Accordo fra T-Mobile e Orange Nascerà un nuovo marchio?

Il primo a fare le spese dell’intesa rischia di essere 3 Uk, l’operatore più piccolo rimasto in campo

Pubblicato il 08 Set 2009

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T-Mobile (gruppo Deutsche Telekom) e Orange (gruppo France
Telecom) hanno annunciato un accordo di negoziazione esclusiva
per dar vita ad una joint venture paritaria al 50%, denominata
per ora Mobile Broadband Network Limited (Mbnl), che nascerà
dalla fusione delle rispettive attività inglesi.

Per adesso, dunque, si tratta solo di un’intesa per una
trattativa in esclusiva. Se si arriverà in porto, la firma non
ci sarà prima della fine di ottobre; per la fusione vera e
propria ci vorrà ancora più tempo: probabilmente
l’appuntamento sarà nella prima metà del 2010.  In ogni
caso, per i prossimi 18 mesi i due marchi resteranno operativi
sul mercato in maniera separata. Ma quale sarà il marchio che
sopravviverà? T-Mobile o Orange? Il nodo sarà probabilmente
sciolto con un colpo di spada: la nascita di un nuovo brand. Con
tutti i costi e le incertezze che ciò comporta. Tanto più che
il nuovo marchio rischia di essere lanciato nel 2012, proprio in
coincidenza con le Olimpiadi di Londra.

Per il momento, dunque, cambierà poco per il mercato inglese
della telefonia mobile. Tuttavia, la nuova entità è destinata a
modificare profondamente i giochi nel mercato britannico.
Prendendo a base gli abbonati denunciati dai due gestori a
dicembre 2008, la nuova entità avrà 28 milioni di clienti ed il
37% di market share. Non sarà leader assoluto di mercato, ma
saranno colmate le distanze che oggi separano T-Mobile e Orangee
dai ben più forti 02 e Vodafone. Anche se bisognerà capire che
fine faranno i 5 milioni di clienti di Virgin Mobile, un
operatore virtuale che oggi si appoggia sulla rete di T-Mobile.

Dall’intesa si aspettano sinergie (integrazione dei network,
marketing, distribuzione, efficienze varie) per 620 milioni di
sterline nel 2014 con un  forte incremento della redditività.

 Orange includerà nel deal i propri asset di rete fissa
consentendo alla nuova azienda di proporre un’offerta integrata
fisso-mobile anche ai clienti di T-Mobile, debole sul mercato
inglese anche per questo limite di offerta commerciale.

Paradossalmente, ma non sorprendentemente, il primo a fare le
spese dell’intesa fra T-Mobile e Orange rischia di essere
l’operatore più piccolo rimasto in campo: 3 UK. Con meno del
6% di quota di  mercato rischia di diventare troppo piccolo per
avere sufficiente capacità competitiva con tre colossi e
potrebbe addirittura dover riconsiderare la propria presenta in
gran Bretagna sia diventando un operatore virtuale, sia uscendo
definitivamente dal mercato. Tra l’altro 3 UK ha un accordo di
network sharing proprio con T-Mobile.

Ma anche Vodafone non deve sottovalutare la sfida. L’intesa la
farà scendere al terzo posto, proprio nel suo mercato domestico.
Nemmeno un take over su 3 UK potrebbe esserle sufficiente.
Tant’è vero che già si parla di una possibile intesa per
un’integrazione commerciale con BT sul mercato inglese.

Qualcosa da dire avrà certamente anche l’Ofcom, l’autorità
regolatoria britannica che probabilmente porrà una serie di
paletti per evitare che il consolidamento tra operatori determini
un affievolimento della concorrenza in quello che comunque resta
il più competitivo mercato europeo delle telecomunicazioni.

Se l’intesa andrà in porto, ci sarà anche un vincitore di
riflesso: Ericsson, che alla fine dei giochi si troverà ad
essere il supplier dell’infrastruttura di 02, Vodafone e
 anche di Mbnl.

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