AUTHORITY IN SCADENZA

Nuova Agcom, paralisi in vista (già prima di partire)

Primo round delle elezioni, mercoledì, con il voto alla Camera. Ma manca un pezzo dell’ingranaggio. E le Commissioni rischiano di nascere senza poteri

Pubblicato il 18 Mag 2012

R.C.

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Agcom, si scaldano i motori. Ma la macchina rischia di ingripparsi. Mentre è ancora caccia grossa sul nome del futuro presidente (con ipotesi che rimbalzano: da Marcello Cardano, ex braccio destro di Mario Monti a Bruxelles al presidente della Corte costituzionale Alfonso Quaranta), La Camera dà un colpo d’acceleratore mettendo in agenda per le 11 di mercoledì 23 il voto per due dei quattro futuri commissari. Forse un colpo d’acceleratore troppo brusco. Perché si profila un’anomalia che rischia di bloccare già dalla nascita una parte della nuova authority: manca infatti all’appello un pezzo dell’ingranaggio elettorale per cui le future due commissioni rischiano di nascere senza poteri. Nuove di zecca, ma senza la possibilità di operare. Tutte le operatività verrebbero delegate al terzo organo (il consiglio). Una "svista" imbarazzante per la prima authority nata sotto il governo Monti. Quello che manca nella costruzione della nuova Agcom è il meccanismo per poter distribuire i 4 commissari nelle 2 commissioni. Vediamo perché.

Il decreto "salva italia" ha ridotto a 4 i commissari Agcom, senza però intervenire sul meccanismo di elezione previsto nella legge istitutiva dell’Autorità; questo ha generato l’esigenza di un intervento correttivo per evitare il rischio-accaparramento di tutti e 4 i commissari da parte di un solo gruppo parlamentare di maggioranza relativa. In questo senso il senatore Zanda aveva presentato un emendamento che riordinava i criteri di elezione dei commissari direttamente verso il Consiglio e definiva le nuove modalità di designazione degli stessi commissari alle 2 commissioni. Quell’emendamento però non è passato, giudicato improponibile dal governo. Qualche settimana dopo è stato presentato un nuovo emendamento (in sede di conversione del decreto correttivo liberalizzazioni): questa volta accolto dal governo e dalla maggioranza al senato.

Ma fra le due versioni è rimasto un "buco". Che riguarda, appunto, il tema della composizione delle 2 commissioni: la parte dell’emendamento che lo regolava è stato eliminato per non incorrere nell’inammissibilità relativa ad emendamenti con contenuto ordinamentale. Il tema è stato quindi rinviato a dopo l’approvazione definitiva (avvenuta ieri alla Camera). Immediatamente la presidenza della Camera ha però varato il nuovo calendario settimanale con la previsione che mercoledì 23 maggio, alle ore 11, avranno luogo le votazioni per schede per l’elezione di un componente del Consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa, di due componenti del Garante per la protezione dei dati personali e di due componenti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Ma procedere all’elezione dei commissari Agcom senza aver definito per legge le procedure di attribuzione dei commissari alle due commissioni renderebbe incompleta la struttura degli organi dell’Autorità che può, in questa situazione, deliberare "solo" in forma consiliare. E non per una scelta politica. Ma per un combinato disposto.

In realtà una via d’uscita c’è, indicano gli esperti: il provvedimento adatto per introdurre il nuovo criterio di designazione dei commissari nelle due commissioni, o eventualmente disporre una mini-riforma per l’abolizione delle due commissioni, è il recepimento del Telecom Package, depositato in Commissione Trasporti della Camera per il parere.

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