Ghera: ‘Roma fiber city entro cinque anni’

Secondo l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Roma le mini-trincee e la tecnologia Hdd per la posa della fibra saranno un modello per l’talia

Pubblicato il 20 Lug 2009

Banda larga a 100 Mb in tutta la Capitale. È l’obiettivo
strategico del Comune di Roma, fiore all’occhiello del progetto
Roma digitale. A questo proposito la Giunta ha approvato una
delibera relativa al nuovo regolamento per i lavori di scavo per
permettere una più snella azione amministrativa per la posa di
cavi in fibra ottica e per utilizzare nuove tecniche a basso
impatto ambientale. A parlare dell’iniziativa con il Corriere
delle Comunicazioni Fabrizio Ghera, assessore ai Lavori
pubblici e Periferie del Comune di Roma.

In cosa si caratterizza il progetto Roma
digitale?

Il progetto parte da una constatazione: il 70% dei costi per la
creazione di una nuova rete d’accesso per  le Tlc è dovuto alle
opere di scavo. Il Comune ha adottato procedure di attivazione dei
lavori che facilitano il compito degli operatori di mercato,
avvalendosi al contempo di nuove tecnologie a basso impatto
ambientale, come l’Hdd (Horizontal Directional Drilling), o la
posa in mini trincee delle fibre ottiche, per ridurre i costi e
consentire interventi rapidi e poco impattanti per il traffico
cittadino rispetto alle tecniche classiche con scavi a cielo
aperto. Viene inoltre costituito un Comitato presso il Dipartimento
Lavori Pubblici con compiti di indirizzo e coordinamento, che
valuterà i progetti degli operatori di mercato con i Municipi
competenti.
Questa modalità può diventare un modello di cablaggio per
l’Italia?

Se gli operatori di mercato risponderanno positivamente
all’iniziativa del Comune, il modello potrà essere adottato
anche in altre città. Le amministrazioni possono dare un forte
contributo nel processo di pianificazione e realizzazione delle
infrastrutture civili a supporto delle telecomunicazioni. Allo
stesso tempo il Ministero per la PA e Innovazione, con la recente
sottoscrizione del piano e-gov 2012 del Comune di Roma, ha
manifestato disponibilità a coinvolgere gli organi competenti, tra
cui l’Agcom, per dare sostegno al progetto.
Quali aziende verranno coinvolte in Roma
digitale?

Sono invitati a cooperare tutti gli operatori di mercato
all’interno di un sistema integrato che eviti sovrapposizioni e
duplicazioni e che renda agevole la condivisione di reti. In tal
modo si limiteranno i disagi ai cittadini e si ridurranno i costi.
Ovviamente anche gli operatori di telefonia mobile possono
partecipare, soprattutto nel collegare in fibra le loro stazioni
radio base e nel potenziare i servizi nella città.
Come verrà invece implementata la nuova rete?
In funzione dei piani che gli operatori di mercato ci
sottoporranno. Il Comune, però, è andato oltre, proponendo in
e-gov 2012 la realizzazione di servizi online per favorire
l’impiego delle infrastrutture presenti ed efficientare i servizi
in collaborazione le altre amministrazioni dello Stato tramite
l’interazione con i loro centri di elaborazione dati e le loro
reti.
A quando la prima pietra?
Una volta completato l’iter di approvazione del regolamento per i
lavori stradali e di posa delle canalizzazioni, intendiamo
promuovere un incontro con tutti gli operatori di mercato per
 avviare la fase progettuale. Si potrebbe iniziare dopo le ferie
estive ed il termine dei lavori dipenderà dai piani realizzativi
che verranno presentati. Credo comunque che entro 5 anni la città
possa essere interamente cablata.
Cosa vuol dire per una metropoli come Roma avere una rete
di nuova generazione?

Vuol dire innanzitutto garantire la fruizione di servizi telematici
ad alto valore tecnologico e amministrativo. Roma  raccoglie al
suo interno una forte domanda di larga banda, con gli oltre 800mila
collegamenti Adsl attivi sul suo territorio. È l’ambiente ideale
per dar vita ad un indotto di servizi di grande rilievo a favore
dei nostri cittadini e delle 167mila imprese dislocate sul nostro
territorio.

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