AGENDA DIGITALE

Banda ultralarga, prove di dialogo (fra le polemiche)

Al convegno di Business International, il presidente della Cdp Bassanini “tende la mano” a Telecom Italia sulle Ngn. Ma solo a patto che si scelga l’Ftth. Patuano: “Sì a collaborazioni con atri soggetti ma a fronte di soluzioni meno dogmatiche”. Intanto Sambuco (Sviluppo economico) si dice “ottimista sugli obiettivi dell’Agenda digitale”

Pubblicato il 06 Giu 2012

Alessandro Longo

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Prove di dialogo, con difficoltà, per creare la rete banda larga di nuova generazione. Franco Bassanini (presidente di Cassa depositi e prestiti), Marco Patuano (amministratore delegato di Telecom Italia) e Roberto Sambuco (direttore del dipartimento comunicazioni del ministero allo Sviluppo economico) hanno messo sul tavolo le proprie idee e perplessità stamattina durante il convegno di Business International sull’Agenda Digitale. “Cdp è considerabile un soggetto privato”, ha premesso Bassanini. E da soggetto privato intende investire nelle aree nere (dov’è c’è un buon mercato potenziale), con tecnologie fibra nelle case o fibra nei palazzi. E’ disposta inoltre a partecipare con Telecom all’investimento. “La domanda è se Telecom Italia intenda investire in queste tecnologie”, ha aggiunto. “E se no, dobbiamo lasciare spazio ad altri soggetti”. L’allusione è a F2i/Metroweb, dove Cdp si è già impegnata a investire e che porterà fibra in 30 città.

Le tecnologie Vdsl2 (fibra fino all’armadio) andrebbero usate solo nelle aree “grigie” invece, secondo Cdp. Il nodo è questo: il piano di Telecom Italia prevede invece di coprire 99 città entro il 2014 con Vdsl2 e prevedere la fibra nelle case in una seconda fase, “seguendo lo sviluppo della domanda”, come ha ricordato oggi Patuano.

Patuano ha premesso, a inizio del suo intervento, che nelle aree nere la concorrenza infrastrutturale è possibile. Questo sarebbe interpretabile come un guanto di sfida; ma ha anche detto di essere aperto al dialogo con tutti i soggetti, verso “soluzioni meno dogmatiche”. Tradotto: cerchiamo insieme di investire in Vdsl2 e- solo laddove ci sono le condizioni di mercato- in fibra nelle case. Sarebbe un errore investire subito in questa tecnologia, a tappeto, secondo Telecom: “questo ci costringerebbe a fare una rete più limitata. L’Italia non è solo quelle 30 città (pari a circa il 20 per cento della popolazione, Ndr.)”.

Telecom in passato ha detto di credere nelle tecnologie vectoring abbinate a Vdsl2, per portare la banda fino a 100 Megabit. “Il vectoring cresce in fretta, a tendere può arrivare a 150 megabit, ma non è detto che lo si debba utilizzare subito. Possiamo partire adesso con fibra fino all’armadio e banda a 50 Megabit, senza vectoring”. Schiva così una questione regolatoria: ad oggi è problematico consentire l’accesso, da parte degli operatori concorrenti, alla rete di Telecom laddove è applicato il vectoring. Futuri sviluppi tecnologici potrebbero però risolvere il problema. La fibra nell’armadio sarà utile inoltre anche per dare la fibra (e quindi banda) alle micro celle per l’Lte, ha ricordato Patuano. “Basterà una piccola deviazione del cavo per arrivare dall’armadio all’antenna”.

Patuano si è detto ottimista, però, in fin dei conti, sulla possibilità di dare all’Italia una banda larghissima come richiesto dall’Agenda digitale: 50 per cento della popolazione coperta da 100 Megabit entro il 2020. Quanto ai distretti industriali, Patuano ha annunciato che in 15 mesi Telecom quintuplicherà la presenza di fibra in gigabit ethernet (“senza fondi pubblici”), nel distretto di Lapideo di Massa Carrara.

Ottimismo condiviso da Sambuco: “credo che ce la faremo. Potremo contare sulle risorse europee Fesr e Connecting europe”. Comunque investendo nella fibra ottica solo nelle aree bianche, laddove gli operatori non ci sono né intendono andare. Sambuco ha fatto un’altra promessa al mercato: nel futuro decreto Digitalia, “previsto entro fine dell’estate”, ci saranno anche misure per facilitare scavi e cablaggi: il lancio di un catasto del sottosuolo (non solo delle infrastrutture tlc) e norme per rendere “sempre più marginale il ruolo della Pa nelle autorizzazioni per gli scavi”.

“Siamo ottimisti e crediamo in quello che sta facendo il governo con Digitalia”, ha chiosato Maurizio Dècina, ordinario del politecnico di Milano.

Buone notizie anche dalla Regione Lombardia. Raffaele Tiscar, responsabile del progetto Banda Ultralarga della Regione, tra l’altro ha annunciato al convegno “due sperimentazioni, 500 unità abitative che copriremo a Monza e altrettante a Varese, con fibra nelle case. Faremo due bandi entro giugno e la stazione appaltante sarà Infratel”.

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