LA REPLICA

Calabrò: “Trasferimento sede legale non obiettivo di questo consiglio”

Il presidente di Agcom interviene sull’ipotesi di spostare l’headquarter a Roma:”L’interlocutore delle istituzioni nazionali e locali sarà il prossimo Consiglio”. Scettica l’Ugl: “Considerazioni che non convincono”

Pubblicato il 23 Feb 2012

Federica Meta

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"Il trasferimento della sede legale dell’Agcom da Napoli a Roma, oggetto di una riflessione indirizzata due anni addietro alla Presidenza del Consiglio, non è negli obiettivi della presente Consiliatura". Lo dichiara il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò.

"Il naturale interlocutore delle istituzioni nazionali e locali su tale questione sarà il prossimo Consiglio, in carica tra qualche mese", spiega Calabrò che assicura: "Nessuna decisione è quindi stata assunta dall’Agcom, né essa ha minimamente "caldeggiato sui media" l’ipotesi suddetta, ma ha semplicemente e riguardosamente ragguagliato sullo stato della questione la consigliere regionale D’Angelo, che aveva richiamato l’attenzione al riguardo".

La replica di Calabrò non convince l’Ugl. "Le considerazioni del presidente dell’Authority, Corrado Calabrò non convincono affatto – commenta segretario nazionale dell’Ugl Authority, Antonio Scolletta, in una lettera indirizzata alla Presidenza del Consiglio – Anzi, la replica alla consigliera regionale del Pdl, Bianca D’Angelo, sembra più una giustificazione improvvisata alla decisione di aver concentrato gran parte delle attività nella sede secondaria di Roma, senza alcuna legittimazione normativa e esigenza organizzativa, con un evidente aggravio dei costi".

"Siamo costernati -spiega- dalle motivazioni che sono alla base dell’intenzione di trasferire a Roma la sede legale dell’Agcom, attualmente a Napoli nel rispetto della normativa vigente. In particolare contestiamo l’esigenza espressa di una vicinanza agli organi istituzionali e governativi visto che, in quanto ente indipendente, l’Authority dovrebbe utilizzare la sede romana solo nelle occasioni ufficiali. Queste circostanze particolari, infatti, non giustificano di certo un trasferimento in toto e soprattutto costi spropositati che attualmente gravano sugli uffici capitolini".

"Fino al 2005 – aggiunge il sindacalista- i dipendenti svolgevano i loro compiti esclusivamente nella sede legale di Napoli, senza nessuna particolare esigenza organizzativa che giustificasse trasferimenti. Questo dimostra indiscutibilmente che qualsiasi attivita’ puo’ continuare a essere svolta senza problemi nella citta’ partenopea". "Ecco perche’ -conclude- le considerazioni del presidente Calabro’ non convincono affatto, mentre invece sarebbe stato piu’ opportuno valutare con maggiore attenzione i criteri e i costi di gestione degli uffici romani. Quel che appare e’ che la decisione di trasferire la sede non sia dettata da una reale necessita’ organizzativa, ma da una logica di pura convenienza. Per questo, auspichiamo di ricevere dei chiarimenti in merito e che ci sia un’assunzione di responsabilita’ su scelte che giudichiamo davvero inopportune".

Il dibattito sul possibile trasferimento della sede si è particolarmente infiammato. Il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro ha chiesto e ottenuto da Mario Valducci, presidente della commissione Trasporti e Tlc della Camera che al più presto si discuta in Commissione sull’inopportunità del trasferimento. “Calabrò sbaglia – spiega Cesaro – ritengo tale decisione assurda, inopportuna e assolutamente fuori luogo. Ricordo che lo spirito che indusse a scegliere Napoli quale sede centrale dell’agenzia fu quello di dotare il territorio di un centro decisionale importante per il Mezzogiorno, anche per compensare un centralismo operativo di Roma e Milano nel campo delle comunicazioni”.

“Spostare tale sede – aggiunge – risulterebbe un clamoroso passo indietro, con un’azione in palese contraddizione con una politica federale che si vuole applicare per un’Italia più efficiente e competitiva. Non intendo comunque limitarmi a tale azione parlamentare”.
“Come presidente della Provincia di Napoli, già nei giorni scorsi mi sono incontrato con i rappresentanti territoriali della Cisl a cui ho assicurato la mia piena disponibilità a partecipare ad un incontro inter-istituzionale con il presidente della Regione Campania ed il sindaco di Napoli per sviluppare una strategia comune da adottare”.

“Inoltre – conclude il presidente Cesaro – nei prossimi giorni incontrerò il consigliere regionale Bianca D’Angelo, da mesi impegnata su questo argomento, per confrontarmi e studiare insieme altre iniziative comuni da adottare per evitare tale ulteriore clamoroso scippo alla città”.

Secondo la D’Angelo “serve la massima sinergia per scongiurare spostamento sede legale dell’Agcom”. “Ringrazio il presidente della Provincia Luigi Cesaro per la tempestività con la quale è intervenuto nel difendere la sede Agcom di Napoli – dice D’Angelo in una nota – in un momento così delicato per uno degli ultimi centri decisionali rimasti in città serve la massima sinergia istituzionale e l’impegno di tutti”.
“Solo così – evidenzia la consigliera regionale – possiamo difendere il nostro territorio da quello che non ho esitato a definire l’ennesimo scippo ai danni della città di Napoli”.

“Trovo necessario profondere ogni sforzo per scongiurare lo spostamento della sede legale Agcom dal Centro Direzionale”, conclude D’Angelo.

Intanto l’Agcom gioca d’anticipo sul taglio degli stipendi. Secondo quantosi apprende da ambienti interni, all’Autorità commissari e consiglieri hanno già chiesto all’amministrazione di applicare ai loro emolumenti la riduzione prevista dallo schema di decreto del presidente del Consiglio dei ministri che stabilisce il tetto del loro trattamento economico, attualmente all’esame delle commissioni parlamentari. Negli stessi ambienti si fa notare che le retribuzioni dei componenti sono pubblicate da anni sul sito web dell’Autorità, anche se il relativo obbligo era venuto meno. Secondo quanto emerge dall’elenco retribuzioni lo "stipendio" di Calabrò supera i 475 mila euro l’anno.

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