TI, accordo con i sindacati. In solidarietà 1054 lavoratori

Dal 1° settembre 2009 e fino al 31 agosto 2011 saranno applicati contratti di solidarietà a 1.054 lavoratori della Directory Assistance

Pubblicato il 21 Lug 2009

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Si è svolto questa mattina l’incontro tra Telecom Italia e le
Organizzazioni Sindacali e le R.S.U, presso il Ministero del
Lavoro, per la chiusura della procedura di mobilità ex legge
223/1991 avviata dall’Azienda il 26 maggio 2009 per 470
lavoratori eccedenti rispetto alle proprie esigenze
tecnico-organizzative in ambito Directory Assistance (12.54,
Assurance Dati Elenchi, Centro Lavoro Servizi Internazionali-CLSI,
Centralini, Supporto territoriale).

Per evitare la riduzione del personale, le parti hanno condiviso il
ricorso ai contratti di solidarietà difensivi. Il confronto si è
concluso, infatti, con la sottoscrizione di un accordo sindacale
nel quale è previsto che a partire dal 1° settembre 2009 e fino
al 31 agosto 2011 saranno applicati contratti di solidarietà a
1.054 lavoratori della Directory Assistance, con una riduzione
massima dell’orario di lavoro individuale settimanale pari al 47%
per il personale con orario di lavoro full-time, al 33% per quello
part-time 75% e al 23% per i part-time 65%.

Restano esclusi dall’applicazione dei contratti di solidarietà i
lavoratori con rapporto di lavoro part-time 50%, i lavoratori
operanti nella Direzione Generale con attività di indirizzo,
coordinamento e controllo dei processi, i lavoratori addetti al
coordinamento di attività senior del front end e dei back office,
i coordinatori delle regie territoriali, i responsabili delle
strutture della Directory Assistance territoriali, del Clsi e del
Centralino.

Telecom Italia fa sapere in una nota che si è impegnata a porre in
essere tutte le azioni necessarie per ridurre i disagi derivanti
dal programma di chiusura delle sedi di Customer Care, prevedendo
uno specifico momento di verifica entro il primo semestre 2010.

L’Azienda si è resa, inoltre, disponibile ad aprire un tavolo di
monitoraggio con le Organizzazioni Sindacali sul processo di
efficientamento delle aree di Staff e a svolgere con le stesse un
incontro nel mese di settembre 2009 per approfondire i temi
relativi alla formazione. L’accordo siglato oggi si inserisce nel
più ampio ambito dei programmi di efficienza e riorganizzazione
annunciati con il Piano Strategico 2009-2011.

Per Emilio Miceli, segretario generale SLC/CGIL "l'accordo
fatto con Telecom è importante perché ferma quella logica che in
questi ultimi 2 anni ha portato il management a guardare
esclusivamente al taglio occupazionale come unica soluzione a
problemi che sono di natura industriale e proprietaria. Ci
aspettiamo  – ha detto Miceli  – che dopo quest'accordo torni
l'attenzione al tema grande della missione industriale di
Telecom, della sua crescita produttiva, della sua capacità di
essere di innovazione e modernizzazione del Paese. Adesso tocca a
Bernabè  – ha concluso  – e alla proprietà preparare un piano
industriale che contenga quegli interventi necessari perché
Telecom torni ad essere in Italia e nel mondo quel grande operatore
di Tlc che è stato in tutti questi anni".

Al centro della mobilitazione dei sindacati, oltre al ritiro dei
licenziamenti anche altre tre importanti richieste che
l'azienda ha preso in considerazione. Di fronte alla ventilata
ipotesi di chiusura di 15 sedi territoriali di Telecom e relativi
trasferimenti territoriali presso altre città, l'azienda ha
accettato il principio rivendicato dal sindacato per cui le
mobilità territoriali potranno avvenire esclusivamente con il
consenso dei lavoratori. Inoltre si accetta che la mobilità
professionale sarà oggetto di monitoraggio tra le parti, nel
tentativo di salvaguardare e valorizzare le professionalità
acquisite.

Infine continua la nota l'azienda ha accettato di continuare a
discutere a settembre delle attività di formazione rivolte al
personale Telecom, tema che tratta direttamente delle sorti di Tils
e dei suoi dipendenti, oggi a rischio di licenziamento.

"Gli accordi rappresentano ovviamente una mediazione e
certamente lasciano aperti problemi e questioni insolute che
rimandano alla politica industriale di Telecom, alla sua capacità
o meno di sciogliere i nodi del debito e degli assetti
proprietari" si legge nella nota di sindacati", che però
sottolineano come siano però "una base di partenza per
tutelare di più i lavoratori dell'ex azienda di Stato, la
parte più debole nei momenti di grave incertezza come quelli che
oggi Telecom conosce. Soprattutto l'azienda ha dovuto accettare
i punti posti con le mobilitazioni e gli scioperi, dovendo
ricercare una mediazione con il Sindacato che, in diverse
occasioni, è stato vissuto più come un problema che non come un
interlocutore ed un soggetto importante nella vita
dell'azienda".

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