiesta di
approvazione con la Fcc non alterano lo status di questo
procedimento legale”, afferma Levie.

"Anche se il via libera della Fcc è necessario per il merger,
lo è altrettanto una sentenza favorevole da parte della corte
federale”, continua la nota rilasciata da Levie. “Siccome non
esiste alcuna norma a nostra conoscenza che impone che
un’approvazione debba precedere l’altra, continuiamo a
impegnarci nella causa federale e a cercare intanto il sì del
Doj”.

Tali dichiarazioni confermano quanto sostenuto da At&t al momento
del ritiro della richiesta presso la Fcc: la volontà di
concentrarsi sull’ottenimento del via libera del dipartimento di
Giustizia che, come noto, ritiene che il merger con T-Mobile Usa
sia lesivo della libera concorrenza e possa danneggiare i
consumatori americani determinando un aumento dei prezzi. Il
processo con il Doj si apre il 13 febbraio; secondo molti analisti,
At&t, anche se non necessariamente finirà col rinunciare al deal,
dovrà presentare al dipartimento diverse concessioni per strappare
una sentenza favorevole.

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