DIGITAL DIVIDE

Bernabè:”Per la banda larga auspicabile intervento statale”

Il presidente di Telecom Italia: “Per gli operatori sempre più critico il problema della sostenibilità economica degli investimenti per l’abbattimento del digital divide nelle aree a fallimento di mercato”. Intanto si va avanti sulle Ngn: 99 comuni ultrabroadband entro il 2014

Pubblicato il 09 Feb 2012

F.Me.

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Per eliminare il digital divide entro il 2013 e portare la banda larga al 100% della popolazione italiana entro il 2013 come previsto dall’Agenda digitale "sarebbe auspicabile un intervento diretto dello Stato". A sottolinearlo nel corso di un’audizione in Commissione Trasporti e Tlcdella Camera è stato il presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè. "Si presenta in modo sempre più critico – ha detto Bernabè – il problema della sostenibilità economica degli investimenti da realizzare, da parte di un operatore privato come Telecom Italia, in aree del territorio disagiate e poco densamente popolate e, quindi, caratterizzate da un elevato grado di fallimento di mercato". Secondo Bernabè per eliminare il digital divide potrebbero essere usate anche "infrastrutture mobili". In questa direzione si potrebbe porre la rete Lte con la recente assegnazione delle frequenze a 800 Mhz. "Per rendere compatibile l’installazione della rete Lte con l’obiettivo 2013 dell’Agenda digitale, sarebbe auspicabile – ha detto il presidente di Telecom Italia – un intervento pubblico diretto, attraverso Infratel, finalizzato a mettere a disposizione degli operatori mobili le connessioni in fibra tra le centrali e le Stazioni Radio Base Lte, a fronte del loro impegno a completare la copertura radio entro due anni".

Bernabè ha anche annunciato i prossimi passi Telecom punta a collegare 99 comuni in banda ultralarga in fibra entro il 2014. Lo ha sottolineato il presidente dell’azienda di Tlc, Franco Bernabè nel corso di un’audizione in commissione Trasporti della Camera.

"La strategia di Telecom Italia prevede un intervento di infrastrutturazione in fibra del territorio articolato in due fasi", ha spiegato il presidente. In una prima fase, la fibra raggiunge gli armadi della rete di distribuzione, e rendendo disponibile a tutti i clienti collegati all’armadio connessioni con velocità da 30 ad oltre 50 Mbit/s; in una seconda fase, la fibra raggiunge gli edifici e le singole unità immobiliari, con un’architettura detta Fiber to the home.

"In concreto, Telecom Italia prevede di proseguire, nel comune di Milano, lo sviluppo Ftth-punto multiplo, peraltro già in fase molto avanzata, e di realizzare entro il 2014 una architettura Fttcab in altri 99 comuni, raggiungendo una copertura di circa 6 milioni di unità immobiliari (corrispondenti al 25% della popolazione) – ha puntualizzato – Nell’ottica dell’obiettivo 2020 dell’Agenda Digitale, il nostro piano di copertura continuerà, interessando più di 200 comuni e circa il 50% della popolazione". Infine la fibra degli armadi di distribuzione raggiungerà le abitazioni evolvendo verso la tecnologia Fiber to the home "in base alla risposta della domanda ed alle esigenze del mercato".

Il manager ha fatto anche il punto sugli investimenti dell’operatore. “Nel 2011 Telecom Italia ha realizzato investimenti per 4,2 miliardi di euro sul mercato nazionale, di cui 1,2 miliardi nell’acquisizione delle frequenze Lte (Long Term Evolution) – ha detto Bernabè – In termini di incidenza degli investimenti sui ricavi, Telecom Italia, con il 14,3% (al netto della gara Lte), si colloca al di sopra di altri operatori storici europei, quali British Telecom (13,7%), Deutsche Telekom (12,7%), France Telecom (11,0%) e Telefonica (10,9%)".

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